In the church of Saint Antonin Castello the Chinese artist transforms his imprisonment in a work of art.
Six huge blocks of iron. Closed and claustrophobic. They dominate in the spans of the church and representthe hardship of imprisonment that the artist has suffered for 81 days. Inside there are six dioramas perfect. Depicting everyday scenes: a shower, interrogation, dinner, travel, sleep. Inside Ai Weiwei, and his two guards always present.
Ai Weiwei is told, as well, showing to the public for the first time in the life of the prison. To see it, though, you need to spy on thejoints and it also does the artist’s mother., Who was present at the opening andwatched the scenes of suffering of the child.
Nella chiesa di Sant’Antonin a Castello l’artista cinese trasforma la sua prigionia in un’opera d’arte.
Sei enormi parallelepipedi di ferro. Chiusi e claustrofobici. Essi troneggiano nelle campate della chiesa e rappresentano il disagio della prigionia che l’artista ha subito per 81 giorni. Dentro ci sono sei diorami perfetti. Che riproducono scene quotidiane: la doccia, l’interrogatorio, la cena, gli spostamenti, il sonno. Dentro Ai Weiwei, e le sue due guardie sempre presenti.
Ai Weiwei si racconta, così, mostrando al pubblico per la prima volta la vita del carcere. Per vederla, però, è necessario spiare dai pertugi e lo fa anche la madre dell’artista., che era presente all’inaugurazione e ha guardato le scene di sofferenza del figlio.