Orlando Furioso: il capolavoro di Ariosto compie 500 anni
Orlando Furioso. Il 2016 è l’anno dei grandi anniversari.
Ricorrono i cinquecento anni dalla morte di Giovanni Bellini, ma si celebra anche il cinquecentesimo anniversario della prima edizione dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto (1516).
In occasione di questo evento a Ferrara, presso il Palazzo dei Diamanti si svolge la mostra “ORLANDO FURIOSO 500 ANNI. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” dal 24 settembre 2016 all’8 gennaio 2017.
Dato però che la mostra non l’ho ancora vista, non vi posso parlare delle opere esposte, dell’allestimento e di tutte le cose che vi dico sempre quando vi consiglio un evento da non perdere.
Voglio raccontarvi, invece, perché è così importante questo anniversario e perché io questa mostra l’ho messa nella mia agenda tra le mostre da non perdere ad ottobre.
L’importanza dell’Orlando Furioso
Ci sono mostre che visito immaginando già quali capolavori troverò, come nel caso della mostra sull’Impressionismo a Treviso, ci sono altre mostre che richiedono un po’ di indagini per capire se valga la pena andarle a vedere, come nel caso della mostra dedicata ai 500 anni dell’Orlando Furioso.
Non ho amato particolarmente il poema dell’Ariosto quando andavo a scuola, quindi ho dovuto recuperare i miei ricordi del liceo e dell’Università per capire i perché di questa mostra.
La risposta che mi sono data è: sì, bisogna vedere la mostra sull’Orlando Furioso per tre motivi.
1. L’orlando Furioso è il primo poema classico italiano
Il 22 aprile 1516, in un’officina tipografica ferrarese, terminava la stampa dell’Orlando furioso, opera simbolo del Rinascimento italiano e nata all’interno di un immaginario visivo fatto di capolavori che ancora oggi sono considerati tali.
L’Orlando Furioso è l’ultimo tra i romanzi cavallereschi e il primo tra i moderni, ma anche il primo poema classico italiano.
2.Ludovico Ariosto assiste alla rivoluzione del Rinascimento
Ariosto rielaborò il suo poema per tutta la vita e l’ultima redazione risale al 1532, pochi mesi prima di morire.
In quei decenni il mondo attorno a Ludovico Ariosto cambia completamente.
Carlo V domina su tutte le corti dell’Italia del Nord e nel mondo dell’arte nascono linguaggi nuovi, facendosi strada uno stile che avrà in Raffaello, Michelangelo e Tiziano i principali protagonisti.
Ariosto assiste alla rivoluzione linguistica della pittura, vedendo di persona le opere di Michelangelo e Raffaello, che rientrano nell’immaginario visivo che l’Ariosto usa per inventare le sue storie.
3. Siamo tutti folli come Orlando
L’Orlando furioso di Ariosto inizia dove finisce l’impresa letteraria del suo predecessore, l’Orlando innamorato, di Matteo Maria Boiardo, romanzo cavalleresco pubblicato a Ferrara trent’anni prima.
Le imprese degli eroi di Carlo Magno si trasferiscono nelle pagine di Ariosto, che però racconterà quel mondo con lo sguardo delle corti italiane, come quella dei signori di Ferrara, e delle città ad essa legate come Mantova, (durante il mio viaggio a Mantova vi ho descritto le meraviglie del Rinascimento che ancora conserva quella città).
Ariosto era convinto che tutti siamo un po’ pazzi: per amore o per qualsiasi altra cosa ci coinvolga completamente. leggendo l’Orlando Furioso si ha l’impressione che la vita possa essere un po’ spietata, un po’ folle e un po’ magica.
Il tema del suo poema è il desiderio ed è quello che porterà me a Ferrara per vedere la mostra 😉
INFO
ORLANDO FURIOSO 500 ANNI
Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
24 settembre 2016 – 8 gennaio 2017
LINK
www.palazzodiamanti.it