Sei pronto a intraprendere un viaggio straordinario nel cuore dell’Africa, esplorando tesori nascosti e storie dimenticate? Sono felice di annunciare che a Torino si svolge la straordinaria mostra “Africa. Le collezioni dimenticate”, un’esperienza che getta una luce nuova su un passato ricco di connessioni tra l’Italia e il continente africano. Preparati a immergerti in una narrazione avvincente che rivela la bellezza dell’arte e della cultura africana, mentre scopriamo insieme il fascino di questa esposizione eccezionale.
AFRICA. Le collezioni dimenticate in mostra ai Musei Reali di Torino
La mostra “Africa. Le collezioni dimenticate”, che si svolge presso le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino dal 27 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024, è il risultato di un impegno straordinario da parte dei Musei Reali, della Direzione regionale Musei del Piemonte e del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino.
Grazie a sforzi congiunti di recupero e restauro, centinaia di opere provenienti dalle collezioni africane dei Musei Reali e della Direzione regionale Musei sono state riportate al loro antico splendore. Questo straordinario lavoro ha incluso la collaborazione tra gli esperti di storia africana e le comunità di origine, creando un dialogo interculturale che getta un ponte verso la realtà contemporanea dei nuovi cittadini, provenienti in particolare dal corno d’Africa.
LE CINQUE SEZIONI DELLA MOSTRA
La mostra “AFRICA. Le collezioni dimenticate” in mostra ai Musei Reali di Torino è suddivisa in cinque sezioni coinvolgenti, ognuna delle quali rivela una parte preziosa della storia e della cultura africana.
“Italiani in Africa: esploratori, avventurieri e consoli” introduce alle raccolte dei pionieri italiani che hanno esplorato e interagito con l’Africa tra il 1857 e il 1890. Da Giacomo Antonio Brun Rollet, l’esploratore delle sorgenti del Nilo in Sudan, a Vincenzo Filonardi, armatore e console a Zanzibar, e a Giuseppe Corona, attivo in Congo, queste storie ci portano indietro nel tempo e attraverso terre lontane.
La sezione successiva, “Le vie dello sfruttamento: ingegneri in Congo”, getta luce sul ruolo degli ingegneri e dei tecnici torinesi nell’edificazione delle infrastrutture coloniali in Congo. Un panorama di armi, strumenti musicali, tessuti e oggetti artistici e d’uso quotidiano offre uno sguardo approfondito su come la tecnologia e la creatività si sono intrecciate in un contesto complesso.
La spedizione del Duca degli Abruzzi e di Vittorio Sella sul massiccio del Rwenzori, al confine tra Uganda e Repubblica Democratica del Congo, è il fulcro della sezione “Conquistare la montagna: il Rwenzori”.
Attraverso una serie di straordinarie immagini fotografiche, questa parte della mostra ci trasporta in un’avventura epica, in cui uomini e montagne si sfidano in un duello di bellezza e potenza.
La sezione “Dalla spartizione dell’Africa all’aggressione coloniale” mette in luce gli scambi diplomatici, i doni e le sfide emerse dalle regioni dell’Eritrea, Cirenaica e Tripolitania, Somalia ed Etiopia. Questa parte della mostra ci fa riflettere sulle dinamiche complesse che hanno plasmato le relazioni tra nazioni e culture.
Infine, nell’ultima sezione, l’artista etiope Bekele Mekonnen Nigussu ci invita a una rielaborazione contemporanea delle relazioni documentate nelle opere esposte. La sua installazione finale ci sfida a considerare come l’arte possa creare ponti tra passato e presente, stimolando discussioni significative e arricchenti.
INFORMAZIONI SULLA MOSTRA
La mostra “Africa. Le collezioni dimenticate” non è solo un’esposizione di opere d’arte, ma un viaggio nel tempo e nelle culture che hanno plasmato il nostro mondo.
AFRICA.
Le collezioni dimenticate
Musei Reali – Sale Chiablese
Piazzetta Reale, Torino
27 ottobre 2023 – 25 febbraio 2024
Attraverso il lavoro instancabile dei Musei Reali, della Direzione regionale Musei e del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino, questi tesori dimenticati sono stati portati alla luce per ispirare riflessioni profonde e discussioni avvincenti. Un grazie speciale alla Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura e a tutti coloro che hanno reso possibile questa straordinaria esperienza.
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