BRIDGET RILEY
Spesso ricevo i vostri messaggi sulle mie pagine social oppure le vostre e-mail in cui mi dite che gli artisti di oggi non sanno più dipingere e in cui mi chiedete dove sia la bellezza nelle opere di arte contemporanea (e per contemporanea intendete anche tutta l’arte del ‘900, che ormai per me contemporanea non è più, essendo entrata già nei capitoli della storia dell’arte!).
Ogni volta la mia risposta è che l’arte, da Duchamp in poi, è più idea e sempre meno estetica, dove il messaggio è più forte delle pennellate oppure del materiale usato e della rappresentazione del reale nuda e cruda.
Naturalmente non è che di colpo le abilità pittoriche siano state messe in soffitta dagli artisti di tutto il mondo, anzi molti sono pittori eccellenti ma sono parte di un processo di rinnovamento dell’arte in generale.
L’arte nel ‘900 cerca nuovi significati per esistere!
Uno di questi artisti è una donna, si chiama Bridget Riley è nata nel 1931 e vive e lavora a Londra.
Bridget Riley è stata la prima donna a vincere il Premio Internazionale per la pittura alla XXXIV Biennale di Venezia nel 1968, che in quell’anno rappresentava la Gran Bretagna.
LEGGI ANCHE: la storia della Biennale di Venezia.
Esponente di spicco della Op Art, un movimento artistico artistico nato negli anni sessanta che gioca con le illusioni ottiche utilizzando il colore e le forme astratte, la Riley prende in esame i fenomeni ottici attraverso la giustapposizione di linee o cerchi colorati.
Spostandosi nello spazio, chi osserva ha l’impressione di veder vibrare i quadri in virtù della sensazione di movimento che l’artista sembra donare alla sua pittura.
Static 2 (1966) è uno dei suoi primi dipinti, tra i più dedicati di tutta la sua produzione, dove una serie di piccoli segni ovali sono distribuiti lungo una griglia su una tela bianca.
Nonostante il titolo, osservando l’opera si prova un vago senso di vertigine e di movimento.
Nei suoi lavori è evidente l’influenza del movimento Futurista e sicuramente c’è molta tecnica e una padronanza nell’uso del colore che pochi artisti possono vantare.
Quindi, tornando alla mia introduzione, c’è molta abilità negli artisti contemporanei ma non è più usata per descrivere principi e corti (anche perchè non ci sono più!) ma idee e pensieri dell’uomo moderno.
LEGGI ANCHE: dove si trova e cosa vedere nell’unico Museo turista d’Italia.