IL MONDO CHE NON C’ERA: L’ARTE PRECOLOMBIANA A ROVERETO
Il mondo che non c’era. Ci sono eventi nella storia che hanno il potere di scuotere l’umanità e che costringono a ripensare al ruolo che le singole culture hanno nel mondo.
Uno di questi eventi, forse il più importante, è la scoperta delle Americhe nel 1492 da parte di Cristoforo Colombo, che svela Il mondo che non c’era e che impone alla cultura europea di non considerarsi più l’unica al mondo, perché altri popoli e altre civiltà avevano una visione completamente diversa e avevano sviluppato un percorso autonomo.
“Il mondo che non c’era” è il titolo della mostra che dal 1 ottobre 2016 al 6 gennaio 2017 è ospitata nelle sale di palazzo Alberti Poja a Rovereto.
Una mostra che accompagna alla scoperta delle civiltà precolombiane che avevano vissuto per migliaia di anni nelle terre che stavano per essere colonizzate dagli europei.
Dopo aver visto la mostra dei Maya a Verona, in questo post vi racconto quest’altra mostra che completa decisamente il racconto su queste civiltà affascinati e che vi consiglio di visitare.
VITA, COSTUMI E OGGETTI DELLE CULTURE MESO E SUDAMERICANE PRIMA DI COLOMBO, RACCONTATI DA CIRCA 200 OPERE D’ARTE.
La mostra “Il mondo che non c’era” è già stata esposta con successo al Museo Archeologico Nazionale di Firenze e ora viene ospitata dalla Fondazione del Museo Civico di Rovereto con un gruppo di opere che, in alcuni casi, non sono mai state esposte al pubblico e provengono dalla Collezione Ligabue.
In realtà le ragioni di questa mostra sono simili a quelle cho hanno portato a Verona le opere del popolo Maya, ovvero il desiderio di colmare un vuoto durato decenni in Italia, e raccontare queste culture lontane alla luce anche delle nuove scoperte fatte.
La mostra prende in considerazione tutti gli aspetti della vicenda che ha portato alla scoperta di queste culture e il fatto che siano esposte in mostra le bussole e le carte nautiche usate dagli esploratori europei, ci mette di fronte al mondo che c’era allora.
Perché in fondo questa mostra racconta una stagione entusiasmante della storia dell’umanità, fatta di persone che erano capaci di vedere oltre l’orizzonte e di immaginare un futuro diverso. E i loro strumenti descrivono una voglia incontenibile di oltrepassare i confini fisici e mentali del mondo allora conosciuto.
Sarà Amerigo Vespucci a rendersi conto che Cristoforo Colombo non aveva trovato le Isole indiane al largo del Giappone e neppure le porte dell’Eden, ma che quei territori sconfinati erano un mondo nuovo, popolato da millenni e dove si erano sviluppate culture diverse e parallele a quella europea.
Sarà, invece, Albrecht Durer a comprendere per primo che gli oggetti provenienti da quelle terre lontane erano vera arte.
Il continente americano, così diverso da quello europeo nei paesaggi e nelle culture, affascina gli Europei e il desiderio di possedere le loro ricchezze, fatte d’oro e gemme preziose, annienta le culture di Aztechi e Inca, che non possono difendersi dalle armi e dalle prevaricazioni degli uomini venuti dalla parte opposto dell’Oceano.
Passeranno molti secoli prima che ci si renda conto della grandezza di quelle culture e ancora oggi non ci è tutto completamente chiaro.
Mostre come questa aiutano a comprendere e conoscere.
La Fondazione del Museo Civico di Rovereto fa parte del circuito Museum Pass di Trento e Rovereto. Una Carta dei Musei che offre la possibilità di scoprire uno dei luoghi più belli del Trentino.
LE OPERE DA NON PERDERE
Le figurine femminili con elaborate acconciature e il corpo abbozzato che hanno affascinato anche i pittori Diego Rivera, Frida Kahlo e alcuni artisti surrealisti.
Le statuine con coppie di danzatori e giocatori di palla dai corpi ed espressioni realistiche, che hanno ispirato un’altro artista del ‘900, lo scultore Henry Moore.
Le maschere di Teotihuacan, il primo centro urbano del Messico centrale dove furono costruiti monumenti significativi come la Piramide del Sole e quella della Luan.
I vasi Maya d’eopoca classica, con una decorazione ricca e che ci raccontano di una società evoluta e raffinata.
Le rappresentazioni degli dei, in cui il mondo animale e umano si fonde una visione fantastica ma dalle caratteristiche reali. Molte statue mi ricordano ad esempio quella dello scrivano degli dei esposto a Verona per la mostra dei Maya.
INFO
Il mondo che non c’era
L’arte precolombiana nella Collezione Ligabue
1 ottobre 2016 – 6 gennaio 2017
Palazzo Alberti Poja, Rovereto
LINK
Sito ufficiale della mostra – www.ilmondochenoncera.it
Sito della Fonazione del Museo Civico di Rovereto – www.museocivico.rovereto.tn.it
Bello,un mondo ancora da scoprire.
Non cosi’ semplice,interessanti le connessioni con altre culture cosi’ distanti tra loro.
Il che affascina e pone nuovi interrogativi.
Mi piace parlare di mostre come questa perchè più di altre aiutano a scoprire non solo le opere ma tutto il mondo che ruotava intorno ad esse. Spesso dimentichiamo che una scultura o un qualsiasi oggetto è stato realizzato per inserirsi nella vita delle persone e che aveva legami con la cultura del luogo 😉