Saturno che divora i suoi figli di Goya: analisi e curiosità

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Saturno che divora i suoi figli di Goya è uno di quei dipinti che non permette allo sguardo di rivolgersi altrove, nonostante l’immagine sia terrificante.
Ti sei mai trovato davanti a un’opera d’arte come questa, che ti ha inorridito ma non ti permesso di smettere di guardare?
L’arte, nella sua espressione più pura, possiede la capacità unica di farci riflettere, interrogare e a volte persino turbare. Uno degli artisti che meglio ha incarnato questa potenza espressiva è senza dubbio Francisco Goya, figura di spicco tra il XVIII e il XIX secolo, che continua a influenzare l’arte e la cultura ai nostri giorni.

Saturno che divora i suoi figli di Goya: analisi e curiosità

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Goya, vissuto in un’epoca di transizione tra il 1700 e il 1800, è uno degli artisti più importanti della storia dell’arte.
Con un approccio rivoluzionario, si staccò dalla pittura convenzionale dell’epoca, spesso limitata da principi accademici rigidi, consolidandosi come una delle prime figure dell’era moderna. Infatti, è considerato l’ultimo dei pittori del Neoclassicismo e il primo del Romanticismo.
Saturno che divora i suoi figli di Goya rappresenta non solo il culmine della sua arte, ma anche un simbolo della sua totale libertà creativa, essendo un’opera che originariamente non era destinata né all’esposizione pubblica né a soddisfare i capricci di qualche mecenate.

LA GENESI DI SATURNO CHE DIVORA I SUOI FIGLI DI GOYA

Realizzato tra il 1821 e il 1823 come parte delle sue celebri “Pitture Nere”, il quadro Saturno che divora i suoi figli di Goya fu inizialmente creato a olio su intonaco, per poi essere trasferito su tela.
Questo capolavoro, insieme ad altre opere simili, fu concepito per essere collocato nella casa di Goya, denominata la Quinta del Sordo, situata vicino al fiume Manzanarre ed a breve distanza dal cuore di Madrid. Acquistata nel 1819, la residenza divenne un luogo importamtissmo per l’artista, dove poté dipingere liberamente, lontano dagli occhi critici del pubblico e senza le restrizioni imposte dai committenti.

Dopo che Goya lasciò la Spagna per la Francia, la sua casa divenne la residenza di suo nipote Mariano. Tuttavia, nel 1874, il barone Erlanger acquistò la casa e, notando il degrado delle preziose pitture, commissionò un delicato processo di trasferimento dei dipinti di Goya su tela. Questa operazione fu attentamente monitorata da Salvador Martínez Cubells, a quel tempo conservatore del Museo del Prado.
Non molto tempo dopo, nel 1878, Erlanger fece una generosa donazione delle opere allo Stato spagnolo, assicurando così che “Saturno che divora i suoi figli” trovasse una casa definitiva al Prado di Madrid, dove è ancora oggi conservato.

IL TERRORE E IL SIGNIFICATO DI SATURNO CHE DIVORA I SUOI FIGLI

Il dipinto ritrae il dio Saturno in un atto di indescrivibile orrore: sta consumando uno dei suoi figli appena nati.
Goya raffigura Saturno con un’espressione frenetica, gli occhi spalancati, in una raffigurazione della feroce urgenza del suo atto cannibalistico. Le mani del dio sono immerse nel corpo della vittima, che è completamente insanguinata.

Tutto ciò si svolge su uno sfondo oscuro, privo di riferimenti spaziali, aumentando la sensazione di disorientamento e terrore. Una luce drammatica, proveniente da sinistra, accentua ulteriormente la tensione dell’intera scena.
Goya utilizza pennellate rapide e potenti per enfatizzare l’impulsività violenta di Saturno.

Riguardo al significato dell’opera, sono state proposte molteplici interpretazioni. Tuttavia, la mancanza di documentazione diretta rende difficile giungere a una lettura definita dell’opera.
Alcuni studiosi credono che l’immagine simboleggi un conflitto tra vecchiaia e giovinezza, mentre altri la vedono come un’allegoria del regno oppressivo di Ferdinando VII, con il popolo spagnolo rappresentato dalla figura consumata.

CURIOSITÀ

Al di là delle speculazioni, è innegabile che Saturno che divora i suoi figli di Goya rifletta lo stato d’animo turbato di Goya durante quel periodo. Profondamente colpito dalle circostanze politiche e dalla sua crescente sordità, l’artista si ritirò dalla società, rifugiandosi nella solitudine della sua residenza.

Nonostante la scelta di un soggetto così macabro possa sembrare innovativa, non fu una novità assoluta per Goya. L’artista si ispirò alla storia mitologica secondo cui Crono, il più giovane dei Titani e figlio di Urano e Gea, fu protagonista di una profezia che lo avrebbe visto detronizzato da uno dei suoi stessi figli. Temendo che potesse avverarsi ciò che gli era stato predetto, cominciò a divorare i suoi figli. Solo Zeus fu salvato da sua madre Rea e, una volta adulto, costrinse Crono a regurgitare i suoi fratelli e a cedere il trono.

img dettaglio Saturno che divora figli goya

Saturno che divora i suoi figli di Goya non è solo un dipinto ma un potente promemoria di come l’arte possa riflettere le profondità dell’animo umano, i terrori, le ansie e le battaglie di un’epoca.
Goya, con la sua pennellata audace e il suo coraggio nel rappresentare la sofferenza, ci invita a uno sguardo senza compromessi sulla condizione umana. E tu, sei pronto a incontrare lo sguardo di Saturno?

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