Museo Lombroso a Torino: come visitarlo e cosa vedere

Il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso nasce nell’ultimo quarto del XIX secolo per volontà del medico e antropologo che ancora oggi ne porta il nome, conosciuto soprattutto per le sue teorie sul legame fra fisionomia e degenerazioni criminali. Benché queste teorie siano state ampiamente smentite dal punto di vista scientifico, ancora oggi visitare il Museo del Crimine di Torino è un’esperienza sicuramente singolare. Del resto, Torino è nota per il suo carattere misterioso ed esoterico. Cosa sapere del museo?

Cosa custodisce il Museo Lombroso

Il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso si trova oggi presso il Palazzo degli Istituti anatomici, insieme ad altri musei che rappresentano il polo museale del positivismo a Torino e testimoniano il fervore di questo periodo storico e filosofico nella città.

L’allestimento attuale risale al 2009, a cento anni dalla morte del suo fondatore, e comprende più di settemila pezzi. Il visitatore potrà vedere nelle varie sale:

  • studi e disegni
  • preparati anatomici
  • corpi di reato
  • fotografie dell’epoca
  • manufatti provenienti da carceri e manicomi

All’interno del museo è inoltre conservato, per sua volontà testamentaria, lo scheletro di Cesare Lombroso.

Orari del Museo di Antropologia Criminale Lombroso

Attualmente il museo è aperto dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18, mentre la domenica è il giorno di chiusura. L’ultimo ingresso è consentito alle 17:30, mezzora prima della chiusura. Ti invito sempre a visitare il sito ufficiale dei musei per verificare che non ci siano cambiamenti di orario, per esempio in occasione delle festività.

Come raggiungere il Museo Lombroso a Torino

Il museo si trova oggi presso il Palazzo degli Istituti anatomici a Torino, in via Giuria. Per raggiungerlo in autobus si possono prendere le linee 9,16, 18, 67. Per chi vuole raggiungerlo in metropolitana, la fermata più vicina è invece Nizza.

Cosa sapere sulla storia del Museo Lombroso

Cesare Lombroso, di origine veronese, dopo aver intrapreso gli studi in medicina, nel 1859 si arruola come medico volontario nelle Guerre d’Indipendenza italiane. È proprio a partire da questo anno che si inizia a creare il nucleo della sua collezione.

A partire dal 1876, gli oggetti di interesse scientifico, medico e antropologico che raccoglie e sui quali basa il suo lavoro vengono esposti in via della Zecca a Torino, per poi essere spostati l’anno seguente nel laboratorio di via Po.

Grande importanza per lo sviluppo e la diffusione delle sue teorie ebbe l’Esposizione generale italiana del 1884, che si svolse proprio a Torino, all’interno del Parco del Valentino e durante la quale Lombroso espose parte della sua collezione in due vetrine.

Dopo altri traslochi delle sue collezioni, dovuti soprattutto al costante aumentare dei pezzi, al momento della morte di Lombroso la direzione del museo fu assunta dal suo amico e assistente Mario Carrara, che ne aveva anche sposato la figlia Paola.

La riscoperta di Lombroso, nonostante ormai le sue teorie si fossero dimostrate errate, è dovuta soprattutto alla mostra del 1985 “La scienza e la colpa”. Dal 2001 le collezioni di Lombroso entrano nel cosiddetto “Progetto dell’uomo” dell’Università di Torino, con lo scopo di creare un polo museale che possa testimoniare gli studi che hanno animato la città nei campi di scienze che ruotano attorno all’essere umano, come l’anatomia, l’antropologia e l’etnografia.

Altri musei da visitare a Torino

Se vi trovate a Torino e volete visitare il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso, vale la pena soffermarsi anche sugli altri musei del polo. Gli orari di apertura sono gli stessi: dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18. È possibile acquistare un biglietto comprensivo dell’ingresso al Museo di Antropologia Criminale e ai seguenti musei:

  • Museo di Anatomia umana
  • Museo di Antropologia ed Etnografia
  • Museo della Frutta

Il primo è stato fondato nel 1739 e si trova in questa sede dal 1898. È intitolato a Luigi Rolando, un anatomista e medico. La particolarità di questo museo è l’allestimento, che riproduce ancora oggi l’atmosfera ottocentesca – ad esempio gli oggetti esposti non hanno la classica didascalia alla quale siamo abituati.

Ma niente paura: l’allestimento “vintage” è supportato da una guida e una postazione video. I visitatori potranno così immergersi nel prestigio che la scuola di anatomia torinese ha conosciuto fra Ottocento e Novecento, comprendendo al meglio l’atmosfera che vi si respirava.

Il Museo di Antropologia ed Etnografia, nato nel 1926 per volontà di Giovanni Marro (psichiatra e docente di Antropologia per le scienze naturali), è stato riallestito solo nel 2017. Al suo interno vi troviamo raccolte etnografiche provenienti da tutto il mondo e resti umani dell’Antico Egitto, portati in Italia dalla Missione Archeologica Italiana della quale fece parte anche l’egittologo Ernesto Schiaparelli.

Infine, il Museo della Frutta, che raccoglie la collezione di Francesco Garnier Valletti, un artigiano, artista e scienziato vissuto alla fine dell’Ottocento. È stato inaugurato nel 2007 e ospita più di mille frutti artificiali plastici, che raccontano al visitatore l’importanza della biodiversità.

Non solo il Museo Egizio, quindi: Torino offre musei e attrazioni per tutti i gusti, soprattutto per gli amanti del mistero e dell’esoterismo.

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