ARTE NEL CINQUECENTO: IL RINASCIMENTO E IL MANIERISMO
Comprendere l’arte nel Cinquecento significa affrontare i grandi artisti dell’arte occidentale, quelle personalità che hanno influenzato tutti gli artisti che sono venuti dopo e che, ancora oggi, riescono ad essere un modello o un punto di riferimento a cui guardare.
Hai capito a chi mi riferisco?
In questo post ti racconto l’evoluzione dell’arte nel Cinquecento e di come, verso la fine del secolo, tutto subisce un nuovo cambiamento e si prepara la strada a nuovi stili.
Arte nel Cinquecento
Il Rinascimento è un periodo che dura due secoli, il Quattrocento e il Cinquecento.
Dopo averti raccontato l’Arte nel Quattrocento: il primo Rinascimento e la rinascita dell’arte ora racconto quali sono le caratteristiche dell’arte nel Cinquecento.
Pronto? si parte!
ARTE NEL CINQUECENTO: GLI ARTISTI
L’arte nel Cinquecento ha tre protagonisti: Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Raffaello Sanzio.
Il loro stile e le loro opere avranno un’influenza senza precedenti sugli artisti del loro tempo e dei secoli successivi e anche oggi ogni artista, prima o poi, si trova a misurare le proprie capacità e convinzioni prendendo come riferimento questi grandi artisti.
L’importanza di questi tre giganti della storia dell’arte oltrepassa i confini italiani e si diffonde in tutto il mondo occidentale, dominando tutta la produzione artistica del Cinquecento.
Leonardo, Michelangelo e Raffaello sono i primi artisti veramente autonomi, che scelgono i principi, i sovrani oppure i papi per cui lavorare. Inoltre, hanno uno stile unico e riconoscibile.
Questa caratteristica diventa comune a tutti gli artisti del tempo e, infatti, mentre questi tre grandi realizzavano i grandi capolavori della storia dell’arte contemporaneamente altre personalità artistiche stavano compiendo un percorso simile.
A Venezia c’era Tiziano Vecellio, artista ufficiale della Repubblica Serenissima ma anche pittore prediletto dall’imperatore Carlo V, mentre a Parma c’era Correggio che fu precursore della pittura barocca con le sue illusioni prospettiche.
ARTE NEL CINQUECENTO: LA BOTTEGA
La bottega come luogo di lavoro e raggruppamento di artisti (spesso appartenenti allo stesso gruppo familiare) nasce nel Quattrocento ma è nel Cinquecento che gli artisti sviluppano al massimo questo modello di lavoro.
Il solo luogo di formazione per un artista era la bottega, dove i giovani potevano svolgere un apprendistato e imparare i segreti del mestiere da un maestro.
Al termine di questo periodo di formazione un ragazzo non era solo competente dal punto di vista tecnico ma aveva acquisito le competenze necessarie per soddisfare tutte le richieste di un committente.
Tutti i grandi artisti hanno avuto maestri importanti e, infatti, Leonardo fu allievo di Verrocchio, Michelangelo di Ghirlandaio, Raffaello di Perugino.
Per tutti gli approfondimenti su questo tema ti consiglio di leggere il post Artisti del Rinascimento: la bottega di un artista, dove ho elencato anche le migliori botteghe tra Quattrocento e Cinquecento.
Alle botteghe e ai loro maestri si rivolgono i committenti per ottenere le opere da esporre nelle loro residenze private oppure in occasioni ufficiali.
Veniva stabilito il soggetto e veniva sottoscritto un vero e proprio accordo in cui si fissava anche il prezzo, che nella maggior parte dei casi si basava sulla quantità e la qualità dei materiali usati.
Se il soggetto veniva scelto dal committente, all’artista rimaneva la libertà nelle scelte tecniche e compositive.
Anche gli allievi partecipavano nella creazione dell’opera per portarla a termine, anche se era il maestro a impostare tutto il lavoro e a vigilare sul proseguo dei lavori, soprattutto quando si trattava di opere particolarmente importanti.
La bottega era una vera e propria impresa e alcuni artisti, come Tiziano Vecellio a Venezia ad esempio, erano in grado di far fronte a tante richieste, grazie a un’organizzazione del lavoro impeccabile, e in cui non si potevano ammettere errori grossolani oppure ritardi.
ARTE NEL CINQUECENTO:IL MANIERISMO
Il Cinquecento è il secolo in cui i grandi cambiamenti iniziati nel Quattrocento trovano compimento, ma è anche un secolo caratterizzato da grandi sconvolgimenti politici e spirituali.
Il secolo fu dominato dalla riforma protestante e dalla figura di Martin Lutero, ma anche il saccheggio di Roma del 1527 da parte dei Lanzichenecchi di Carlo V.
Questi furono i grandi avvenimenti che sconvolsero il mondo e anche l’arte non è indifferente.
Se da un lato ci sono i grandi artisti, dall’altro l’arte nel Cinquecento vede l’emergere di artisti che trovano nuovi modi per esprimere le loro idee sulla religione e sulla vita, sperimentando anche nuove composizioni in grado di esprimere i sentimenti.
Artisti come Pontormo, Rosso Fiorentino e Giulio Romano trovano una sintesi delle invenzioni geniali dei grandi artisti del Rinascimento e individuano una nuova strada.
Per molto tempo questi artisti sono stati considerati degli imitatori di una maniera di dipingere e di realizzare opere d’arte senza inventare nulla. Per questo vengono definiti manieristi.
In realtà vanno oltre le regole e trovano un modo nuovo di esprimersi e di dare forma allo spazio, senza per forza voler raggiungere la perfezione come la si intendeva fino ad allora: perfezione delle proporzioni e composizioni di tipo classico.
Giulio Romano, nella celebre Sala dei Giganti a Mantova, crea una visione che avvolge e coinvolge lo spettatore, mentre Tintoretto a Venezia realizza opere scenografiche e in cui il movimento dei personaggi e gli spazi profondi dominano opere che raccontano storie dinamiche.
Il Manierismo è un momento molto creativo dell’arte e per questo gli ho dedicato un post speciale. Per approfondire, quindi, ti consiglio di leggere Manierismo: le opere e gli artisti di un periodo di svolta.
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