Una delle imprese architettoniche più importanti nella Firenze del Rinascimento è il completamento della cattedrale di Santa Maria del Fiore, lasciata senza cupola nel Duecento e che era necessario portare a compimento.
La famiglia dei Medici è la prima che comprende l’importanza di costruire monumenti oppure di portare a compimento imprese abbandonate da tempo. Sono queste infatti le attività che permettono un ritorno di immagine utile per aumentare il proprio prestigio politico. In verità tutta la città di Firenze è percorsa dal desiderio di accrescere il proprio prestigio e di diventare una specie di nuova Atene. Fu grazie a queste ambizioni che venne avviato il concorso per la costruzione della cupola.
In questo post ti racconto l’impresa e le soluzioni tecniche innovative che hanno portato la cupola di Santa Maria del Fiore ad essere una delle più belle del mondo.
LA CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE
Per il completamento della cattedrale di Santa Maria del Fiore e della sua cupola viene chiamato Filippo Brunelleschi, che comprende immediatamente l’importanza di quell’incarico. La scelta era ricaduta su di lui non solo per concludere la chiesa ma per dare alla città di Firenze un nuovo simbolo.
Per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore viene bandito un concorso nel 1418, che deve assegnare l’incarico della costruzione. Tra i partecipanti, solo Filippo Brunelleschi propone un progetto realizzabile, ma l’opera del Duomo di Firenze decide di affiancargli Lorenzo Ghiberti e nomina entrambi capomastri dell’impresa.
Brunelleschi riceve l’incarico di edificare una cupola enorme sull’edificio religioso più grande del mondo all’epoca. Per questo motivo l’architetto si reca a Roma, assieme all’amico Donatello, studia l’architettura dell’antica città e in particolare il Pantheon, a cui si ispirerà per progettare la cupola del Duomo.
L’IDEA INNOVATIVA PER COSTRUIRE LA CUPOLA
La costruzione della cupola inizia nel 1420 e viene portata a termine sedici anni dopo. I mattoni utilizzati per erigere la cupola della basilica di Santa Maria del Fiore sono posati con la tecnica detta a “spina di pesce”.
La base da cui partiva Brunelleschi era l’ottagono del tamburo con oculi, realizzato verso il 1415, con un diametro quasi simile a quello del Pantheon di Roma.
Brunelleschi è costretto a progettare una cupola a sesto acuto a differenza della cupola semisferica del Pantheon. Questo era dovuto a ragioni strutturali riguardanti il peso che avrebbe avuto la cupola finita.
Brunelleschi inoltre decide di sostenere l’intera cupola con otto costoloni maggiori, posizionati sugli angoli dell’ottagono del tamburo, a cui aggiunge altri costoloni più leggeri.
Brunelleschi dunque crea uno scheletro e lo completa con una catena formata da 24 travi di legno, collegate tra loro da staffe e perni di ferro, che abbraccia tutta la struttura e ne assorbe le spinte laterali.
LA CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE: SIMBOLO DI FIRENZE
La cupola del Duomo di Firenze è il risultato di una tecnica costruttiva straordinaria, la “spina di pesce”. Si trattava di una tecnica che era stata abbandonata da secoli e che risaliva all’epoca romana. Consisteva nel disporre i mattoni ad anelli sovrapposti, permettendo così una disposizione di tipo autoportante, che non ha bisogno dunque di armature di legno.
Brunelleschi utilizzò altre tecniche nelle fasi successive della costruzione, ma vi sono alcune ipotesi e nessuna certezza. Una delle possibilità più accreditate è quella che ipotizza l’uso di un filo a piombo centrale e di una rete di fili che congiungevano punti opposti dell’interno della volta.
Un altro problema importante che dovette affrontare Brunelleschi erano le forze che agivano sulla sommità della cupola nel momento in cui la costruzione era quasi al termine. L’architetto fa realizzare all’architetto Michelozzo un’enorme lanterna marmorea, che richiama la forma del Battistero di Firenze, che si trova di fronte alla cattedrale, per compensare le forze dell’immensa cupola.
La cupola di Santa Maria del Fiore è dunque la sintesi di un confronto culturale: con la classicità romana, con lo stile classicheggiante del suo predecessore Arnolfo di Cambio, con la novità dello stile rinascimentale che stava caratterizzando il volto di Firenze.
La grandiosa opera realizzata da Brunelleschi, dopo molti secoli, è ancora lì a ricordarci che a volte certe imprese non sono impossibili e possiamo ammirare la tecnica “a spina di pesce” attraversando il percorso che porta fino sulla sommità. Scopri come fare per visitare la cupola di Brunelleschi, ammirare da vicino questo capolavoro e Firenze dall’alto del suo simbolo più bello.
IL RAPPORTO TRA BRUNELLESCHI E GHIBERTI
Ti starai domandando come Filippo Brunelleschi abbia potuto lavorare liberamente e senza scontrarsi con un altro grande dell’arte nel Quattrocento come Lorenzo Ghiberti, che gli viene affiancato come capomastro dell’impresa della costruzione della cupola.
Brunelleschi, per poter lavorare autonomamente e senza intoppi, attua uno stratagemma e si finge malato. Lascia così Ghiberti, autore della Porta del Paradiso del Battistero fiorentino, solo al cantiere. Ghiberti così si trova nella condizione di dover rinunciare all’impresa poiché non aveva chiara l’idea di come procedere.
Ovviamente Brunelleschi si era tenuto per sé i segreti che avevano permesso di presentare un progetto fattibile all’opera del Duomo, che gli consentì di portare a termine l’incarico e di rimanere nella storia.