Quando una mostra scopre i social
Cosa succede veramente se una mostra diventa social?
Questa è la domanda che mi sono posta quando ho ricevuto l’invito di Electa-Mondadori per un evento un po’ speciale, riservato a pochi blogger e che aveva come scopo quello di suscitare la curiosità del popolo dei social network sulla mostra di Giotto l’Italia.
Sempre più spesso se si va a visitare una mostra è possibile condividere sui principali social network sensazioni, impressioni e immagini.
Non sempre però la mostra ha un hashtag ufficiale e qualche volta i visitatori fanno un po’ da soli.
Tuttavia,se dall’interno della mostra un gruppo di visitatori come dei blogger, abituati a dialogare quotidianamente con migliaia di utenti, inizia a raccontare ciò che vede succede che le sale della mostra si aprano verso il mondo esterno e molti altri visitatori riescano a vivere un’esperienza unica.
Il gruppo Electa-Mondadori ha invitato 15 blogger, tra cui c’ero anche io, a visitare la mostra Giotto l’Italia (fino al 10 gennaio 2016 al Palazzo Reale di Milano) per condividere la visita all’esposizione con chi ci segue ogni giorno.
La mostra l’avevo già vista in occasione dell’inaugurazione e avevo già condiviso con voi immagini e impressioni nel post Giotto, l’Italia, pertanto per questo evento ho scelto come strumento di comunicazione il mio profilo Twitter perché è il sistema più rapido per condividere in tempo reale gli eventi a cui partecipo.
- Seguendo l’hashtag #Giottoitalia potete leggere i miei tweet e quelli degli altri blogger che hanno partecipato.
Il futuro di mostre e musei
La mostra, grazie a questo evento, è diventata non solo un contenitore di capolavori ma un percorso che ha trascinato i blogger ed i visitatori virtuali in una esperienza di socializzazione che è andata ben oltre la fine dell’evento reale, continuando a generare tweet e condivisioni nelle ore successive.
Il mondo dell’arte sta scoprendo troppo lentamente il web 2.0, ma eventi come quello organizzato da Electa-Mondadori dimostra le potenzialità dei social.
Per rispondere alla domanda con cui è iniziato il post, se una mostra diventa social le pareti delle sale espositive si aprono verso l’esterno e si crea uno scambio tra chi la mostra l’ha già vista e chi deve ancora vederla, tra chi non potrà visitarla e chi ha bisogno di essere ancora convinto che valga la pena pagare il biglietto per ammirare quei capolavori.
Se un evento come questo fosse ripetuto più volte nel corso di un’esposizione e se ad esso si associassero altre iniziative che facilitino la condivisione ci sarebbe un’esplosione d’arte nel mondo del web 2.0 e forse qualcuno si convincerebbe che il pubblico che ama l’arte e la cultura non è così di nicchia come si pensa.
Nel prossimo futuro per decretare quale sia la mostra più visitata dal pubblico non si potranno più solo considerare il numero di biglietti staccati, ma tutte le relazioni e le connessioni virtuali che una mostra sarà stata in grado di attuare.
In questo post avrei potuto raccontarvi di ciò che ho rivisto, le opere che ho potuto ammirare nuovamente, la teatrale ricostruzione della Cappella Peruzzi in Santa Croce che permette di individuare dettagli difficilmente visibili ad occhio nudo, la cuspide del Polittico Baroncelli in Santa Croce a Firenze ritrovata da Federico Zeri e conservata al San Diego Museum of Art, le tecniche di trasporto ideate da Giotto e che quindi non è solo un rivoluzionario dal punto di vista artistico ma anche tecnologico.
Tutto questo e molto di più lo troverete seguendo l’hashtag #Giottoitalia, che dopo l’evento si è arricchito di nuovi tweet e che voi stessi potrete continuare ad alimentare, mentre in questo post ho preferito trasmettervi il mio ottimismo per un evento che ad alcuni sembrerà banale, ma che a me sembra la promessa che qualcosa sta cambiando in un ambiente che fatica sempre a recepire le novità.
E dato che il senso del mio blog e della mia presenza sui social è proprio quello di tentare di cambiare lo stato delle cose, offrendo una possibilità di rinnovamento allo sterminato patrimonio di bellezza e cultura che abbiamo, mi entusiasmo quando vengo coinvolta in progetti come questo.
Il 2016 inizierà tra pochi giorni e una vera rivoluzione sta già iniziando a cambiare le relazioni con il visitatore.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi. Attendo di leggervi nei commenti 😉
INFO
Giotto, l’Italia
Fino al 10 gennaio 2016
Palazzo reale, Milano