ARTE E COMUNICAZIONE: LA PAROLA AL MUSEO THYSSEN-BORNEMISZA
Inizia oggi con l’intervista a Elena Benarroch Vila, responsabile marketing del Museo Thyssen-Bornemisza, una serie di appuntamenti dedicati al tema Arte e comunicazione, che ha l’obiettivo di indagare il rapporto che le istituzioni culturali hanno con il loro pubblico.
In questa intervista ho cercato di capire quale sia il ruolo del web e dei social network nei programmi di promozione del museo Thyssen-Bornemisza.
Quello che mi ha raccontato Elena Benarroch Vila è una visione innovativa nei confronti delle nuove tecnologie, che non servono al museo solo per attrarre nuovi visitatori ma sono un potente strumento di divulgazione.
Arte e comunicazione.
L’approccio del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid
Caterina Stringhetta: Quando il Museo Thyssen-Bornemisza ha aperto il suo primo canale social?
Elena Benarroch Vila: Abbiamo cominciato con Facebook e Twitter circa 5 anni fa.
L’uso di questi strumenti di comunicazione si sono rivelati subito molto utili per avvicinarci al pubblico e abbiamo 250.493 seguaci su Facebook che sono molto interattivi.
I social network sono fondamentali per il museo Thyssen-Bornemisza.
Caterina Stringhetta: Qual è il canale social più importante per voi? Dove il Museo Thyssen-Bornemisza riesce ad esprimersi meglio?
Elena Benarroch Vila: Facebook è sicuramente il nostro canale social più influente, anche se negli ultimi tempi sta crescendo molto anche il nostro profilo Instagram.
Poi c’è Tripadvisor, che è uno strumento indispensabile perché i commenti che lasciano i visitatori sono utilissimi per noi e permettono ai futuri visitatori di leggere le opinioni positive di chi è già venuto a vedere la nostra collezione.
Caterina Stringhetta: Dato che i social sono uno strumento così importante per il Museo Thyssen-Bornemisza, la comunicazione che avete con il pubblico attraverso i vostri profili ha anche influito nella programmazione delle vostre mostre e delle vostre attività?
Elena Benarroch Vila: Le strategie del museo non sono cambiate. Quando progettiamo un’esposizione puntiamo sempre all’eccellenza e a fornire gli strumenti utili al pubblico per comprendere un aspetto di un capolavoro oppure di un artista o di un periodo storico.
Naturalmente teniamo in considerazione l’opinione del pubblico e i social network in questo senso sono molto utili, ma è nostro dovere anche dare al pubblico qualcosa di cui non sentiva la necessità ma che può cambiare il loro punto di vista.
Caterina Stringhetta: Cosa vi piacerebbe che al pubblico rimanesse del Museo Thyssen-Bornemisza dopo aver frequentato i vostri account?
Elena Benarroch Vila: La cosa meravigliosa dei social network è che i visitatori possono mettersi in contatto con noi. Una persona può vedere i nostri account e decidere di venire a vedere la nostra collezione oppure può programmare di tornare al museo.
Il nostro obiettivo però non è usare i social per aumentare i visitatori reali ma per aumentare il traffico virtuale.
Il fatto che molte persone conoscano il Museo Thyssen-Bornemisza senza averlo ancora visto rappresenta per noi la possibilità di diffondere la conoscenza delle nostre opere e della nostra collezione in tutto il mondo.
Caterina Stringhetta: Il Museo Thyssen-Bornemisza segue i profili social di altri musei nel mondo? Quali musei seguite sui social con ammirazione?
Elena Benarroch Vila: Seguiamo molti musei profili social di altri musei. Il nostro modello sono il Moma e la Tate London.
Caterina Stringhetta: Che ruolo ha il sito internet del Museo Thyssen-Bornemisza? Quali altri strumenti web usate per costruire il vostro rapporto con il pubblico?
Elena Benarroch Vila: Usiamo tutti gli strumenti esistenti per arrivare al pubblico.
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Interessante intervista. Anche il Museo del Prado ha un bel profilo Instagram, che usano spesso per fare dirette, una sorta di piccole visite guidate social in alcune sale del museo.
Spero, a breve, di poter pubblicare anche un’intervista dedicata al Prado e al suo rapporto con i social 🙂