Il post di oggi è realizzato in collaborazione con St-ART ed è dedicato all’approfondimento di un luogo speciale che si trova a Venezia.
Mi emoziona particolarmente scrivere queste poche righe, perché vi racconto di un luogo a me molto caro e dove ho trascorso dei mesi entusiasmanti.
Il luogo è la Fondazione Querini Stampalia, che è un universo a sé all’interno della città di Venezia, trattandosi di un Palazzo che è visitabile come un Museo, ma a cui si può accedere anche come utente della Biblioteca che si trova al suo interno, e che è uno spazio che accoglie costantemente l’arte contemporanea.
Fondamentalmente la Querini è un’autentica “fabbrica” culturale e, anche se defilata rispetto percorsi classici che portano i turisti a Venezia, continua da anni a collaborare con grandi architetti e artisti affermati, plasmando se stessa e anche un po’ la vita delle persone che la frequentano, come è accaduto a me 😉
Carlo Scarpa (1906-1978) – giardino (1959-1963). Fondazione Querini Stampalia, Venezia.
Sono molte le storie che s’intrecciano presso la Fondazione Querini Stampalia e in questo post vi racconto del segno indelebile lasciato qui da Carlo Scarpa.
Nel 1949 la Fondazione affida al famoso architetto Carlo Scarpa il compito di sistemare una parte del piano terra ed il giardino del Palazzo, ma i lavori saranno realizzati solo dieci anni più tardi e grazie alla direzione di Giuseppe Mazzariol, amico dell’architetto nonché storico dell’arte, animatore culturale e promotore di una visione di Venezia allargata alle migliori esperienze internazionali.
Il giardino alterna elementi nuovi e antichi, che dialogano con la storia del Palazzo e si valorizzano vicendevolmente.
Si tratta di uno spazio verde che unisce elementi architettonici moderni e antichi e che accoglie l’acqua come elemento fondamentale e in sintonia con la città in cui si trova.
Passeggiando sembra ad un certo punto di trovarsi all’interno di un giardino giapponese per la composizione rigorosa, ordinata e che sembra voglia trasmettere la pace interiore.
La cura dei dettagli è eccezionale e mi stupisce ogni volta per la perfetta armonia con gli interni del piano terra che l’architetto rielaborò e che oggi dialogano anche con quelli di un’altro grande architetto come Mario Botta.
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