OPERE D’ARTE A ROMA: I CAPOLAVORI IMPERDIBILI
Quali sono le opere d’arte a Roma che non puoi assolutamente perdere e che devi vedere in questa città che ti sorprenderà ad ogni angolo?
In questo post trovi l’elenco degli imperdibili a Roma, ovvero quelle opere che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita e che permettono di scoprire la città eterna sulle orme dei suoi capolavori.
Le opere d’arte a Roma da non perdere
CARAVAGGIO A SAN LUIGI DEI FRANCESI
In quella che è la chiesa della comunità francese dal 1589, si trovano tre straordinari capolavori di Caravaggio: il Martirio di San Matteo, San Matteo e l’angelo e Vocazione di san Matteo.
Le opere di Caravaggio si trovano nella Cappella Contarelli e insieme costituiscono un ciclo pittorico dedicato a San Matteo.
Si tratta di tre capolavori che non hanno mai lasciato la loro collocazione originaria e, per questo, ancor più belli da ammirare.
IL MOSE’ DI MICHELANGELO
Nella Basilica di San Pietro in Vincoli si trova la tomba di papa Giulio II, a cui Michelangelo Buonarroti lavorò per molti anni e che, imprevisti di ogni tipo, lo costrinsero a modificare e ridimensionare il suo progetto nel corso degli anni.
Michelangelo iniziò a lavorare al progetto nel 1505 ma riuscì a completare i lavori solo nel 1545, ovvero trentadue anni dopo la morte del committente.
Del grandioso progetto iniziale, che prevedeva più di quaranta statue, rimane una versione molto ridotta ma la statua di Mosè è maestosa ed è una delle più importanti opere della scultura rinascimentale.
APOLLO E DAFNE DI BERNINI
Tra le opere d’arte a Roma che tutti dovrebbero ammirare almeno una volta nella vita ci sono i capolavori della Galleria Borghese e in particolare le sculture di Gian Lorenzo Bernini.
Ho una predilezione particolare per l’Apollo e Dafne di Biernini, gruppo scultoreo commissionato dal cardinal Borghese insieme ad altre tre gruppi scultorei, conservati anch’essi all’interno della Galleria Borghese.
Non si può rimanere indifferenti davanti ai dettagli che sembrano trasformare il marmo in burro sotto le mani abili di Bernini.
LE TRE ETÀ DELLA DONNA DI KLIMT
Non tutti sanno o si ricordano che tra le opere d’arte a Roma c’è anche il capolavoro con cui Klimt ha descritto simbolicamente le tre fasi della vita di una donna.
“Le tre età della donna” fu esposto a Roma nel 1911 durante le celebrazioni dei cinquant’anni dell’Unità d’Italia e acquistato dallo Stato, che volle inserirlo nella neonata collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Un acquisto che, a distanza di oltre un secolo, si è rivelato lungimirante!
TRIONFO DI GALATEA DI RAFFAELLO
Villa Farnesina conserva uno degli affreschi più belli di Raffaello, al di fuori della città del Vaticano.
Realizzato nello stesso periodo in cui l’artista stava lavorando alle Stanze della Segnatura in Vaticano, il committente era il banchiere Agostino Chigi che desiderava un affresco mitologico nella sala “di Galatea”, al pianterreno della villa.
STATUA DEL GALATA CAPITOLINO
La storia antica di Roma è presente ovunque e la scultura del “Galata Capitolino” (nota anche come “Galata morente”) conservata presso i Musei Capitolini è una delle tante, straordinarie testimonianze, di una storia millenaria.
La scultura fu quasi certamente ritrovata dalla famiglia Ludovisi nei terreni romani di loro proprietà e che corrispondeva con quelli che furono gli antichi giardini e prati di Cesare e di Sallustio.
L’opera rappresenta un Gallo (detto anche Galata) ferito e, per la sua bellezza, fu una delle sculture dell’antichità più famose e, per questo, spesso replicato e copiato da molti artisti.
RITRATTO DI PAPA INNOCENZO X
Questo dipinto fu realizzato nel 1650 da Diego Velázquez ed è conservato presso la Galleria Doria Pamphilj.
Si tratta del ritratto di papa Innocenzo X, Giovanni Battista Pamphili, che l’artista in visita a Roma si offrì di fare al papa oppure che eseguì su commissione dello stesso Innocenzo X, che aveva apprezzato alcuni ritratti che l’artista aveva eseguito per la corte pontificia.
L’opera fu sempre proprietà della famiglia Pamphilj e non ha mai lasciato né Roma né il palazzo in cui oggi è esposta.