Immaginate di trovarvi a Ghent, immersi nella vivace atmosfera delle Fiandre. Vi potrebbe capitare l’opportunità di fare un viaggio nel tempo, in una dimora che racchiude l’eleganza di epoche passate? Lasciatevi trasportare dalla meraviglia dell’Hotel d’Hane Steenhuyse, una residenza nobiliare del XVIII secolo che incanta ancora oggi con la sua bellezza.
Ho inviato la nostra bookmirror_ Chiara Bressan, che già ci aveva raccontato le meraviglie dell’Adornesdomein di Bruges, a visitare questo luogo meraviglioso. Sono lieta di condividere nel blog la sua esperienza, che sono certa ispirerà i vostri prossimi viaggi. Pronti a fare un salto nel passato e a scoprire il fascino senza tempo di questa dimora unica?
Hotel d’Hane Steenhuyse: Una Casa Museo di Eleganza dell’Ancien Régime a Ghent
Se vi trovate a passeggiare per le strade di Ghent, magnifica città brulicante di vita che occupa la regione delle Fiandre Orientali, e amate immergervi in atmosfere d’altri tempi, non potete fare a meno di concedervi una sosta alla casa museo dell’Hotel d’Hane Steenhuyse. Questa residenza nobiliare risalente al XVIII secolo è un ottimo esempio dello stile dell’Ancien Régime.
La casa si può visitare gratuitamente nei weekend, con possibilità di tour guidato la domenica alle 11.00, ed è perfetta per chi sogna ad occhi aperti di muoversi a passi di valzer tra sale sontuose e ricevimenti d’alta società.
Una volta entrati nell’androne principale si respira subito un’aria diversa: il luccichio del grande lampadario, la tromba delle scale e l’ampio ingresso ci danno il benvenuto della famiglia d’Hane de Steenhuyse. È il 1781 e la nostra carrozza parcheggiata in Veldstraat ci ha appena lasciati davanti all’entrata, in tempo per l’inizio del ballo.
Alla nostra destra il percorso comincia dalla sala da pranzo, con la tavola apparecchiata per sei con candele e argenteria disposte sulla tovaglia candida.
Le pareti sono decorate con affreschi a tema bucolico che occupano gli interi muri, e la luce naturale entra dalle due grandi finestre sul fondo, divise da un ampio specchio.
Dopo la sala da pranzo si apre il salone da ballo.
Non è molto ampio, ma sontuoso a sufficienza per far volare la nostra immaginazione sulle note di un passo a due suonato da un quartetto d’archi, tra taffetà, drappeggi d’ogni colore e gonne ampie lunghe fino al pavimento che volteggiano tra le scie degli ultimi profumi francesi in voga. Il soffitto è altissimo e il salone dà sul giardino esterno grazie ad una porta-finestra che garantisce l’accesso a una piccola balconata dove poter riposare i piedi esausti dai passi di danza, scambiarsi gli ultimi pettegolezzi o tentare la fortuna della serata con una gentil dama in abito di seta.
Immediatamente accanto alla sala da ballo si apre una stanza privata adibita all’occorrenza a camera del re in occasione delle sue visite alla famiglia, molto vicina al sovrano. Nel 1815, in seguito al suo esilio, Luigi XVIII governò addirittura dalla residenza d’Hane con tutta la sua corte, e in segno di ringraziamento donò ai legittimi proprietari un intero servizio di porcellane oggi conservato allo STAM di Ghent.
Sempre al piano terra, dal lato opposto rispetto al grande salone, si apre una carinissima sala da tè, con tanto di camino e deliziosi e colorati pasticcini che si fanno mangiare con gli occhi. Specchi e lampadari anche qui fanno da padroni, insieme al mobilio in stile Ancien Régime. Poltroncine e sofà sono in pendant con i tendaggi di un verde tenue, e il raffinato parquet scricchiola sotto il peso dei nostri passi dopo più di due secoli.
Accanto alla sala principale c’è un salottino più piccolo e intimo. Dal verde si passa al rosa, il tutto sempre raccolto in un’atmosfera incantata. Entrambe le stanze danno direttamente sulla strada principale, la Veldstraat, grazie alle ampie vetrate delle finestre. Il salotto da tè era infatti, oltre che un luogo di aggregazione e socialità, anche un modo per la famiglia di mettersi letteralmente in vetrina mostrando la ricchezza della propria dimora agli abitanti di Ghent, che andando a passeggio potevano sbirciarne gli interni e avere un assaggio della vita mondana che si svolgeva tra salotti e abiti svolazzanti. Il cuore dei pettegolezzi dell’alta società veniva snocciolato in queste sale, tra macarons e tazze di tè servite in preziosa porcellana.
Ritorniamo all’androne principale e saliamo la scalinata fino al primo piano.
Qui si trovavano gli appartamenti privati del conte e della contessa, separati come di consueto. Nelle stanze del conte ci sono uno studio con scrittoio e un’ampia sala che in realtà racchiude molte stanze in una, con un piccolo tavolo da pranzo, una saletta di svago per giocare a carte con gli amici intimi e il letto incassato in una piccola alcova.
Per passare dall’appartamento del conte a quello della contessa si attraversa la balconata superiore della sala da ballo, da cui poter ammirare dall’alto il tripudio di colori e il chiacchiericcio della festa. Le stanze della contessa sono a primo impatto molto più semplici e includono anche una stanza per la dama di compagnia e per i bambini, dal momento che occuparsi della prole era un compito che spettava principalmente a madre e servitù.
L’ultima sala che ci resta da attraversare al piano superiore è quella della musica.
Il XVIII e XVIX secolo furono gli anni d’oro della musica classica, e in questa stanza arredata con tanto di pianoforte e leggii avevano luogo concerti privati per la famiglia e i suoi ospiti, deliziati dalle note di musicisti o membri stessi della famiglia che muovendo le dita sui loro strumenti davano inizio alla magia e incantavano l’atmosfera per qualche ora.
Ormai prossimi alla conclusione della nostra visita, scendiamo due rampe di scale per trovarci nel seminterrato, adibito a cucina e cantina. Qui venivano conservati i vini pregiati delle migliori annate e tutte le riserve di cibo per l’intera residenza. Era anche la zona della casa dove risiedeva e passava gran parte del tempo la maggior parte della servitù, a cominciare dallo stalliere, fino a cuochi e governanti. Una è la sala da cucina e l’altra la sala da pranzo della servitù. L’atmosfera che si respira è decisamente diversa dai piani superiori, ma anche estremamente autentica e accogliente. L’audio emesso dall’altoparlante riproduce gli effetti sonori degli utensili da cucina e del brusio della preparazione dei pasti. Pentole e bottiglie sono riposte sulle mensole e una grossa stufa riscalda il locale. Mancano solo i borbotti delle pentole sul fuoco, il calore umido del vapore e le voci concitate della servitù, in visibilio per l’imminente serata del ballo in cui tutto deve essere perfetto.
Lasciamo l’ingresso dell’hotel d’Hane-Steenhuys alle nostre spalle e ci ritroviamo di nuovo sulla Veldstraat. Oggi nei weekend brulica come allora di passanti, ignari o meno della perla che si trova a pochi metri da loro.
Una visita a questa dimora è assolutamente raccomandata a chi ha l’animo un po’ romantico e ogni tanto sogna ad occhi aperti di una vita passata tra balli e salotti intellettuali, con tazze di tè e bicchieri di champagne, concerti di pianoforte nei palazzi più inn della città e magari chissà, incontri galanti tra passi di valzer. Allontanandoci dall’hotel sbirciamo un’ultima volta il salotto, pensando a chissà quanti come noi e prima di noi, si sono chiesti guardando attraverso quel vetro, di cosa stessero mai parlando quelle bellissime dame così ben vestite.
Esplorando l’Hotel d’Hane Steenhuyse, avrete l’opportunità di immergervi nella ricca storia dell’arte e della cultura delle Fiandre, un tema affascinante che trova ulteriori approfondimenti nelle città d’arte del Belgio. Scoprite di più su Arte e cultura in Belgio: le città d’arte delle Fiandre.