GRANDI FOTOGRAFI: BERENICE ABBOTT
La fotografia è una sorta di custode della memoria, un modo per evitare di dimenticare chi siamo e come eravamo, ma ci sono grandi fotografi che riescono a rappresentare l’anima di uomini e cose.
Questa capacità di catturare un istante e farne il contenitore di storie e sensazioni è un talento che vorrei avere e allora mi piace andare alla ricerca di quelle storie che descrivono i grandi fotografi e la loro ricerca della foto perfetta.
Vi avevo raccontato la vita di Robert Capa e di com’è diventato il primo fotogiornalista della storia.
Qui, invece, vi voglio parlare di Berenice Abbott, una delle più originali e controverse protagoniste della storia fotografica del Novecento.
BERENICE ABBOTT
Nata a Springfield, in Ohio, nel 1898, Berenice Abbott si trasferisce a New York nel 1918 per studiare scultura, dove conosce Marcel Duchamp, l’inventore del ready-made, e Man Ray.
Entrambi erano i principali esponenti del movimento Dada e Berenice Abbott rimane affascinata da Man Ray, diventando la sua assistente e trasferendosi a Parigi con lui.
Sono di questo periodo i primi ritratti fotografici dedicati ai maggiori protagonisti dell’avanguardia artistica e letteraria europea, da Jean Cocteau, a James Joice, da Max Ernst ad André Gide.
Allontanatasi dallo studio di Man Ray (dopo poco l’artista conoscerà Lee Miller con cui realizzerà le sue foto più famose), Berenice decise di aprire il proprio laboratorio di fotografia, frequentato da intellettuali e artisti, ed è in questo momento che entra in contatto con il fotografo francese Eugène Atget, famoso per le sue immagini delle strade di Parigi, che documentano la scomparsa della città storica e le mutazioni nel paesaggio urbano.
Per Berenice Abbott è un punto di svolta.
La fotografa decide di fare propria la poetica di Atget, dedicandosi, da quel momento in poi, al racconto della metropoli di New York.
Il successo di Berenice Abbott
Berenice allora ritorna negli Stati Uniti per dedicarsi al racconto delle trasformazioni di New York in seguito alla grande depressione del 1929. La sua attenzione si concentra sulle architetture, sull’espansione urbana e sui cambiamenti che subisce la città.
Il risultato è un volume che la fa entrare nella cerchia dei grandi fotografi del XX secolo, intitolato “Changing New York” (1939), che contiene una serie straordinaria di fotografie caratterizzate da forti contrasti di luci e ombre e da angolature dinamiche.
Lo stile diretto della sua fotografia la fece diventare anche una delle prime fotografe in campo sceintifico, realizzando foto per studi e libri scientifici.
Morì nel 1991 all’età di 97 anni.
Il Museo MAN di Nuoro ha organizzato la prima mostra antologica in Italia dedicata a Berenice Abbott, che ho inserito tra le mostre da vedere a Marzo 2017.
Una selezione di ottantadue stampe originali che descrive il percorso completo della variegata attività di Berenice Abbot.
LEGGI ANCHE: Magnum: i primi settant’anni di Magnum Photos.
INFO SULLA MOSTRA
Museo MAN
via S. Satta 27- 08100, Nuoro
LINK
www.museoman.it
Come sempre un post realmente interessante!
Grazie 🙂
Mi piacciono le storie di vita vera e se sono di donne artiste ancora di più.