ELLIOTT ERWITT: IL FOTOGRAFO DELLA COMMEDIA UMANA
Se c’è un fotografo che ha saputo cogliere le contraddizioni della quotidianità con ironia questo è certamente Elliott Erwitt, il fotografo che ha segnato un’epoca e che ancora continua a emozionare con i suoi scatti.
Le mostre sul suo lavoro sono sempre prese d’assalto dai visitatori, come la mostra Icons di cui vi ho mostrato qualche immagine, e anche la mostra Kolor, la prima grande retrospettiva di immagini a colori di Genova è un successo.
In questo post però non vi racconto la sua ultima esposizione, ma la sua vita.
Membro dal 1953 della storica agenzia Magnum, fondata da Henri Cartier-Bresson e Robert Capa, Elliott Erwitt ha raccontato gli ultimi sessant’anni di storia, cogliendo gli aspetti più drammatici ma anche quelli più divertenti della vita.
Non a caso è considerato il fotografo della commedia umana.
Marilyn Monroe, Fidel Castro, Che Guevara, Sophia Loren, Arnold Schwarzenegger, sono solo alcune delle celebrità colte dal suo obiettivo.
La fotografia più famosa di
Elliott Erwitt è quella che rappresenta un fatto di cronaca:
il volto velato di Jacqueline Kennedy e il suo sguardo perso nel
vuoto durante i funerali del marito John Fitzgerald. Accanto a lei si vedono i generali, gli uomini di stato e il profilo del
fratello Robert, il cui destino sarà drammatico come quello del fratello.
In un solo scatto Erwitt è riuscito a
raccontare un dramma privato e un fatto storico destinato a segnare il XX secolo.
VITA DI ELLIOTT ERWITT
Nato a Parigi nel 1928 da una famiglia russa di origini ebraiche, Elliott Erwitt trascorse l’infanzia in Italia, a Milano, e si trasferì definitivamente negli Stati Uniti nel 1939.
Durante i suoi studi alla Hollywood High School, Erwitt lavora in un laboratorio di fotografia che sviluppa stampe “firmate” per i fan delle star di Hollywood.
Nel 1948 incontra Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker, i quali apprezzano le sue fotografie e di fatto lo aiutano a far decollare la sua carriera professionale e viene invitato a diventare membro di Magnum Photos, ricoprendo la carica di presidente della prestigiosa agenzia nel 1968.
Nel 1949 torna in Europa, viaggiando e immortalando realtà e volti in Italia e Francia. Questi anni segnano l’inizio della sua carriera di fotografo professionista.
Chiamato dall’esercito americano nel 1951, continua a lavorare per varie pubblicazioni e, contemporaneamente, anche per l’esercito stesso, mentre soggiorna in New Jersey, Germania e Francia.
Nel 1953, congedato dall’esercito, Elliott Erwitt viene invitato da Robert Capa, socio fondatore, a unirsi a Magnum Photos in qualità di membro fino a diventarne presidente nel 1968 per tre mandati.
Oggi Erwitt è riconosciuto come uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi.
I libri di Erwitt, i saggi giornalistici, le illustrazioni e le sue campagne pubblicitarie sono apparse su pubblicazioni di tutto il mondo per oltre quarant’anni.
ELLIOTT ERWITT NON È SOLO UN FOTOGRAFO
Durante gli anni Settanta, pur continuando il suo lavoro di fotografo, Erwitt inizia a girare dei film e negli anni Ottanta produce diciassette drammi teatrali e programmi di satira, perchè un talento come il suo non si ferma mai.
Tra i suoi documentari, si ricordano Beauty Knows No Pain (1971), Red White and Blue Grass (1973), il premiato dall’American Film Institute The Glass Maker of Herat (1997).
Negli anni Ottanta Elliott Erwitt produce diciassette commedie satiriche per la televisione per la Home Box Office.
Dagli anni Novanta fino ad oggi continua a svolgere un’intensa vita professionale che tocca gli aspetti più disparati della fotografia.
Ad oggi, i libri di fotografia pubblicati da Erwitt sono più di 45, tra cui The Private Experience (1974), Son of Bitch (1974), Museum Watching (1998), Personal Best (2006), Elliott Erwitt’s Kolor (2013), Found, not Lost (2021).
ammè me piace Elliott Erwitt
Anche a me 🙂