Il Rinascimento ha portato meraviglie nell’arte. Si tratta di un movimento artistico, culturale e intellettuale che si sviluppò in Europa tra il XIV e il XVII secolo, ma che ebbe il suo centro di sviluppo principale l’Italia.
Nel contesto artistico, il Rinascimento si caratterizzò per una forte attenzione alla riscoperta dell’antichità classica e per una maggiore espressività e realismo delle rappresentazioni.
In questo post Adele Pelazza ci racconta quali sono le caratteristiche di questo momento particolare nella storia dell’arte.
Le meraviglie dell’arte: dal Rinascimento al Barocco
Per una migliore comprensione dell’arte ritengo necessaria la conoscenza di uno dei periodo più difficili, ma fiorenti della storia per capire l’essenza e le ragioni della svolta da un periodo buio, durato molti secoli, alla totale libertà di espressione e affermazione da parte di artisti che hanno reso possibile con le opere e gli scritti l’ufficialità e il valore dell’arte: un concetto dove il dibattito è ancora aperto.
UNA RINASCITA
I grandi maestri: pittori, scultori e archittetti che dal 1400 in poi sono stati i capisaldi dell’arte moderna, ci hanno tramandato con un patrimonio di opere una concezione dell’arte del tutto nuova. In nessuna altra epoca l’arte aveva rivestito una tale importanza come nel Rinascimento e fu finalmente riconosciuta la sua funzione civile.
Dai primissimi anni del 1400 dunque ci fu una rinascita intesa come svolta alla condizione della persona umana, l’uomo si esprime finalmente liberamente con le sue doti dopo secoli di volontaria o condizionata costrizione morale e materiale.
Gli artisti esercitarono un ruolo primario sulla vita e sul pensiero del tempo. Da semplici artigiani, diventarono intellettuali. Il talento era perfetto alle richieste di una società ricca ed evoluta in cui si moltiplica il numero e varia il gusto dei committenti: non sono più solo nobili ed ecclesiastici, ma mercanti, banchieri, imprenditori, umanisti che formano la classe dirigente borghese in Italia.
Sono loro che ordinano le opere, che fanno circolare i prodotti artistici, che fanno conoscere l’arte straniera come avviene per la pittura fiamminga. I committenti incrementano il commercio artistico e stimolano la fantasia degli artisti col pretendere opere sempre nuove ed diverse da cui possano ricavare vanto e prestigio.
LA BOTTEGA: DA SCUOLA D’ARTE A DITTA ORGANIZZATA
In questo ambiente la bottega assume un ruolo fondamentale: non rappresenta più una semplice scuola d’arte e mestieri, ma una ditta organizzata, un’officina di attività, pronta a produrre dai più umili manufatti ai più alti capolavori. In essa infatti accanto agli artisti del Rinascimento operano falegnami, fabbri, marmorari, e spesso lo scalpellino si identifica con il grande scultore.
La bottega dunque conserva il suo carattere artigianale ma la sua nuova funzione commerciale ne fa anche un centro di incontri economici e politici. L’artista dunque non è solo un artigiano, sviluppa la sua personalità è anzi spesso condizionato dall’esperienza esterna. Egli si muove, viaggia, conosce, soddisfa richieste di lontani committenti, e in molti casi che poi analizzeremo si trattiene per anni fuori dalla sua patria.
Da questi concetti scaturisce la modernità dell’arte, non solo come momento espressivo dell’artista di concetti e forme, ma nasce un nuovo linguaggio, una cultura artistica che da fenomeno isolato si trasforma in movimento grandioso, col Rinascimento si ha una svolta che abbraccia tutta la storia dell’arte Italiana ed Europea.