Hopper on exhibition in Bologna
Hopper on exhibition in Bologna. According to some people Edward Hopper is a story teller, according to other people he’s the only artist capable of understanding ordinary life. But he himself defined his artistic path.
“If I could say it in words, there would be no reason to paint”- E. Hopper
Edward Hopper (1882-1967) was one of the most popular and famous American artists in the 21th century and Bologna will celebrate the man and the artist with an exhibition at Palazzo Fava on view from March 25th to July 24th 2016. Hopper was shy and taciturn; he loved sea horizons and the bright light of his studio. Edward Hopper painted the loneliness of the streets of Manhattan, empty shops, petrol stations, cafés open by night. The look of Hopper on man and life is not very distant from the look of Piero della Francesca as the exhibition arranged in Forlì shows. This exhibition at the end of a complex itinerary displays a painting by Hopper, in order to underline that two painters belonging to different and distant historic periods have come to the same conclusion: the visible nature has also a spiritual aspect which needs to be represented.
The exhibition at Palazzo Fava- Palazzo delle Esposizioni di Bologna displays a representative collection of Hopper’s whole artistic production, from the Parisian watercolours, to the landscapes, and the urban views of the 1950s and 1960s, through more than 60 works of art including the famous masterpieces such as “South Carolina Morning” (1955), “Second Story Sunlight” (1960), “New York Interior” (1921), “Le Bistro or the Wine Shop” (1909), “Summer Interior” (1909), and an extraordinary loan, the large painting entitled “Soir Bleu” (it’s about 2 meters long), which is the symbol of loneliness and human alienation, painted by Hopper in Paris in 1914.
It will be a journey through the production and all the techniques of an artist who is now considered as one of the great classic figure of the 20th– century painting.
The exhibition is curated by Barbara Haskell – curator of paintings and sculptures of the Whitney Museum of American Art – in collaboration with Luca Beatrice.
The Whitney Museum has housed several exhibitions dedicated to Edward Hopper, and, in addition, since 1968 has housed his inheritance: over 3,000 works including paintings, drawings and engravings.
INFO
Edward Hopper
From March 25th to July 24th 2016
Palazzo Fava, Bologna
LINK
http://www.genusbononiae.it
Putroppo sono espote solo 60 opere. Il tema degli interni e dei bar non viene rappresentato da quadri ad olio ma solo da bozzetti, a fronte di diverse opere del periodo parigino e post-parigino. Il percorso dovrebbe seguir un filone cronologico, che tuttaviadiventa tematico. Vale comunque la pena, anche per alcuni capolavori come Soir Bleu e Second story sunlight.
Mi sembra di capire Elisabetta, che sei rimasta un po’ delusa dalla mostra.
Sinceramente non sei la prima che mi dice che è un po’ confuso come percorso e ti dirò la verità, io avevo grandi aspettative che sono state deluse.
Infatti, questo è l’unico post che ho realizzato, lasciando spazio a quelle che mi sono piaciute 😉
Di fatto sono contenta di esserci andata per vedere i quadri di Hooper, fra tutti “Soir bleu” e “Second story sunlight”. In questo senso nel è valsa la pena. Apprezzo anche come ci si sforzi di organizzare mostre per attirare turisti in città e arricchire l’offerta culturale.
Per quanto riguarda la mostra in sé…io avevo letto un paio di librini su Hooper , quindi ero preparata, ma leggendo solo i pannelli e anche con l’audioguida, il percorso secondo me non rende giustizia alla carriera di questo pittore.
Il pittore ha raggiunto il successo a 40 anni; nella mostra non viene a mio avviso ben approfondito come si sia dovuto dedicare per anni all’acquaforte e alle illustrazioni pubblicitarie e il periodo dagli anni ’30 agli anni ’60 forse è trattato in modo… poco critico.
La sala multimediale finale per me (quella dove ci si può fotografare) è troppo distraente, l’avrei messa in un’altra stanza.
Mi spiace essermi persa la mostra monografica a Roma anni fa!
Realizzare una mostra su un artista con un percorso articolato come Hopper non è mai facile e si rischia sempre di sorvolare su molti aspetti.
Anche se io preferisco una mostra come quella di Hopper piuttosto che una mostra come quella in corso a Milano su Boccioni, che tratta solo la fase giovanile, ma per forza ha dovuto inserire opere anche più tarde, creando confusione nel percorso.
Ci vorrebbe sempre un giusto equilibrio e soprattutto pensare a chi verrà a vedere la mostra e magari non è preparato.