Il Novecento – il Velodromo di Metzinger

Metzinger 3

IL NOVECENTO
In collaborazione con St-ART.

La Collezione Peggy Guggenheim è una dei miei luoghi preferiti per ammirare l’arte del primo Novecento.
Ci torno spesso durante l’anno e ogni volta mi soffermo su un’opera in particolare, ma ce n’è sempre una che cattura la mia attenzione e che non posso fare a meno di osservare per qualche minuto.

Si tratta dell’opera di Jean Dominique-Antony Metzinger “Al velodromo”, di cui voglio condividere con voi la storia.

Metzinger

Jean Dominique-Antony Metzinger (1883 – 1956) “At the cycle-race track/Al velodromo” (1912), oil and collage on canvas, 130.4 x 97.1 cm Peggy Guggenheim Collection, Venezia

CHI ERA METZINGER

Jean Dominique Antony Metzinger (Nantes 1883 – Parigi 1956) era pittore, scrittore e poeta.
Proveniva da un’importante famiglia francese e il suo bisnonno fu capitano nell’esercito di Napoleone Bonaparte, tuttavia non aveva alcun interesse per la carriera militare e intraprese una carriera artistica.
Nel 1903, a soli vent’anni, si era già trasferito a Parigi per esporre le sue opere ed era in grado di mantenersi con l’attività di pittore professionista.

LO STILE

I suoi primi dipinti appaiono influenzati dal neoimpressionismo, anche se presto preferì un tipo di pittura più astratta e dai colori vivaci.
Dal 1908 Metzinger divenne un pittore cubista, di cui fu anche uno dei principali teorici scrivendo, assieme ad Albert Gleizes, il primo trattato sul cubismo (1912).
Quindi, se Pablo Picasso e Georges Braque sono i fondatori del movimento pittorico più importante del XX secolo, Metzinger e Gleizes diedero una spiegazione e giustificazione del cubismo contribuendo a diffonderlo.

“AL VELODROMO” (1912)

L’opera “Al Velodromo” venne realizzata da Metzinger proprio nell’anno in cui veniva pubblicato il famoso trattato che teorizzava il Cubismo e raffigura un ciclista alla Paris-Roubaix, nel tentativo di rappresentare la quarta dimensione, trasferendo nel quadro il movimento e la dinamicità del ciclismo, sport tra i più amati e popolari della Francia.

Peggy Guggenheim acquistò il dipinto riconoscendo l’importanza di Metzinger e di quest’opera dove si ritrovano i motivi cubisti del collage e la presenza di piani trasparenti e che definiscono lo spazio.
Si vede la folla seduta sugli spalti come se potessimo vedere attraverso il corpo del ciclista, che è talmente veloce che passa velocissimo davanti a noi e il pittore vuole darci l’idea di non percepirne il volume.

In quest’opera assistiamo alla nascita di un nuovo linguaggio pittorico e dove si percepisce un po’ di impressionismo, nell’uso dei punti di colore per rappresentare la folla, un po’ di futurismo, nel desiderio di voler dare l’idea della velocità, ma dove  l’astrazione geometrica della forma offre allo spettatore la possibilità di ricostruire il volume  delle forme e di immaginare l’oggetto nello spazio, proprio come vorrebbe il cubismo.

Metzinger 1

 

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