LA CAMERA DEGLI SPOSI DI MANTEGNA: CURIOSITÀ E DESCRIZIONE DELL’OPERA
Ammirare la Camera degli Sposi di Mantegna a Mantova è sempre emozionante e, anche se l’ho già vista, ogni volta che entro in questa stanza è come se fosse la prima volta.
Arrivo in una fredda mattina di Gennaio e a poche settimane da un tour alla scoperta delle opere di Giulio Romano a Mantova.
Tornare in questa città è per me un evento sempre speciale, perché ogni volta resto incantata dalla bellezza del suo centro storico e dalla quantità di capolavori che custodisce.
In questo post ti descrivo e racconto le curiosità su uno dei grandi capolavori da vedere a Mantova: la Camera degli Sposi di Mantegna.
La Camera degli Sposi di Mantegna: curiosità e descrizione dell’opera
Nel canale YouTube di The Art post Blog pubblico un video a settimana su musei, capolavori e città d’arte. Dai un’occhiata a tutti i video caricati e iscriviti al canale.
Sono tornata a Mantova per la seconda volta, a distanza di poche settimane, per scoprire la città attraverso le storie dei Gonzaga, una delle famiglie nobili più importanti e longeve della storia italiana. La Camera degli Sposi di Mantegna è stata la prima tappa di questo viaggio che ho realizzato grazie alla Città di Mantova.
PERCHE’ MANTEGNA HA REALIZZATO LA CAMERA DEGLI SPOSI E DOVE AMMIRARLA
La Camera degli Sposi, nota anche con il nome di “Camera Picta”, è il capolavoro di Andrea Mantegna.
Realizzata tra il 1465 e il 1474 per Ludovico Gonzaga e la moglie Barbara di Brandeburgo, si trova all’interno del Palazzo Ducale di Mantova, in uno dei torrioni del Castello di San Giorgio, ed è una celebrazione della famiglia Gonzaga che aveva come scopo stupire e forse anche intimorire il visitatore che fosse entrato in questa stanza.
Nonostante il nome, la Camera degli Sposi di Mantegna non era una camera nuziale ma una sala di rappresentanza.
Quasi certamente, infatti, la realizzazione coincide con la nomina a cardinale del figlio di Ludovico, Francesco Gonzaga, avvenuta il 1º gennaio 1462.
DESCRIZIONE DELLA CAMERA DEGLI SPOSI DI MANTEGNA
La decorazione della Camera degli Sposi di Mantegna descrive sulle pareti le scene della vita di corte e, sopra il camino, si vede Ludovico Gonzaga, circondato dai famigliari, mentre riceve la notizia della nomina a cardinale del figlio Francesco.
Ogni personaggio è ritratto fedelmente e si riconoscono la moglie Barbara e i figli, che sono rappresentati anche in un’altro affresco della Camera degli Sposi e in cui si vedono gli eredi della famiglia e altri personaggi importanti per le relazioni politiche dei Gonzaga: Federico, futuro Marchese di Mantova, Francesco II, che sposerà Isabella d’Este, l’Imperatore Federico III e il Re Cristiano di Danimarca, marito della sorella di Barbara di Brandeburgo.
Nelle lunette e nelle vele del soffitto ci sono i simboli della famiglia Gonzaga, ma non mancano anche soggetti mitologici e i ritratti degli imperatori romani, che hanno lo scopo di comunicare al visitatore il prestigio e l’attitudine al comando dei Signori di Mantova.
Alzando lo sguardo verso il soffitto, però, è lo stupore a prendere il sopravvento perchè Mantegna ha realizzato l’illusione di sfondamento del soffitto, permettendo allo spettatore di osservare il cielo azzurro attraverso un oculo sui cui si affacciano alcuni putti e figure femminili.
L’OCULO DELLA CAMERA DEGLI SPOSI
Incorniciato da una ghirlanda di fiori, frutti e nastri, l’oculo dipinto sulla volta si apre su un cielo azzurro, su soffici nuvole e s’intranvede una balaustra su cui si affacciano volti femminili, putti alati, un pavone e un cesto con una pianta di agrumi.
Andrea Mantegna realizza un effetto illusionistico incredibile per l’epoca e che ancora oggi ci sorprende. Infatti, quando si alzano gli occhi verso l’alto si ha solo l’impressione che il soffitto possieda realmente un varco per osservare il cielo, ma anche l’architettura e i personaggi rappresentati fanno parte di questa illusione.
Andrea Mantegna, tuttavia, era un artista geniale e questo non è l’unico scorcio eccezionale che realizza durante la sua carriera. Famoso è infatti anche il punto di vista che usa per descrivere il Cristo morto.
L’oculo della Camera degli Sposi di Mantegna sarà, però, un punto di riferimento, nel Cinquecento e anche in età barocca, per tutte le opere che prevedono questo tipo di illusione e l’integrazione tra spazio chiuso e spazio aperto.
CAMERA DEGLI SPOSI: CURIOSITÀ
Tra le figure che si affacciano dall’oculo della Camera degli Sposi c’è anche una donna nera con un copricapo a strisce. Si tratta di una delle tante schiave presenti nelle ville e nei palazzi rinascimentali, simbolo di grande ricchezza, e che sappiamo essere stati presenti anche a Mantova.
Il pavimento originale della Camera degli Sposi era fatto da mattonelle di vetro di Murano con il fondo d’oro.
Immagina che sensazione incredibile era entrare, nel Quattrocento, in una sala il cui pavimento era lucido e dorato, reso ancora più splendente dalla luce che entrava dalle finestre.
La luce del pavimento, inoltre, si rifletteva sui dipinti, dominati dai toni del giallo, e tutto doveva sembrare come uno scrigno prezioso.
Nell’affresco collocato tra la porta d’ingresso e una finestra ci sono anche dei bambini. Uno di loro è Francesco II Gonzaga, signore di Mantova dal 1484 al 1519, nonchè marito di Isabella d’Este a cui era stato promesso in sposo quando era ancora un ragazzo.
Si sposarono il 12 febbraio 1490, quando lui aveva 24 anni e Isabella 16 anni.
Durante il suo regno, grazie anche alla moglie Isabella, Mantova visse un periodo di splendore.
La Camera degli Sposi era una stanza di rappresenta, un luogo dove ricevere gli ospiti illustri e in cui stringere accordi politici e commerciali.
Noterai, nella parete di fronte all’affresco che rappresenta la famiglia Gonzaga al completo, una porticina di legno. Si tratta di una cassaforte in cui si custodivano i documenti importanti e chissà anche quanto segreti ha protetto.
Sopra la porta, alcuni putti, sostengono un’iscrizione in cui si legge:
“All’illustrissimo Ludovico, secondo marchese di Mantova, principe ottimo e di fede ineguagliata, e all’illustre Barbara, sua consorte, incomparabile gloria delle donne; il loro Andrea Mantegna, padovano, compì la presente modesta opera in onore loro l’anno 1474”.
Andrea Mantegna non solo ha inserito la sua firma, come autore dell’opera, nella dedica sopra la porta della Camera degli Sposi, ma ha anche nascosto un suo autoritratto tra la vegetazione di un finto pilastro.
Si tratta di un monocromo con il volto di Mantegna.
PER SAPERNE DI PIÙ SU MANTEGNA E MANTOVA ECCO QUALCHE LIBRO INTERESSANTE:
-
Mantova. Guida ai sapori e ai piaceri – Una guida che vuole essere un utile compagno di viaggio per scoprire Mantova.
-
Mantegna e la corte di Mantova – Un Artedossier dedicato a Andrea Mantegna. Una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.
L’ovulo è un allegoria di Eros tenuto a bada. I putti infatti rappresentano Eros nelle varie fasi, castigato, coronato, et. La Marchesa Barbara con una serva di colore sorveglia le figlie che guardano arrivare nella stanza i migliori partiti d’Europa a chiedere la loro mano. La principessina con i capelli sciolti ed il pettine è colei che si prepara alle nozze mentre le altre attendono il loro momento. Altri simboli come il pavone sono riferimenti a Giunone. Le grisaglie con gli imperatori ricordano che i Gonzaga ora sono imparentati , grazie a Barbara di Brandeburgo, con le famiglie reali ed imperiali europee. Il motto che ricorda che l’amore non si cambia si riferisce ad uno scambio di spose dovuto ad una gobba … comunque questa stanza non fu mai usata come camera da letto ma deriva il suo nome da sponsali o dove venivano firmati i contratti di nozze. Le alleanze con le grandi famiglie avevano bisogno, nel tetro Castello di San Giorgio di una stanza per pubbliche relazioni che con le sue pitture celebrasse i Gonzaga. Mantenga vi riesce egregiamente!
Grazie per queste preziose informazioni 🙂
Il bambino vestito di bianco che tu dici essere Francesco II ,futuro marito di Isabella d’Este, in realtà è Sigismondo Gonzaga ,zio di Francesco e futuro Cardinale,tenuto per mano non da una donna ma dal fratello Ludovico futuro Vescovo di Mantova.Francesco II ,primogenito di Federico I , è il bambino vestito in grigio e verde davanti al nonno
Ludovico II.
ok, grazie