Dedalo e Icaro di Antonio Canova
Quarta puntata e ultimo post della serie dedicata alle nuove sale canoviane del Museo Correr di Venezia.
Dopo avervi descritto il progetto del nuovo allestimento di questo sale e che prende il nome di Sublime Canova, vi ho mostrato le sale canoviane e raccontato che proprio qui si conservano alcuni importanti disegni dell’artista.
In questo post vi narro la storia un capolavoro di Antonio Canova che potete ammirare all’interno di questo percorso.
Al centro della sala delle vedute del Museo Correr di Venezia è collocato il gruppo in marmo Dedalo e Icaro (1777-1779) capolavoro giovanile di Antonio Canova.
Dedalo e Icaro. Storia di un capolavoro
L’opera venne commissionata dal procuratore Pietro Vettor Pisani per il palazzo Pisani Moretta sul Canal Grande.
L’artista era giovanissimo quando realizza questo capolavoro e rappresenta un punto di svolta nella sua carriera perché, con il compenso pattuito con il ricco committente, Canova riesce a trasferirsi da Venezia a Roma, per completare la sua formazione, osservando dal vivo le opere della classicità.
Canova riesce a realizzare una scultura che sintetizza lo stile pittorico veneziano del Settecento in un canone classico come il mito di Icaro.
Tutta la composizione è legata attorno ad un vuoto centrale e chiuso dal filo teso tra l’ala di Icaro e la mano di Dedalo.
Stupefacente il volto preoccupato del padre che tenta di assicurarsi che le ali siano ben salde sulle braccia del figlio, che invece pare tranquillo.
La storia narra che Dedalo e Icaro, figlio e padre, volessero fuggire dal labirinto e dal terribile Minotauro letteralmente volando via.
Quindi i due studiano un sistema per realizzare delle ali formate da penne tenute insieme dalla cera. Sarà proprio questo fragile elemento che provocherò un esito tragico del volo del giovane.
Avvicinandosi al sole, infatti, la cera si sciolse facendo precipitare Icaro.
Questa scultura è una tra le più belle opere di Canova.
La scultura, nonostante fosse destinata ad una committenza privata, venne presentata alla “Fiera della Sensa” (Ascensione) del 1777 a Venezia e tutti i veneziani rimasero entusiasti e sbalorditi dalla bellezza e dalla delicatezza della scultura.
In realtà sapere che Canova era così giovane quando creò quest’opera mi fa pensare che lui si sentisse un po’ come Icaro. Anche lui infatti sapeva che la buona riuscita della scultura gli avrebbe fatto guadagnare la somma necessaria per partire e dare avvio ad una carriera memorabile.
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