ARCHITETTURA.
In collaborazione con St-ART.
Il mecenatismo di Carlo Emanuele II di Savoia segna l’apogeo del rinnovamento urbanistico di Torino iniziato dalla seconda metà del 1500 a seguito del trasferimento della capitale del Ducato Sabaudo nell’attuale capoluogo piemontese.
È a causa di un litigio con il capo dell’ordine dei Teatini di cui faceva parte che Guarino Guarini, famoso filosofo e matematico modenese, giunge a Torino nel 1666: nella permanenza di 15 anni sconvolgerà completamente il panorama architettonico piemontese.
Il cantiere della chiesa di San Lorenzo, assegnata proprio dall’ordine al Guarini, nonché cappella ducale, languiva ormai dal 1636, anno dell’assegnazione del cantiere a Carlo di Castellamonte.
Carlo Emanuele incaricò del cantiere il frate modenese che stava contemporaneamente lavorando alla cupola per la Cappella della Sindone.
La cupola di San Lorenzo risulta molto affine a quella contemporanea, ma ancor di più sembra richiamare quella antistante al mihrab della Moschea Grande di Cordova. Quattro arconi angolari innervano un anello circolare su cui sembra poggiare una bellissima cupola, in realtà i sedici fascioni incrociati che compongono l’ossatura poggiano su altri quattro archi che formano un quadrato circoscritto nella pianta dell’edificio nascosti dalla muratura.
I fasci compongono un altissimo e chiarissimo tamburo ottagonale in quanto ogni facciata raccoglie e rilancia la luce del sole, la più piccola apertura ottagonale costituisce la base della lanterna che con quei giochi di curve e controcurve che aveva proposto Borromini a Sant’Ivo alla Sapienza risulta quasi circolare all’esterno.
Sopra la lanterna, non più visibile dall’interno, si posiziona un cupolino. In questa come in altre opere del Guarini è la luce a fare da padrona, i finestroni ellittici che illuminano la cupola alleggeriscono idealmente la struttura, tanto che essa pare librarsi in aria .
(Luca C.M.)
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