CENACOLO VINCIANO: 5 COSE DA SAPERE
C’è un capolavoro dell’arte che mi ricorda una fase precisa della mia vita, e voi ce l’avete un’opera così?
La mia opera è il Cenacolo Vinciano.
Credo che le opere d’arte, e in particolare i grandi capolavori, siano un po’ come quelle canzoni, che quando capita di riascoltarle fanno riemergere le sensazioni provate in un momento speciale.
Ecco quando rivedo un solo dettaglio del Cenacolo Vinciano mi viene da sorridere perchè mi ricorda il giorno in cui lo vidi per la prima volta e in cui ho scoperto quali sono le 5 cose che fanno del Cenacolo di Leonardo da Vinci un vero capolavoro.
Alla fine del post vi racconto il momento in cui ho ammirato per la prima volta il Cenacolo Vinciano, intanto però vi dico quali sono secondo me le 5 cose che fanno di quest’opera un’opera bellissima.
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Il Cenacolo Vinciano è un’opera che, insieme alla Gioconda, è entrata nell’immaginario collettivo occidentale e infatti quando si sente parlare dell’Ultima Cena alla maggior parte di noi viene in mente proprio l’opera di Leonardo da Vinci.
Ma cosa conosciamo veramente di quest’opera?
Vediamo quali sono le 5 cose che bisogna sapere per conoscere il Cenacolo.
1 – DOVE SI TROVA IL CENACOLO VINCIANO
Il Cenacolo Vinciano viene realizzato da Leonardo da Vinci tra il 1495 e il 1498 per decorare il refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, dove ancora oggi è conservato.
Leonardo era arrivato a Milano nel 1482 desideroso di mettersi alla prova alla Corte di Ludovico il Moro, dando libero sfogo al suo talento creativo in una delle città più grandi d’Europa a quel tempo.
Ludovico il Moro sfrutta le abilità di Leonardo da Vinci e gli assegna molti incarichi in qualità di architetto, pittore, scultore e ingegnere.
Tra le opere che vengono commissionate all’artista c’è anche il Cenacolo, destinato a diventare un capolavoro della storia dell’arte.
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2 – LA CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE E IL CENACOLO
Nel 1494 Santa Maria delle Grazie a Milano, sede dell’ordine dei Domenicani, diventa il luogo in cui Ludovico il Moro intende celebrare la propria famiglia, gli Sforza.
La chiesa e il convento di Santa Maria delle Grazie vengono ristrutturati completamente e tra gli artisti coinvolti c’è anche Leonardo Da Vinci.
Leonardo sceglie il tema dell’Ultima Cena per decorare il refettorio del convento, rappresentando il momento esatto in cui Gesù rivela ai discepoli che uno di loro lo tradirà.
La descrizione completa dell’opera la leggete nel post che ho dedicato al Cenacolo di Leonardo.
3 – IL CENACOLO VINCIANO E I SENTIMENTI
La scena dipinta da Leonardo è carica di emozioni e di sentimenti opposti tra loro.
In ogni volto si può osservare un atteggiamento diverso, dallo stupore alla meraviglia, dalla rabbia all’incredulità.
Leonardo da Vinci è considerato l’artista che ha inserito nei ritratti i sentimenti più profondi. L’espressione dei volti, i gesti e le posizioni del corpo erano per lui la conseguenza visibile di quelli che definiva “i moti dell’animo”, ovvero tutte le sensazioni e i sentimenti che l’essere umano cela dentro di sé.
Il Cenacolo Vinciano è una carrellata di tutte le emozioni e i sentimenti che ciascun protagonista della scena prova in quel determinato istante della storia dell’umanità.
4 – IL CENACOLO VINCIANO NON E’ UN AFFRESCO
La superficie che Leonardo da Vinci ha a disposizione è enorme.
Si tratta di una vera sfida per un genio come lui: 4 metri e mezzo di altezza e 9 di larghezza.
L’artista avrebbe potuto scegliere la tecnica dell’affresco per il suo capolavoro ma, richiedendo un’esecuzione rapida ed essendo lui noto per l’estremo perfezionismo e la lentezza, sceglie di sperimentare una tecnica nuova.
Leonardo decide di intonacare la parete e di dipingere l’opera come se avesse davanti a sé una tela, anziché fare un affresco stende il colore con una tecnica mista a secco.
Il risultato è perfetto nell’esecuzione, ma disastroso per la sua conservazione.
L’opera già dopo pochi anni è in pericolo e richiede costanti restauri, che sono proseguiti fino ai giorni nostri con continui interventi di salvataggio e di monitoraggio della situazione.
La superficie pittorica, se vista da molto vicino, appare sgretolata ed è testimonianza delle continue sperimentazione e invenzioni leonardesche, che hanno coinvolto tutti i settori in cui l’artista si è cimentato.
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5 – I MISTERI DEL CENACOLO VINCIANO
La delicatezza e il persistente rischio che il Cenacolo Vinciano venga perduto per sempre, ha contribuito ad aumentare i presunti misteri sull’opera.
In realtà per molto tempo il capolavoro non era quasi più leggibile e si riteneva ormai perduto per sempre.
L’ultimo restauro del Cenacolo Vinciano è durato quasi 20 anni e ha permesso il recupero della leggibilità della quasi totalità dell’immagine.
Terminato nel 1999, è considerato uno degli interventi più complessi nel campo della conservazione del patrimonio artistico.
Un lavoro lungo e impegnativo che ha permesso di scoprire come il tempo e i restauri del passato avessero completamente stravolto l’opera di Leonardo.
Ad esempio i capelli di San Matteo si erano trasformati da biondi a scuri, ma anche alcune delle labbra degli altri protagonisti da aperte, in segno di stupore, erano state chiuse. Tutti particolari che, una volta riposati alla luce, hanno fornito una nuova visione e che soprattutto hanno restituito i veri tratti disegnati alla fine del 1400 da Leonardo.
IL MIO CENACOLO VINCIANO: STORIA DI UN COLPO DI FULMINE!
All’inizio del post vi avevo promesso di spiegarvi cosa mi lega in modo speciale al Cenacolo Vinciano.
La prima volta che ho visto il Cenacolo era il 1999 (nel secolo scorso! ? ) e mi capitò un’occasione unica … ammirare l’opera di Leonardo dai ponteggi che erano stati allestiti quasi vent’anni prima per il restauro più delicato che la storia dell’arte ricordi.
In quel periodo nessuno, tranne addetti ai lavori e pochi fortunati, poteva ammirare la famosa parete dipinta da Leonardo da Vinci e non mi resi conto subito della fortuna che avevo finché non mi trovai a pochi centimetri dai personaggi che avevo visto solamente su qualche libro oppure in televisione.
Probabilmente fu in quel momento che realizzai che tanta bellezza doveva essere raccontata in modo nuovo.
La mia era una guida d’eccezione, era la dott.ssa Pinin Brambilla che al termine del restauro più importante di sempre, mi ha permesso di capirne non solo le complessità ma anche di scoprire che in quell’opera c’è tutto di Leonardo da Vinci: la precisione, l’intelligenza e la profonda comprensione di un evento narrato nei Vangeli.
Non va dimenticato che un’opera come il Cenacolo Vinciano non era solo tecnica, ma richiedeva una riflessione su un testo sacro, che Leonardo conosceva perfettamente e a cui ha voluto d’arte un’anima.
Ecco è questo che mi lega al Cenacolo Vinciano.
Un’opera d’arte non è solo fatta di colore e tecnica, ma soprattutto di storie personali che diventano universali.
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Per Leonardo da Vinci la Gioconda, vista annualmente da milioni di visitatori al Louvre, potrebbe essere un’ultima Madonna che apparirà in tempi apocalittici, (Madonna di Medjugorje?), senza il Bambino con sé, contrariamente alle molte Madonne da lui precedentemente dipinte. Monna Lisa è la Madonna che precede il Giudizio Universale, di Michelangelo e quello finale ad opera del Figlio. Michelangelo Buonarroti, nella somiglianza tra il Cristo Giudice del Giudizio Universale e la figura di Aman della volta nella Cappella Sistina, persecutore biblico degli ebrei, avrebbe indicato la futura somiglianza apparente tra Gesù è l’Anticristo, come aveva scritto nei primi secoli il Padre della Chiesa Sant’Ippolito di Roma. Cfr. ebook/kindle L’Apocalisse secondo Leonardo e Michelangelo.
Un’opera delle più affascinanti mai prodotte. Un tenero ricordo quando studiavo alla Cattolica e frequentavo le lezioni di inglese al collegio san Carlo proprio di fronte a Santa Maria delle Grazie. Ai tempi si poteva entrare senza rendez-vous, tanti anni fa. Per me era un momento di pura riflessione passere 10 minuti di fronte a tale capolavoro umano. Ai tempi studiavo le lingue che mi sarebbero servite nel mio mestiere di traduttore letterario pur non dimenticandomi della mia vena artistica ( frequentai il Liceo artistico diplomandomi tanti anni or sono). Traduttore si ma con l’arte sempre nel cuore.
Che bella storia Elisabetta e che bello il tuo legame con il Cenacolo.
Questo capolavoro non solo è bello e ricco di significati, ma mi stupisce ogni volta come sia in grado di entrare a far parte delle vite di chi lo ammira, anche dei semplici turisti.
Credo siano veramente poche le opere al mondo capaci di creare un legame con chi osserva. 🙂
Grazie per il vostro lavoro!