IL DUOMO DI AREZZO: OPERE E ITINERARIO
Visitare il Duomo di Arezzo è un’esperienza artistica e spirituale.
Se visiti Arezzo non perdere l’occasione di scoprire questo tesoro d’arte con l’itinerario che è stato appositamente creato per assaporare ogni aspetto di questo luogo.
Duomo di Arezzo
Puoi visitare il Duomo di Arezzo e ammirare le sue opere grazie a un itinerario storico-artistico, oltre che religioso.
Ti consiglio di visitarlo compiendo il percorso completo, magari con un’audioguida che ti permetta di comprendere la storia del Duomo, scoprire la bellezza del Palazzo Vescovile e ammirare le opere fondamentali del Museo Diocesano.
In fondo al post trovi le informazioni per prenotare i biglietti e organizzare la visita.
ITINERARIO ALLA SCOPERTA DELLE OPERE DEL DUOMO DI AREZZO
Arca di San Donato
Il punto di partenza del percorso per scoprire il Duomo di Arezzo è l’Arca di San Donato, in cui sono custoditi i resti mortali del Santo Patrono di Arezzo e secondo vescovo della città.
Si tratta di uno scrigno prezioso che, dall’oscurità della chiesa, per la luminosità dei marmi levigati e gli inserti di vetro, risplende come “arca di luce”, ispirata alla pagina biblica in cui si racconta che Mosè, ricevuti da Dio i Comandamenti, fece costruire un’arca rivestita d’oro puro per conservarvi le Tavole della Legge, segno dell’Alleanza tra Dio e il suo Popolo (come descritto nell’Esodo 25, 10-22)
Ciclo di vetrate di Guillaume de Marcillat
La luce è anche l’elemento che caratterizza il ciclo di vetrate di Guillaume de Marcillat, eseguite tra il 1516 e il 1524. Delle otto che vennero commissionate al Maestro vetraio francese, restano le vetrate con “Santa Lucia e San Silvestro papa”, “La Pentecoste”, “Il battesimo di Cristo”, “La vocazione di Matteo”, “La resurrezione di Lazzaro”, “La cacciata dei mercanti dal tempio”, “Cristo e l’adultera”.
Allo stesso artista fu commissionata, nel 1520, la decorazione ad affresco delle prime tre volte della navata centrale del Duomo con episodi del Vecchio Testamento, in cui il pittore, mostra il suo tributo alle opere di Michelangelo.
Madonna del Conforto
All’interno del Duomo vi è la cappella della Madonna del Conforto, realizzata dopo un miracolo avvenuto il 15 febbraio 1796: la piccola immagine di Maria fu vista risplendere e le scosse di terremoto, che in quei giorni flagellavano la città, cessarono.
L’affresco di Piero della Francesca
Il Duomo di Arezzo conserva molti altri capolavori di varie epoche e artisti, fra cui l’affresco di Piero della Francesca con la solenne figura di “Maria Maddalena“ eseguita forse nel 1459, mentre il Maestro di Sansepolcro dipingeva, nella sottostante Basilica di San Francesco il ciclo che rappresenta la “Leggenda della vera croce“.
La luce, ancora protagonista, proviene dal lato sinistro mettendo in risalto le delicate forme del volto ed evidenziando le ricerche prospettiche del pittore.
L’ITINERARIO DEL DUOMO DI AREZZO CONTINUA CON LA VISITA AL PALAZZO VESCOVILE
Il percorso continua di fronte al Duomo dove sorge il Palazzo Vescovile.
Dal 2011, articolato in cinque sale, ha sede il MUDAS – Museo Diocesano di Arte Sacra, una collezione di dipinti, sculture, manoscritti miniati, parati e oreficerie provenienti dal territorio della diocesi, mentre al primo piano si possono ammirare la quadreria, gli affreschi di Teofilo Torri e la Camera dei Papi.
MUDAS – Museo Diocesano di Arte Sacra: le sale del museo
Tra le opere più importanti del Museo nella prima sala si segnalano tre rari crocifissi lignei, databili tra la fine del XII secolo e i primi decenni del XIII, la cui fattura testimonia l’abilità degli artefici aretini dell’epoca nella disciplina dell’intaglio.
La seconda sala è dedicata al tema dell’Annunciazione mentre nella terza sala sono conservate le opere di Bartolomeo della Gatta, monaco camaldolese fiorentino, pittore originalissimo, che visse ed operò a lungo ad Arezzo.
La quarta sala è dedicata a Giorgio Vasari, ma custodisce anche opere di altri pittori, tra cui la predella di una tavola di Luca Signorelli. Il nucleo di opere di Vasari è ben rappresentato dallo stendardo processionale eseguito da Giorgio Vasari per la Compagnia dei Peducci nel 1549 e costituito da due raffinatissime tele raffiguranti la “Predica del Battista e il Battesimo di Gesù”, un grande tondo databile al 1557, in origine un cielo da baldacchino in seta rossa raffigurante la “Madonna della Misericordia“ che ripete un’iconografia molto diffusa nell’arte aretina tra XV e XVI secolo.
L’ultima sala contiene quadri, sculture lignee, terrecotte e preziosi oggetti liturgici.
Da non perdere: la preziosa “Pace di Siena“, splendido esempio databile agli inizi del Quattrocento di oreficeria franco-fiamminga, già donata da Pio II alla Cattedrale di Siena, prima che il concistoro senese a sua volta la donasse alla Cattedrale di Arezzo nel 1799.