La saga della famiglia Brueghel in mostra a Bologna
La vita vera, i contadini piegati dalla fatica, gli ubriachi, i mendicanti, le figure anonime dei dipinti fiamminghi mi hanno sempre affascinata perché sono racconti di fatti, di storie e di vite vere.
Gli autori di questi capolavori sono i Brueghel una dinastia di artisti fiamminghi dal talento eccezionale e attiva tra il Cinquecento e il Seicento.
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Lo stile Brueghel
Brueghel è il nome di una famiglia diventata un marchio di eccellenza nell’arte pittorica perché comprendeva il più importante gruppo di artisti fiamminghi, che nell’arco di cinque generazioni hanno incarnato stile e le tendenze di oltre un secolo di storia dellʼarte.
Ammirare le loro opere è come fare un viaggio appassionante alla ricerca del genio visionario di una famiglia di talenti.
Nel periodo in cui i Brueghel creavano le loro opere il Rinascimento italiano concentrava l’attenzione sull’ideale della figura umana e con le opere di Michelangelo, Leonardo e Tiziano ne esaltava la grandezza e le virtù.
Nelle Fiandre invece la visione è completamente diversa.
Pieter Brueghel il Vecchio, il capostipite della famiglia che conosce e apprezza la pittura italiana, si dedica alla realtà quotidiana della vita umana, ne indaga tutti i suoi aspetti senza escludere quelli più crudi e realistici, si sofferma sulle ombre e sui vizi dei contadini e dei mercanti, sulla fatica ma anche sull’allegria popolare spesso sguaiata e rozza.
Un’opera come Danza nuziale all’aperto (1610 circa) di Pieter Brueghel il Giovane è uno sguardo sulla vita per come effettivamente si svolgeva e quindi rappresenta fedelmente un momento di festa.
Se nel Rinascimento italiano la natura deve limitarsi a essere uno sfondo rispetto alla magnifica superiorità dell’uomo, nella pittura fiamminga, e in particolare nello stile di Brueghel, la Natura assume il ruolo di vera protagonista della storia umana e viene rappresentata con cura nel dettaglio.
I Brueghel sono veri maestri del dettaglio e specialisti nella pittura di animali, di fiori, di oggetti e rappresentano la Natura come un elemento che sovrasta l’uomo, spesso sottomesso di fronte alla sua potenza.
Pieter Brueghel il Vecchio è l’inventore di un codice pittorico che diventa un marchio e di uno stile a cui i suoi eredi rimarranno fedeli per oltre due secoli.
La rivoluzione della pittura fiamminga non considera l’uomo quale centro dell’universo ma lo porta a essere parte di un mondo più forte e complesso. Anche per gli effetti della Riforma protestante e delle teorie calviniste, l’attenzione dell’arte si sposta verso il primato della natura, che soprattutto Jan Brueghel il Vecchio detto dei Velluti, dipinge con meticolosa attenzione nel Riposo durante la fuga in Egitto (1602-1605 circa) e nel Paesaggio fluviale con bagnanti (1595-1600 circa).
Con queste opere inizia il percorso per una nuova percezione della realtà, nasce lo stupore e il senso del limite umano di fronte alla potenza degli elementi di un mondo minaccioso ma attraente.
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