Cosa vedere a Padova senza spendere un centesimo
Cosa vedere a Padova. Padova è la città delle meraviglie secondo me, perché con una semplice passeggiata ti permette di attraversare una storia lunga secoli e che ha come protagonisti i più importanti artisti della storia dell’arte.
In questo post vi propongo un itinerario breve per una passeggiata a costo zero, ma che potrà sorprendervi.
A seconda di quanto velocemente procederete e di quante pause vi concederete, la passeggiata che vi propongo durerà da una a due ore. Ma è pur sempre una passeggiata e quindi vi consiglio di procedere con calma.
Si parte dai Giardini dell’Arena al cui interno si trova la Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto, la prima delle principali attrazioni della città ed i Musei Civici agli Eremitani che ho visitato non molto tempo fa.
Potete accedere ai giardini gratuitamente, ma per vedere i Musei dovete pagare il biglietto d’ingresso e non sono previste giornate con biglietto gratuito, mentre per la Cappella degli Scrovegni dovrete fare anche una prenotazione perché è ovviamente una delle mete obbligate per tutti i turisti di passaggio che vogliono visitare Padova.
Accanto ai giardini c’è la Chiesa degli Eremitani, che al suo interno conserva uno dei capolavori di Andrea Mantegna: la Cappella Ovetari.
L’ingresso alla Chiesa è libero e si possono ammirare le opere sopravvissute al terribile bombardamento che l’11 marzo 1944 distrusse quasi completamente questo luogo.
La Cappella Ovetari di Mantegna è solo la tappa finale di un succedersi di capolavori che si trovano lungo la navata centrale della Chiesa, dove artisti come Giusto de’ Menabuoi e Guariento hanno lasciato i loro capolavori.
L’importanza degli affreschi del Mantegna è data dal fatto che la storia entra nelle vicende descritte e l’architettura fa parte della narrazione amplificando le emozioni. Andrea Mantegna ha sempre usato le composizioni architettoniche per stupire e raccontare storie e a Padova s’intravede lo stile che lo renderà famoso e che avrà nella Camera degli Sposi a Mantova il suo più grande capolavoro.
Dai Giardini dell’Arena potete proseguire lungo Via Cavour e arrivare al Caffè Pedrocchi, luogo d’incontro cittadino sin dall’Ottocento. Qui si sono incontrati gli intellettuali e gli studenti che svilupparono le idee per un’Italia unita e indipendente. Fermatevi qui per un caffè e immergetevi per almeno 20 minuti in un edificio fatto di storia, di passioni e di ideali.
Uscendo dal Caffè Pedrocchi arrivate in un attimo al Palazzo Bò, sede storica dell’Università fondata a Padova nel 1222 (fra le più antiche Università al mondo) dove si conserva il teatro anatomico inaugurato nel 1594.
All’interno, sul cortile cinquecentesco, si aprono le aule nelle quali per secoli si sono tenute le lezioni, dove maestri e allievi si sono incontrati e confrontati. In questi luoghi sono passati Nicolò Copernico, Pico della Mirandola, Ugo Foscolo e Galileo Galilei.
Dall’Università procedete verso Prato della Valle, uno dei simboli della città e seconda, per dimensioni, solo alla Piazza Rossa di Mosca.
La struttura attuale di Prato della Valle risale ad un grande progetto di recupero di quest’area della seconda metà del Settecento.
Da qui si può procedere verso la vicina Chiesa di santa Giustina, che ospita le tombe di Santa Giustina e dell’Evangelista Luca, oppure verso la Basilica del Santo, dove si conservano le reliquie di Sant’Antonio e le opere di Donatello.
Ora attendo i vostri commenti per sapere com’è stata la vostra passeggiata ed i vostri suggerimenti su cosa vedere a Padova.
Gia dalle prime letture sulla città di Padova trovo un itinerario molto interessante .
Molto interessante
Mi fa piacere che sia interessante 🙂
Thank you !
Goethe, the famous German poet wrote about Prato della Valle, the anatomical theatre and Mantegna:
“The great square, called Prato della Valle, is a very wide space, where the chief fair is held in June. The wooden booths in the middle of it do not produce the most favourable appearance; but the inhabitants assure me that there will soon be a fièra of stone here, like that at Verona. One has hopes of this already, from the manner in which the ‘Prato is surrounded, and which affords a very beautiful and imposing view.”
“The anatomical theatre is a perfect model of the art of pressing students together. The audience are piled one above another in a tall, pointed funnel. They look down upon the narrow space where the table stands; and, as no daylight falls upon it, the professor must demonstrate by lamplight…”
“In the Church of the Eremitani I have seen pictures by Mantegna, one of the older painters, at which I am astonished. What a sharp, strict actuality is exhibited in these pictures! It is from this actuality, thoroughly true,—not apparent merely, and falsely effective, and appealing solely to the imagination,—but solid, pure, bright, elaborated, conscientious, delicate, and circumscribed; an actuality which had about it something severe, credulous, and laborious,—it is from this, I say, that the later painters proceeded (as I remarked in the pictures by Titian), in order that by the liveliness of their own genius, the energy of their nature, illumined at the same time by the mind of the predecessors, and exalted by their force, they might rise higher and higher, and, elevated above the earth, produce forms that were heavenly indeed, but still true. Thus was art developed after the barbarous period…”
Goethe was a poet and knew how to describe Italian beauties very well.