ANDY WARHOL, LA MUSICA E LA MODA
Il rapporto tra Andy Warhol, la musica e la moda è essenziale per comprendere l’importanza della sua produzione artistica.
Se infatti Warhol è il più importante esponente della Pop Art lo si deve al fatto che ha trasformato lo studio dell’artista in una fabbrica di creatività.
La vita di Andy Warhol è ricca di momenti in cui il suo genio artistico si è unito ad una grande abilità imprenditoriale.
Fu infatti un grande genio anticipatore e, negli anni ’80, si trasformò in un vero e proprio marchio di fabbrica e in un’autentica pop-star. I suoi fans facevano lunghe file per farsi firmare dal loro idolo lattine di zuppa Campbell’s, fotografie, poster, riviste, banconote… qualsiasi genere di cosa, una volta firmata dal re della Pop Art, finiva per diventare arte.
Andy Warhol è stato, di fatto, il primo vero grande Business artist della storia.
Andy Warhol, la musica e la moda
“La Business art è il gradino subito dopo l’Arte. Ho cominciato come artista commerciale e voglio finire come artista del business.” – Andy Warhol
L’arte di Andy Warhol ha finito per diventare un tutt’uno con il business.
Egli non voleva più essere l’artista Andy Warhol, ma l’artista-imprenditore a capo di un’azienda che produceva arte e creatività.
Il fiuto per gli affari non gli mancava e lo ha dimostrato quando l’artista Andy Warhol è passato dalla pubblicità alla Pop Art.
Iniziò a impiegare prima piccole somme di denaro per poi arrivare ad investire sempre di più, man mano che il business cresceva. Fu così che iniziò a produrre opere sempre più famose e arrivò anche a dirigere, negli anni ’60, i suoi primi film, per divenire in seguito anche un vero e proprio produttore; successivamente, affidò la regia dei suoi lungometraggi a Paul Morissey.
ANDY WARHOL E LA MUSICA
Le sperimentazioni artistiche e imprenditoriali di Andy Warhol toccarono molti settori e quello della musica fu uno dei più interessanti.
Andy fu infatti il manager e il produttore della banda rock The Velvet Underground, alla quale introdusse e fece aggiungere nel 1966 la cantante e modella tedesca Nico.
Dopo aver realizzato per il gruppo la celebre cover con la banana, Warhol ne realizzò tante altre, tra le quali la più celebre è senza dubbio quella dell’album “Sticky Fingers” dei The Rolling Stones, considerata ancora oggi come la cover più famosa dell’intera storia della musica contemporanea.
ANDY WARHOL E LA MODA
Ancora prima di artisti come Jeff Koons o Damien Hirst, Andy Warhol si rivelò un luminare nel comprendere per primo la possibilità di trasformare se stesso in una vera e propria star. Per questo motivo, la sua immagine pubblica era studiata nei minimi dettagli, e quello che contava era essenzialmente che la sua identità visiva fosse ben riconoscibile.
Da questo aspetto è facile desumere il forte legame che Warhol instaurò dai suoi esordi con il mondo della moda.
Già negli anni ’50 aveva realizzato illustrazioni per Vogue e Harper’s Bazaar. In seguito, aveva stretto amicizia e ritratto i più famosi designer tra cui Diane von Furstenberg, Giorgio Armani, Gianni Versace, Valentino, Yves Saint Laurent e Halston. Per quest’ultimo, con cui strinse un rapporto di sincera amicizia, realizzò anche un’importante campagna artistico-pubblicitaria e varie locandine offset su carta, oggi considerate come un perfetto esempio di connubio tra arte e moda.
Il poster svolge principalmente la funzione di comunicare mediante la forza di una immagine, e fu per questo motivo che Andy Warhol si appropriò facilmente di questo mezzo commerciale, elevandolo a supporto artistico di prim’ordine.
Brillante erede di Henri de Toulouse-Lautrec, inventore dell’estetica dei poster moderni, l’artista americano offrì a questo mondo un enorme contributo mediante il suo utilizzo della serializzazione, della ripetizione incessante di immagini e della grande capacità di utilizzo del colore.
Altrettanto importante per la carriera imprenditoriale di Andy Warhol è la fondazione nel 1969 del magazine Interview, che era il prototipo della rivista di costume di oggi, piena zeppa di celebrità e di gossip. Ancora una volta il rapporto tra Andy Warhol e le celebrità, unito ad una produzione industriale grazie alla Factory, creano i presupposti per la realizzazione di qualcosa di visionario e rivoluzionario.
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