FUMETTO E ILLUSTRAZIONE
I post del lunedì, in collaborazione con St-ART, fino ad ora sono stati dedicati ai grandi capolavori della storia dell’arte, ma chi mi segue da un po’ avrà capito che sono attratta da tutto ciò che fa parte del mondo della creatività e che considero l’arte come un tema “trasversale” alla nostra vita.
Sono convinta che l’arte entri a far parte della nostra vita continuamente è che spesso non ce ne rendiamo conto.
Oggi il post che St-ART i propone è dedicato ad una semplice linea che è entrata nell’immaginario collettivo degli italiani e che associamo ad una nota marca di pentole da cucina.
La Linea fa la sua comparsa nel 1968 uscendo dalla penna di un modesto disegnatore meccanico, non digiuno però della pratica del fumetto, Osvaldo Cavandoli, che si diverte ad interagire con la sua creatura dal carattere piuttosto polemico e lunatico, perennemente in marcia e senza una meta precisa, muovendosi da destra verso sinistra, obbligata a chiedere l’intervento del suo demiurgo per superare e rimuovere gli ostacoli in cui si imbatte lungo il suo cammino.
Figlia della Milano industriale ed artistica degli anni Sessanta e Settanta, la Linea, con il suo tratto stilizzato, minimalista e sobriamente elegante, incontra sulla sua strada le simpatie dell’industriale Lagostina, appassionato tra l’altro di arte moderna, che la vuole come testimonial per le sue pentole, all’interno dell’unico format con cui all’epoca era possibile fare pubblicità in televisione, ossia Carosello.
L’intermezzo serale, per il rigido regolamento esistente, non entrava nelle case degli italiani solo in veste di contenitore di messaggi pubblicitari, ma come vera e propria serie di skecth comici televisivi, in cui il nome del prodotto poteva essere citato un numero ristretto di volte e la trama raccontata doveva essere estranea al prodotto da reclamizzare.
Degli otto episodi inizialmente pensati per la ditta Lagostina, Cavandoli ne realizzò oltre 250, emancipando la Linea dal suo committente iniziale, ma non dal suo creatore, con cui il misterioso ed indecifrabile dialogo si è mantenuto ininterrotto, anche fuori dagli schemi strettamente pubblicitari e dai confini italiani.
(Chiara)
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