Il Simbolismo
L’ultima volta che ho detto a qualcuno che sarei andata a vedere una mostra d’arte dedicata al Simbolismo ho visto negli occhi di chi mi ascoltava lo smarrimento, tipico di chi sta cercando di recuperare nella parte più remota dei suoi pallidi ricordi di storia dell’arte almeno un artista, un’opera oppure una definizione per capire di cosa stavo parlando.
Dare una definizione di Simbolismo è sempre complicato, perché è una corrente artistica che non si identifica con un gruppo di autori ben precisi, ma è una tendenza generale che tra il 1880 e il 1919 ha coinvolto tutti gli ambiti artistici e creativi.
In questo post proverò a fare un po’ di chiarezza.
La persona a cui mi riferivo all’inizio del post è una mia cara amica e nel tentativo di aiutarla a capire cosa fosse il Simbolismo, le ho detto che alla mostra che avrei visitato mi aspettavo di ammirare le opere di Gustave Mureau (è qui che visto lo smarrimento nei suoi occhi), Gaetano Previati (a questo punto il volto ha assunta un’espressione enigmatica), Segantini (ha avuto un soprassalto, come se avesse visto una luce) … “no, aspetta. Ma Segantini non è un divisionista? Quello che accostava i colori senza mescolarli?” mi dice.
La mia amica ha ragione, Segantini è il principale esponente del divisionismo italiano, ma è anche considerato un simbolista perché ad un certo punto della sua carriera le sue opere si sono popolate di simboli, allegorie e delle tematiche tipiche del Simbolismo, come quello della figura femminile e della maternità.
Definizione di Simbolismo
Il Simbolismo è un momento di rifiuto del progresso e della modernità, una rinuncia al tentativo di rappresentare la realtà per rifugiarsi nel sogno e nella mitologia dedicandosi a tematiche scomode come la morte, il peccato e l’amore erotico.
Dopo l’euforia dell’Impressionismo, alla fine dell’Ottocento entra in crisi la fiducia nei confronti della scienza e del progresso, ma ciò che non si è più disposti ad accettare è che solo la ragione possa spiegare la realtà e che la natura sia governata da leggi immutabili.
Le forme d’arte che avevano avuto tanto successo nella seconda metà dell’Ottocento perdono il loro fascino perché non sono in grado di rappresentare il desiderio umano di poesia e fantasia.
L’Impressionismo era troppo legato al tentativo di imitare la natura, mentre con il Simbolismo l’artista prova ad avventurarsi nel territorio del sogno e del mito.
Sarà fondamentale per i simbolisti la produzione artistica di Baudelaire, in cui il linguaggio poetico era fondato sulla capacità della parola di evocare incubi e sogni, angeli e demoni, luce e oscurità, bene e male.
Ammirare un quadro, osservare una scultura, leggere un componimento poetico simbolista significa essere catapultati in una dimensione dove non esistono leggi prestabilite e dove l’illusione si confonde con la realtà, mescolando gli opposti.
Corrispondenze, da I fiori del male (1857) di Charles Baudelaire.
E’ un tempio la Natura ove viventi
pilastri a volte confuse parole
mandano fuori; la attraversa l’uomo
tra foreste di simboli dagli occhi
familiari. I profumi e i colori
e i suoni si rispondono come echi
lunghi che di lontano si confondono
in unità profonda e tenebrosa,
vasta come la notte ed il chiarore.
(Traduzione di Luigi De Nardis, Milano, Feltrinelli, 1964)
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