Giotto a Milano
Il primo grande evento espositivo d’autunno, in Italia, è sicuramente la mostra “Giotto, l’Italia”.
Dopo avervi già mostrato le prime immagini delle opere esposte e dopo avervi dato tre buoni motivi per visitarla e quattro cose che devi sapere su Giotto, ora vi racconto le mie impressioni.
Nell’introdurre la mostra, durante l’inaugurazione, il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci ha detto che “Giotto ha inventato l’immaginario figurativo italiano”, così come Dante Alighieri ha inventato il linguaggio poetico e narrativo.
Perché Giotto, nonostante sia un artista un po’ trascurato, dall’immagine forse sfocata e che si perde nei ricordi scolastici dei più, rimane un pilastro dell’arte italiana proprio come Dante lo è per la letteratura e la poesia.
Giotto è stato un visionario e un rivoluzionario, che anche quando era all’apice del successo non si è accontentato ma è andato oltre.
Ha lavorato per cardinali, banchieri e ordini religiosi, da Milano a Napoli, attraversando tutta l’Italia e ovunque ha innovato lo stile degli artisti locali, cambiando per sempre il linguaggio artistico italiano.
In mostra è esposta anche un’opera di Giotto di cui ho già scritto, la “Madonna di San Giorgio alla Costa”, che è perfetta per comprendere in cosa consiste la rivoluzione giottesca.
Il racconto della mostra
L’ultima grande mostra dedicata a Giotto risale al 1937, quando agli Uffizi fu allestita un’esposizione per celebrare i 600 anni dalla morte dell’artista.
La mostra proponeva 8 opere ed entrò nella storia perché era unica nel suo genere e perché è di fatto un’impresa titanica riunire un numero così elevato di capolavori di Giotto, dato che la maggior parte sono inamovibili.
Quindi la mostra di Giotto che, dal 2 settembre 2015 al 10 gennaio 2016, si potrà ammirare al Palazzo Reale di Milano è una di quelle occasioni che definire imperdibili è riduttivo.
Questa mostra entrerà nella storia delle esposizioni dedicate a Giotto, perché supera la mostra del ’37 proponendo un percorso suggestivo, rigoroso dal punto di vista scientifico e con ben 14 opere, tutte esposte a Milano per la prima volta e che mai sono state riunite insieme.
Raramente ho visitato una mostra che fornisce sensazioni tanto intense ed è difficile uscire da Palazzo Reale senza pensare che Giotto è veramente il pilastro fondamentale dell’arte italiana.
Il tempo e lo spazio sembrano annullarsi nelle sale espositive, dove c’è spazio solo per i colori sgargianti, la luminosità dell’oro e per quei guizzi di vita che Giotto mette nelle sue rappresentazioni.
La mostra ha una sequenza cronologica.
Si inizia con opere del periodo giovanile e in cui è evidente ancora il riferimento al passato e al suo maestro Cimabue, ma dove già emerge la novità della sua pittura e che consente a Giotto di conquistare una committenza raffinata, come ad esempio la curia pontificia.
Si prosegue con la sezione dedicata ai polittici tra cui spiccano quello fiorentino di Santa Reparata e il Polittico Stefaneschi, che ammirarlo a Milano è un’evento nell’evento dato che si tratta di un capolavoro concesso in prestito per la prima volta dai Musei Vaticani (tra l’altro in occasione della mostra si sono create le condizioni perché fosse messo in sicurezza anche in previsione del suo rientro nella sua sede vaticana).
Conclude il percorso la sezione con le opere dell’ultimo periodo di attività, quando ormai Giotto era l’artista più affermato ed aveva cambiato profondamente l’arte italiana e occidentale.
Le sue opere contengono un soffio di vita. Ci sono angeli che piangono, volti che sorridono, labbra che si aprono e tentano di parlare.
La vita vera è entrata nell’arte grazie a Giotto e la via che porta al Rinascimento è ormai segnata!
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L’allestimento
L’allestimento per la mostra di Giotto a Milano è innovativo e le opere sono collocate sopra strutture di ferro che danno la sensazione che si trovino in uno spazio indefinito e senza tempo.
Sono assenti anche pannelli esplicativi, che sono situati in apposite sale che io definirei “di riflessione” e le consuete targhette che in ogni mostra forniscono indicazioni sulle opere sono sostituite da scritte collocate sul pavimento.
Nulla disturba la visione e dopo un po’ mi sono ritrovata in vera contemplazione e ad una distanza perfetta per ammirare dettagli e pennellate difficilmente individuabili.
Già in occasione della mostra su Leonardo il percorso espositivo e l’allestimento costituivano un tutt’uno per permettere una visione appagante da tutti i punti di vista, ma qui le emozioni si amplificano.
Un’ultima annotazione sul catalogo, edito da Electa.
Si tratta di un’opera a sé, ovvero di un poderoso volume con analisi approfondite e accurate sulle opere esposte, composto dai membri del prestigioso Comitato Scientifico, che riunisce i responsabili delle istituzioni italiane che hanno contribuito alla conservazione, alla tutela e allo studio delle opere di Giotto.
INFO
Giotto, l’Italia
Dal 2 settembre 2015 al 10 gennaio 2016
Palazzo reale, Milano