Collezionisti e Futuristi
Collezionisti e Futuristi. La ricorrenza del primo centenario della morte di Umberto Boccioni sta accendendo di nuovo l’interesse su questo importante artista del Novecento, ma anche sul Futurismo.
Il 2016 è già caratterizzato da un forte interesse per la mostra dedicata proprio a Boccioni presso il Palazzo Reale di Milano (a cui ho dedicato il post Boccioni. Genio e Memoria) e al percorso espositivo del Museo del Novecento di Milano sulla stagione “prefuturista”.
Il Futurismo è stato per decenni contrastato dalla critica, che lo aveva etichettato come movimento fascista e non trovava spazio nel dibattito sull’arte contemporanea del secondo dopoguerra. Inoltre è stato ignorato dal collezionismo per molto tempo,
Il motivo è che gli artisti Futuristi si schierarono sempre, erano politicamente attivi e molti aderirono al Fascismo, come vi ho accennato nel post sul Futurismo.
Fu riscoperto solo negli anni Settanta del Novecento e da allora le opere dei futuristi sono diventate l’oggetto del desiderio di molti.
E’ sempre complesso stabilire il momento in cui un artista oppure un movimento tornano ad essere apprezzati.
Per il Futurismo forse i tempi erano ormai maturi alla fine degli anni Settanta oppure fu grazie ad una mostra dal titolo Futurismo e Futuristi, organizzata nel 1986 a Venezia presso Palazzo Grassi che tutto cambiò.
In ogni caso l’interesse è cresciuto sempre di più ed è iniziata una sorta di caccia alle opere futuriste da parte di collezionisti e dei musei.
La pioniera nel collezionare opere dei Futuristi è stata certamente Peggy Guggenheim e nell’ultimo film sulla sua vita (ho visto in anteprima il film e ve l’ho raccontato nel post Peggy Guggenheim Art Addict) lei stessa accenna alla sua amicizia con Severini e Balla.
Negli anni Settanta fu Alfred Barr, il primo direttore del MoMA di New York, ad assicurarsi alcune opere strepitose del Futurismo, come la celebre Città che sale di Umberto Boccioni ,che non interessava ai musei italiani.
Particolarmente importante fu l’asta che si tenne nel 1990 da Sotheby’s a New York, che mise in vendita la collezione Malbin.
Lydia Winston Malbin aveva raccolto negli anni Cinquanta molte opere futuriste e nessuno pensava che immettere quelle opere nel mercato avrebbe suscitato tanto interesse e, infatti, furono stabiliti alcuni record d’asta che per molto tempo rimasero imbattuti.
La maggior parte delle opere degli artisti del Futurismo appartiene ora ai musei più importanti del mondo, ma il mercato è sempre in movimento e forse non immaginate di poter trovare ancora delle opere in vendita con una base d’asta sorprendentemente bassa (a partire dai 300 € !).
Se siete curiosi e volete provare ad entrare nel mondo delle aste, che non è inaccessibile come sembra, potete andare a Roma per vedere la mostra di alcune opere futuriste che saranno messe all’asta.
Il 28 aprile 2016 la Minerva Auctions presenta un’asta di Arte Moderna e Contemporanea a Palazzo Odelscalchi a Roma.
L’asta è preceduta da una mostra assolutamente gratuita e ad ingresso libero (dal 23 al 27 aprile 2016), in cui potrete ammirare gli oltre quattrocento lotti che andranno sotto il martelletto del battitore, ma soprattutto i dipinti, le serigrafie, i disegni, le chine su carta dei protagonisti del Futurismo.
Tra gli artisti esposti e messi all’asta trovate: Gino Severini, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Fortunato Depero, Gerardo Dottori, Mario Sironi ed Enrico Prampolini.
Potreste scoprire che vi potete permettere di realizzar un sogno e di portarvi a casa un’opera di Severini oppure di Balla.
INFO
ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – ASTA 123
Giovedì 28 aprile 2016 – Ore 11.00 e 15.00
ESPOSIZIONE: da sabato 23 a mercoledì 27 aprile dalle 10 alle 18, compreso lunedì 25 aprile