I social servono per socializzare, anche per chi si occupa d’arte e cultura

social servono per socializzare

I SOCIAL SERVONO PER SOCIALIZZARE, ANCHE PER CHI SI OCCUPA D’ARTE E CULTURA

I social servono per socializzare.
Frase semplice e quasi banale, ma quando chi inizia a occuparsi della creazione dei post social di un museo, di una galleria oppure di un’istituzione culturale pensa subito a promuovere le mostre, le attività e le iniziative senza prima costruire un rapporto di fiducia e scambio con chi si trova dall’altra parte del Pc o dello smartphone.

La credenza comune è che per promuovere le opere d’arte e le attività di cui ci occupiamo bisogna pubblicare sempre e solo le notizie su ciò che facciamo.
Si tratta di un errore, spesso fatale, che rischia di lasciare i profili di musei e gallerie nell’indifferenza più totale.
E senza un seguito a cosa serve avere un profilo social?

I social servono per socializzare, anche per chi si occupa d’arte e cultura

Nessuno aspetta il post sulla prossima mostra che inaugura il tuo museo e a nessuno interessa il convegno a cui stai lavorando da tanto tempo.
Chi segue oppure incrocia, più o meno casualmente, la pagina social di un’istituzione culturale pubblica o privata si soffermerà su un post solo se quel contenuto è in grado di offrire qualcosa di utile.

La comunicazione museale per essere efficace passa anche dalla volontà di fare un “dono” a chi dedica del tempo ai nostri profili, lascia un like e magari anche un commento.

Tu, che vuoi usare i social per promuovere la galleria per cui lavori, hai pochissimi secondi per catturare l’attenzione e devi essere disposto a “donare” qualcosa di interessante o vantaggioso.
Solo così, da una distratta occhiata si passa a cliccare sul post, si vanno a leggere le informazioni nel sito e si prende la decisione di partecipare a quell’evento oppure di andare a vedere quella mostra.

Il vantaggio che un museo, una galleria d’arte contemporanea e un’istituzione culturale possono offrire agli utenti sono informazioni utili oppure il dietro le quinte del loro lavoro quotidiano. E’ ciò che nessuno mostra, il backstage della preparazione di un evento, che attira più di qualsiasi altro messaggio promozionale.

Tuttavia, un solo post non basta!

I social servono per socializzare e la regola fondamentale per farlo è dare continuità della relazione.
Non si può essere attraenti una volta, sedurre il proprio utente e poi abbandonarlo per mesi, fino al prossimo evento.
Sui social la relazione va coltivata esattamente come si fa nella vita reale o, se preferite, come si fa con una pianta rara e delicata che va innaffiata con una presenza continua.
Solo così un profilo social può crescere nel numero dei followers, ma soprattutto solo così si cresce nella fiducia verso le attività organizzate.
Per esplorare tutte le potenzialità della comunicazione digitale per il settore culturale devi partire dalla relazione.

Come costruire la relazione e la fiducia dunque?

Creando contenuti realmente interessanti, che trasformano i semplici follower in sostenitori del museo, della galleria, della mostra o dell’istituzione culturale.
I contenuti, che siano testi, immagini o video non importa, devono essere percepiti come comprensibili, autorevoli e di valore.
In questo modo si crea una relazione e si costruisce la fiducia.

Sui social network non si acquisiscono nuovi visitatori, ma fiducia!

La fiducia è la moneta che permette di promuovere e diffondere le attività, le iniziative, le mostre, i convegni, i servizi, le visite guidate, i libri del bookshop.
La semplice conoscenza del museo o della galleria e i like ottenuti su un singolo post non hanno alcun significano e non sono il preludio a una visita.

Se vuoi raccontare la cultura sui social devi prima costruire valore e fiducia!

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