Quest’estate a Venezia c’è la possibilità di vedere due splendidi ritratti di Lorenzo Lotto e realizzati nello stesso periodo.
Uno è il “Ritratto di Andrea Odoni” (1527 ca) e che si trova esposto presso la Fondazione Prada all’interno della mostra “Portable Classic”, ma fa parte della Royal Collection, ovvero la raccolta d’arte della famiglia reale britannica; l’altro è il “Ritratto di giovane gentiluomo” (1530 ca) è conservato presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia ed è l’opera a cui dedico il post di oggi, in collaborazione con la pagina di St-ART.
Si tratta di due ritratti che fanno parte della piena maturità artistica di Lorenzo Lotto.
L’opera che è stata esposta in Fondazione Prada, durante la mostra Portable Classic è stupendo e non l’avevo mai visto dal vivo.
L’importanza di quest’opera è data dal fatto che è la più antica rappresentazione di un uomo insieme agli oggetti della propria collezione, quindi è uno dei primi dipinti che raffigurano l’interesse per una raccolta artistica nel Rinascimento.
Il ritratto che potete ammirare alle Gallerie dell’Accademia, invece, descrive uno stato d’animo o forse una scelta di vita.
Entrambi sono ritratti simbolici, genere che a Lotto era congeniale, dove i vari elementi rappresentati raccontano la storia del protagonista ed hanno un significato preciso.
Nel “Ritratto di giovane gentiluomo” tutti gli oggetti dovrebbero richiamare gli interessi del giovane e forse anche il suo nome.
Nonostante siano state fatte varie ipotesi, però, l’identità del personaggio resta sconosciuta, anche se dalle vesti è chiaro che si tratti di un membro dell’aristocrazia.
Qui il giovane sembra pronto ad abbandonare le sue passioni per dedicarsi alla gestione degli affari di famiglia e ad attività meno coinvolgenti. Da cosa lo capiamo?
Alle spalle dell’uomo si vedono arnesi per la caccia, un liuto e un uccello morto, che sono tipici delle attività mondane di un giovane aristocratico: la caccia e la musica.
A tutto questo però il nostro protagonista volta le spalle poiché è intento a sfogliare, senza particolari entusiasmi, le pagine di un libro dei conti.
Sul tavolo, inoltre, vi sono alcuni indizi che potrebbero aiutarci a capire l’espressione poco felice dell’uomo.
Una lettera aperta, letta e poi richiusa, un anello, dei petali di rosa.
Altre lettere, chiuse da un nastrino, si trovano dalla parte opposta e accanto al calamaio.
Tuttavia, c’è quella lucertola posta sopra un drappo e che nel periodo rinascimentale è simbolo di “deserto” e di penitenza, che fa pensare che questo giovano sta vivendo un periodo di distacco dalle passioni o almeno questo è il suo intento, anche se sembra più una scelta obbligata e causata dagli eventi, che una libera scelta.
Tutti questi elementi fanno pensare ad una delusione amorosa e anche i colori cupi, insieme allo sguardo malinconico del giovane, sembrano in sintonia con uno stato d’animo triste e in cui prevalgono scelte imposte.
Per molti aspetti questo è un ritratto misterioso, ma anche malinconico e il fatto che si trovi a poca distanza da un altro celebre ritratto di Lorenzo Lotto offre l’occasione per ammirare due capolavori e di vedere da vicino l’abilità tecnica raggiunta da un grande artista del Rinascimento veneziano.
LINK Vai alla pagina di St-ART dedicata a quest’opera – clicca QUI.