L’appuntamento più importante di giugno è sicuramente la Biennale di Venezia, e quest’anno gli spazi espositivi dei Giardini e dell’Arsenale a Venezia sono riservati alla 14. Biennale Architettura. Ho partecipato alle pazze giornate della Vernice, alle presentazioni e all’inaugurazione e ci sono voluti alcuni giorni per riflettere su tutto ciò che ho visto.
Sicuramente si tratta di una Biennale austera, su cui ha pesato molto lo scandalo “Mose”, specchio della voracità di una parte della classe dirigente italiana e delle inefficienze nel gestire le opere pubbliche. Ma quello di quest’anno è anche un evento in cui non si viene attratti sul piano visivo, ma che lascia molti spunti su cui riflettere perché il curatore Rem Koolhaas con “Fundamentals” ha voluto dare spazio all’Architettura e non agli Architetti, per avviare una ricerca proprio sui “fondamentali” del fare architettura.
Questa Biennale ospita 66 Padiglioni Nazionali di altrettante nazioni, 10 dei quali sono presenti per la prima volta (Costa d’Avorio, Costa Rica, Rep. Dominicana, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Kenya, Marocco, Mozambico, Nuova Zelanda e Turchia), ma la novità assoluta è che accoglie al suo interno tre manifestazioni complementari: Absorbing Modernity 1914-2014, Elements of Architecture e Monditalia, in cui si integrano e affiancano eventi e perfomance della Biennale Danza, Musica, Teatro e Cinema.
Si tratta di una Biennale che vuole riflettere sul ruolo dell’Architettura oggi e in cui tutti i Paesi partecipanti si interrogano su come nell’ultimo secolo sia nato un unicum architettonico quasi universale, che ha portato ad un progressivo annullamento delle identità nazionali. Inoltre c’è spazio anche per riconsiderare i “fondamentali”, ovvero gli elementi che ogni architetto in ogni tempo e luogo ha utilizzato (dal pavimento, al balcone, al bagno, etc…). C’è poi uno spazio speciale dedicato all’Italia, al di fuori del Padiglione nazionale, dove si rappresenta il Paese della Biennale come emblema della degenerazione architettonica della globalizzazione.
Non è di facile e immediata comprensione questa Biennale Architettura, ma quando lascio un evento come questo piena di dubbi, domande e spunti di riflessione ho sempre il sospetto di aver assistito ad un momento incredibile di produzione culturale. L’impressione è stata di essermi trovata dentro un gigantesco racconto ipertestuale, pieno di link, rimandi, citazioni, riferimenti, sguardi al passato e domande sul futuro. Tornerò a vederla sicuramente, prima della chiusura, perché tutto quello che aveva da dirmi questa Biennale non si è esaurito in poche giornate, ma è un racconto che si costruirà nel tempo.
INFO
14. Mostra Internazionale di Architettura – Fundamentals
7 giugno / 23 novembre 2014
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