I GRANDI MAESTRI DEL CINQUECENTO
Spesso in questo blog scrivo di artisti e di movimenti dando per scontato che tutti sappiano collocarli nel giusto periodo storico.
Una lettrice però mi ha lasciato un commento sul profilo Facebook che mi ha fatto pensare, perché lei vive negli Stati Uniti, è appassionata di moda ma le piace anche l’arte che conosce poco e mi chiede sempre informazioni in più su un quadro oppure uno dei capolavori che pubblico.
Quindi ho deciso di dedicare un po’ di spazio ad alcuni grandi temi pensando a lei e a chi vuole saperne di più degli artisti di cui scrivo.
Inizio con l’arte italiana del Cinquecento.
Il Cinquecento è il periodo della massima diffusione in Europa dell’arte italiana.
Nonostante la situazione politica italiana fosse caotica, Roma diventa un’importante centro per la diffusione delle arti e della cultura, ma anche Firenze, Milano e Venezia sono centri importanti.
Nel secolo precedente, il Quattrocento, si erano formate le prime collezioni di antichità grazie ad alcune ricche famiglie, tra cui le più importanti furono le collezioni d’arte papali, di Giulio II e di Paolo III Farnese.
Il confronto degli artisti del ‘500 con l’arte classica porta nuove ispirazioni e se Leonardo agli inizi del secolo è ormai sul finale di carriera, la sua eredità e la contemporanea attività di altri artisti contribuisce alla nascita di alcuni grandi capolavori.
Il Cinquecento si apre con tre grandi protagonisti, i tre grandi maestri dell’arte italiana: Leonardo, Michelangelo, Raffaello.
L’influenza del loro stile e della loro concezione dell’arte avrà una portata unica, capace di oltrepassare i confini regionali e della penisola italiana, dominando sul mondo della produzione artistica del Cinquecento.
Solo Tiziano a Venezia può competere con i tre maestri e imporre uno stile originale e che sia in grado di dominare in campo internazionale.
LEGGI ANCHE: per saperne di più su Leonardo vai al post sul Cenacolo di Leonardo oppure vai alla descrizione del Trionfo di Galatea, uno dei capolavori di Raffaello.
La grande rivoluzione di questi artisti sta tutta nell’essersi affermati come personalità artistiche individuali, elaborando ciascuno uno stile che supera le regole in cui fino allora si era espressa l’arte.
Se nel medioevo l’artista era considerato un artigiano, adesso il suo ruolo cambia completamente perché la pittura, la scultura e l’architettura iniziano ad essere considerate attività intellettuali, come la letteratura e la poesia.
Gli artisti del Cinquecento mantengono un punto di vista soggettivo e allo stesso tempo descrivono il mondo e i suoi significati attraverso un linguaggio universale, che va oltre i confini dello spazio e del tempo.
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