Canova da Venezia a Roma
Terza puntata dedicata alle sale canoviane del Museo Correr di Venezia, che permettono finalmente di ammirare quelle opere che un tempo erano disseminate all’interno del museo in un ambiente che valorizza sculture, oggetti e disegni di Canova, ma che allo stesso tempo si inserisce perfettamente all’interno dello spazio museale.
In questo post vi illustro la sala dedicata al percorso che portò Canova da Venezia a Roma, dove diventò il massimo esponente del Neoclassicismo.
Antonio Canova riceve la sua prima formazione nell’ambiente famigliare, che era composto da abili scalpellini, e presso le botteghe degli scultori che lavoravano tra Asolo e Venezia.
Orfeo ed Euridice (1775-1776) è la prima prova delle grandi abilità del giovanissimo Canova, che realizza quest’opera per la residenza del senatore Giovanni Falier presso Asolo.
Il suo primo vero capolavoro però è un’altra opera esposta nelle sale canoviane del Museo Correr di Venezia e che gli permise di fare il viaggio a Roma che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.
L’opera è Dedalo e Icaro (1777-1779), commissionata dalla famiglia veneziana dei Pisani caratterizzata da una passione per l’arte e la bellezza.
Dedalo e Icaro garantisce ad Antonio Canova il denaro necessario per raggiungere Roma nel 1779 e completare la sua formazione, a diretto contatto con i modelli originali dell’arte classica, in un ambiente dove incontri e frequentazioni furono fondamentali per la sua carriera.
La definitiva consacrazione come scultore arriva proprio a Roma, infatti, con i Monumenti funebri a Papa Clemente XIV e Clemente XIII, di cui il Museo Correr espone i calchi in gesso di alcune parti di queste opere: il Busto di Papa Clemente XIII, il Busto ella Religione, i rilievi con Carità e Speranza.
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