Vicenza, Basilica Palladiana. Domani, la sera della vigilia di Natale, apre al pubblico la mostra “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento”.
Apre nella sera e nelle notte più attesa e speciale dell’anno una mostra che racconta la notte attraverso 113 opere provenienti da 30 musei di tutto il mondo e che potranno essere ammirate fino al 2 giugno 2015.
Ho potuto vedere in anteprima la mostra e partecipare alla speciale guida del curatore, Marco Goldin, che sarà protagonista di un altro evento a Vicenza molto importante, ovvero la più grande mostra monografica su Vincent Van Gogh mai realizzata in Italia, mi ha portata alla scoperta dei capolavori esposti, tra cui spiccano El Greco, Caravaggio, Turner, Van Gogh (solo per citarne alcuni!) e che da soli valgono il viaggio a Vicenza, ma è stata anche l’occasione per scoprire che questa non è semplicemente una mostra sul paesaggio notturno, ma molto di più.
Caravaggio, Narciso, 1597-1599 circa – olio su tela, cm 113 x 95
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini
“Non posso quindi nascondere come questa mostra sia, o possa essere anche, una pagina di diario nel corso della mia vita” (Marco Goldin dal Catalogo della mostra)
“Tutankhamon Caravaggio Van Gogh” è una mostra intima e personale.
E’ la mostra del curatore!
Marco Goldin mette in scena un racconto sul tema della notte, attraverso una serie di capolavori che dall’antico Egitto ai nostri giorni hanno mostrato una visione delle notte. Queste opere a Vicenza dialogano tra loro, si guardano e sussurrano versi poetici o brani letterari e filosofici, mettendosi al servizio del curatore e della sua interpretazione della sera e dei notturni.
Questa mostra non è un percorso cronologico attraverso i capolavori della storia dell’arte, ma un dialogo tra opere distanti tra loro secoli.
Mi ha spiazzata questa mostra, perché in ogni sala antico e moderno, arte classica e contemporanea coesistono, si mischiano e creano un percorso unico, dove l’opinione del curatore e la sua visione possono essere approvate, criticate, aprire nuove riflessioni e porre domande.
Quello che mi aspettavo di trovare alla Basilica Palladiana, ovvero i paesaggi notturni romantici di Friedrich e Turner, li ho visti solo nella quarta sezione e praticamente oltre la metà del percorso espositivo, ma li ho trovati accanto ad artisti americani come Church e Allston, spiazzandomi ancor di più.
I primi, infatti, illustrando la notte con le sue suggestioni e con l’essere umano sovrastato dalla potenza dell’infinito, i pittori americani invece sono legati alla realtà e per loro la notte è solo uno sfondo suggestivo.
Di solito si va a vedere una mostra o un museo per ammirare dei capolavori, studiare da vicino un artista, capire qualche cosa in più sui motivi e sul contesto storico che hanno portato alla creazione di un’opera.
Se cercate una mostra di questo tipo qui, a Vicenza, non la troverete!
Questa mostra è un viaggio alla scoperta di Marco Goldin, del suo sentire la notte come un luogo dello spirito e vi troverete per forza a domandarvi il perché di certe sue scelte, apparentemente assurde, come accostare le maschere funerarie e le statuette dei faraoni con “La donna addormentata” dell’artista contemporaneo Antonio Lopez Garcia. Ma poi si capisce che Goldin ci ha portati all’interno della notte eterna degli antichi egizi, che è un sonno eterno e che prelude ad un viaggio, per presentarci anche l’altro aspetto della notte che è sonno ed è un biglietto di andata e ritorno per il sogno, visto come un viaggio interiore.
“Volevo raccontare una perdita, che si avvicinava e che infine è avvenuta. E volevo farlo evocando i colori della notte, nella luce del crepuscolo, di una prima sera che viene”. (Marco Goldin dal catalogo della mostra)
Già nella sua precedente mostra “Verso Monet” Marco Goldin aveva creato un percorso personale e spiegava «Io non so se esiste un modo oggettivo e perfetto di creare una mostra. Non lo so e non mi interessa. Cerco piuttosto la singolarità, l’eccezione. Il fermarsi e il sentire la pressione che su di me fa la vita».
La prosecuzione di questa frase è contenuta nel catalogo della sua nuova mostra.
“Mi dispongo adesso in questo modo, nel modo che so, a raccontare i colori della notte attraverso la pittura. E non solo della notte buia, o piena di stelle, o tatuata dalla luna, ma anche di ciò che la notte precede o di quanto la segue di un poco, dentro il primo chiarore dell’alba. Raccontare la notte come un fatto e un accadimento dello spirito, come la pressione di un forte sentimento, che non si riesce del tutto a governare e che anzi mette a soqquadro”.
Questa mostra è speciale e deve essere vista, perché qui Goldin definisce un nuovo modo di essere curatore, rivendica il diritto di realizzare mostre di successo e che non pretendono di insegnare nulla oppure di scoprire nuovi aspetti della storia dell’arte.
A Vicenza, nella Basilica Palladiana, il curatore diventa protagonista assoluto e utilizza l’arte, mescolando gli stili e le epoche, per sollecitare nel visitatore domande, dubbi, riflessioni, critiche, desiderio che la bellezza entri nella vita e la trasformi e molto altro ancora.
Non si può spiegare questa mostra, perché sarà diversa per ogni singolo visitatore.
La si può solo descrivere sommariamente sala dopo sala e questo farò in uno dei prossimi post, quando avrò sistemato tutte le foto che ho realizzato (sono centinaia!).
Nei prossimi giorni pubblicherò un diario fotografico della mostra. Stay tuned 😉
“Ma voglio fare mostre come questa, perché altre non ne saprei fare. Farle se non così, mettendo al centro di tutto il battito del cuore, l’emozione che non dà tregua e mi insegue senza darmi vie di fuga. L’unica strada è per me mostrare quadri, appesi alle pareti di un museo. E mostrarli senza paura di sparigliare le carte, spezzare talvolta i canoni consueti, da tutti accettati. Mai per la voglia di stupire, ma sempre e solo perché la pittura sia l’adesione a un sentimento, ne sia il racconto e non mai la spiegazione.” (Marco Goldin dal Catalogo della mostra)
INFO
Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento
24 dicembre 2014 – 2 giugno 2015
Vicenza, Basilica Palladiana