La rivoluzione del colore dei Fauves: chi sono e origini

André Derain | Fauves

André Derain, Le phare de Collioure, Autre titre : L’église de Collioure. Paris Musées / Musée d’Art moderne de Paris
© 2023, ProLitteris, Zurich

I Fauves sono dei rivoluzionari del colore. Sono i pionieri che hanno rivoluzionato l’arte del XX secolo. Sono loro che hanno trasformato radicalmente la concezione tradizionale del colore e della forma.
Tra i Fauves ci sono i grandi artisti del Novecento come Matisse e Derain, dei maestri assoluti ma anche dei ribelli che hanno sovvertito le convenzioni accademiche e hanno abbracciato l’uso audace e puro del colore.

In questo post ti porto alla scoperta delle pennellate vibranti e dei contrasti cromatici audaci dei Fauves. Ti presento alcune delle opere straordinarie che hanno creato e scandalizzato, esprimendo emozioni intense e sensazioni visive. I viaggio avventuroso nell’arte fauve ti attende, dove il colore regna sovrano e la libertà artistica si esprime in tutta la sua magnificenza.

La rivoluzione del colore dei Fauves: chi sono e origini

Raoul Dufy | Les régates

Raoul Dufy (1877-1953). “Les régates”. Huile sur toile, 1907-1908. Paris, musée d’Art moderne.

I Fauves sono un gruppo di artisti che hanno dato vita al primo movimento d’avanguardia del XX secolo, un movimento che fu guidato da Henri Matisse affiancato da un gruppo di pittori, tra cui Henri Manguin, André Derain, Maurice de Vlaminck, Charles Camoin, Georges Rouault e Albert Marquet.
Questi artisti esposero le loro opere per la prima volta nella sala VII del Salon d’Automne nel 1905, contrapponendosi alle variazioni dell’atmosfera e alle vibrazioni della luce che gli artisti impressionisti catturavano nei loro dipinto.

COSA SIGNIFICA IL TERMINE FAUVES

I Fauves esasperarono la lezione di Van Gogh esaltando il colore puro, scatenando le ire del pubblico e della critica d’arte, che attaccarono violentemente questi giovani pittori.
Fu il critico Louis Vauxcelles, scoprendo nella stanza della loro prima apparizione pubblica, un busto di fanciullo dello scultore Albert Marque, ad esclamare:

“Donatello parmi les fauves” (Donatello tra le belve!)

Fu così che il termine “fauves” venne utilizzato per indicare questi artisti che intendevano l’arte senza regole e divieti.

CHI SONO I FAUVES

Parigi all’epoca era il punto di riferimento per gli artisti di tutta Europa e questa giovane generazione di artisti, formatisi all’Ecole des Beaux-Arts o in liberi atelier, conduceva proprio qui la sua lotta per rinnovare l’arte dalle fondamenta.
Al primo nucleo di Fauves, formato da Henri Matisse, Henri Manguin, André Derain, Maurice de Vlaminck, Charles Camoin, Georges Rouault e Albert Marquet, che tra il 1905 e il 1908 dipinse a Collioure, sulla costa della Normandia, a Saint-Tropez e a L’Estaque, si unirono giovani pittori di Le Havre: Emile Othon Friesz, Raoul Dufy, Georges Braque, poi Kees van Dongen dai Paesi Bassi e Pierre Girieu.

A questi artisti possono essere associati altri pittori come Louis André Valtat, Jean Metzinger, Robert Delaunay, Etienne Terrus, Maurice Marinot e il giovane Auguste Herbin, presenti nei momenti importanti dell’evoluzione del fauvismo o in occasione dei Salon des Indépendants o del Salon d’Automne.

Anche Picasso ebbe stretti contatti con i Fauves ed osserva da vicino Matisse e Derain, confrontandosi con le loro ricerche in relazione al suo periodo rosa. È inoltre vicino a Kees van Dongen al Bateau Lavoir, condividendo con lui una tematica carica di similitudini.

Albert Marquet | Portrait de Pierre Mouliet

Albert Marquet, Portrait de Pierre Mouliet. Fondation Pierre Gianadda, Martigny
© Dr.

LO SPAZIO E I TEMI NELLE OPERE DEI FAUVES

Le opere dei Fauves si distinguono per la loro creazione dello spazio attraverso l’uso intenso del colore, con forme uniformi e definite. Le sfumature cromatiche, invece di seguire una prospettiva descrittiva, diventano espressive e i contrasti di colore prendono il posto della prospettiva tradizionale.

Nei volti, i dettagli modellati vengono eliminati e sostituiti da sfumature libere e distanti dalla realtà. In altre parole, la sensazione diventa protagonista insieme all’emozione. Alcuni artisti utilizzano ancora la tecnica del “mosaico” derivata dal neoimpressionismo, come Matisse.

I paesaggi dei Fauves includono la Senna e i villaggi di Chatou, Pecq, Argenteuil e la Normandia. Le città e le strade sono rappresentate con l’esposizione di bandiere e stendardi. Non possiamo dimenticare l’incantevole atmosfera notturna dei cabaret e dei circhi parigini, che ispirano opere come le “ragazze” e gli “ubriaconi” di Georges Rouault, le prostitute e gli acrobati di Picasso o Van Dongen. Questo piccolo mondo notturno riflette l’atmosfera vibrante della Butte Montmartre dell’epoca.

Inoltre, i nudi, i ritratti e le modelle nello studio vengono trattati con lo stesso entusiasmo cromatico estremo. Infine, le bagnanti di Ludwig Kirchner richiamano le vivaci opere di Matisse o Vlaminck.

Derain rimane stupefatto dalle sculture dell’Oceania esposte al British Museum, che definisce “espressivamente sconvolgenti”. La vigorosa realtà di queste opere scultoree africane e provenienti da altri paesi lontani, con la loro estetica semplificata, la decomposizione anatomica e i canoni di bellezza antagonisti rispetto all’arte classica, si riversa nelle botteghe dei Fauves portando con sé un “linguaggio universale”. In questo modo, il fascino per l’esotico si unisce all’universalità della creazione artistica.

I Fauves si dimostrarono aperti alle innovazioni tecniche e multiculturali. In particolare, la ceramica conobbe una rinascita all’inizio del XIX secolo, e alcuni artisti si dedicarono alla pittura su questo materiale, influenzati dalle scoperte archeologiche e altre fonti di ispirazione. Fu grazie al ceramista André Metthey che si formarono in questa nuova espressione artistica, dando origine alla Scuola di Asnières. Gli artisti fauve dimostrarono il loro interesse per questo processo creativo attraverso opere esemplari come piatti e vasi, firmati da Vlaminck o Derain.

Cécile Debray afferma che:

“Il Salon d’Automne fornisce un quadro favorevole per la riabilitazione di quest’arte e la sua introduzione nei circoli artistici”.

 

 

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