ACCENDERE LA SCINTILLA DELL’INFINITO CON DR GINDI
Conosciuta per le sue immagini ariose, Dr Gindi è una famosa scultrice di personaggi fragili e che presentano crepe, lacune e voragini. Opere che sembrano portarci verso la comprensione dell’infinito e dell’esistenza umana.
Ho fatto una chiacchierata con Dr Gindi per saperne di più sul suo lavoro e su come il tema dell’infinito sia legato alle grandi domande del nostro tempo.
Intervista a Dr Gindi
Caterina Stringhetta: Dr Gindi, il suo lavoro sembra trascendere l’iconografia classica della scultura e affronta il tema della condizione umana. Può raccontarmi della sua idea di l’infinito?
Dr Gindi: Ebbene, l’arte trasforma la realtà e la esaspera. I personaggi rappresentati nelle mie sculture sono alla ricerca di qualcosa che io chiamo infinito. Bisogna distinguere tra due aspetti: il mondo delle apparenze e quello delle sottigliezze infinite. L’infinito è ciò che lega entrambe. È fonte e ispirazione allo stesso tempo: la fonte del significato e l’ispirazione che sostiene la nostra esistenza sulla Terra. Certo, l’infinito è al di fuori dello spazio e del tempo, non pone confini. Noi sembriamo apparire dal nulla e scomparire nel nulla. Le mie sculture vogliono andare oltre la semplice apparenza. Per dirlo in una frase: il potere dell’infinito è la sua capacità di accendere la nostra vita. Prenda per esempio la mia scultura Flying into Life che mostra un personaggio sballottato dai raggi dell’universo. Pieno di energia, in movimento in avanti, accendendo la scintilla dell’infinito. È l’infinito che porta uno scopo e una passione alla nostra vita.
Caterina Stringhetta: la maggior parte degli artisti contemporanei si concentrano su tre temi fondamentali: identità, genere ed ecologia. Le sue opere, al contrario, vanno in una direzione completamente diversa e cercano di farci capire cosa significa essere umani. Come l’identità, il genere e l’ecologia si intrecciano con il suo lavoro? Inoltre, il tema dell’infinito può aiutare ad affrontare il presente e ad interpretare ciò che ci aspetta in futuro?
Dr Gindi: l’identità, il genere e l’ecologia sono ovviamente molto importanti per me. Questi temi fanno parte di un enigma più grande su cui cerco di riflettere continuamente: l’esistenza umana. Se riusciamo a rispondere alle domande essenziali dell’umanità, la nostra percezione di noi stessi cambierà, portandoci a capire la nostra identità, il genere e l’ecologia – potrebbe volerci una vita però. Le mie opere sono alla disperata ricerca del loro vero sé e del loro scopo nella vita.
Caterina Stringhetta: bene, cominciamo a parlare di identità. Qual è la sua identità dato che è di origine egiziana ma è cresciuta in Europa? Come si riflette la sua identità nella pratica artistica e come si traduce l’identità nell’infinito in tutto questo?
Dr Gindi: ci sono molte identità me e insieme ne formano una. Geneticamente sono per metà di origine nordafricana e per metà nordeuropea, ma entrambe si combinano in un’identità nuova. Nella mia indagine artistica, cerco di andare oltre gli stereotipi. Cerco di celebrare l’unità nella diversità e la libertà nell’infinito. Prenda la protagonista della mia opera Transfigured Immortality – una figura femminile simile a un faraone – che anela all’infinito senza limiti. È appoggiata al suo ultimo luogo di riposo e guarda in lontananza. La sua corona non simboleggia il potere ma il legame tra il cielo e la terra, l’origine e il destino.
Caterina Stringhetta: passiamo alla seconda triade tematica dell’arte moderna: il genere. Il tuo genere è cruciale per quello che sei? Il genere gioca un ruolo nella tua pratica? E infine, sei un artista femminista?
Dr Gindi: sono convinta che lo smantellamento del patriarcato sia un compito fondamentale per tutti noi. Eppure, il mio lavoro non si concentra solo su un mondo al femminile. Anche se molte delle mie sculture mostrano il corpo femminile lo scopo è esplorare la natura della dignità femminile attraverso il tempo e lo spazio mentre rifuggo dai vincoli imposti dai temi della lotta femminile vs maschile.
Prenda per esempio The Fateful Choice, uno dei miei ultimi lavori. Questa figura a grandezza naturale mostra una donna nuda con un coltello. Sta combattendo per la sua femminilità o piuttosto per l’umanità in generale, o forse per il suo vero sé?
Caterina Stringhetta: capisco, lei non nasconde il suo genere ma non lo sbandiera nemmeno a voce alta. Ora capisco perché il suo nome è Dr Gindi, un nome neutro rispetto al genere. Parliamo ora dell’ecologia. La natura è una fonte di ispirazione per lei? Riflettendo su rischi che corre il nostro pianeta, usa il suo lavoro per sensibilizzare e immaginare un futuro più sostenibile?
Dr Gindi: assolutamente, sono sempre in apprensione per la salute del nostro pianeta. La civiltà umana dipende da una natura fiorente e da una saggia gestione delle risorse naturali. Inoltre, credo che la salute umana e la salute del nostro pianeta siano indissolubilmente legate. Come essere umano – e come artista – voglio fare la differenza, sapendo però che l’arte da sola non può risolvere i problemi del mondo. Gli artisti non risolveranno il cambiamento climatico, la disuguaglianza e la povertà ma possiamo invitare al cambiamento. Questo è quello che avevo in mente quando ho creato The Horticurist dove ritraggo un giardiniere illuminato che sta facendo germogliare le sue piante con il suo infinito sé. L’opera fa parte di una recente serie che ho chiamato ‘Finding Ways’ (Trovare le vie).
PER SAPERNE DI PIÙ SU DR GINDI
Visita il Sito Web di Dr Gindi con le sue opere e le sue mostre.