NANNI MENETTI E LE OPERE CREATE DAL GELO
Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna ha annunciato l’ingresso nella propria collezione di un’opera di Nanni Menetti: “Microviolenza X” (2014).
La nuova acquisizione è stata presentata al pubblico il 9 dicembre 2021 alla presenza dell’artista.
“Microviolenza X“, che è stata esposta dal 7 maggio al 20 giugno 2021 all’interno delle Collezioni Comunali d’Arte, nella Sala Urbana (nell’ambito dell’ultima edizione di ART CITY Bologna), appartiene alla serie delle criografie, dal greco scritture del gelo.
COSA SONO LE CRIOGRAFIE
Nanni Menetti da anni lavora con il medium della scrittura e ha recentemente introdotto nella sua pratica il gelo naturale, arrivando a produrre un vero e proprio unicum nella storia dell’arte.
Le criografie sono infatti una forma completamente nuova di declinare il ready made di Duchamp, tesa a riportare alla nostra attenzione la natura e il bisogno di salvaguardarne la sua salvifica e pura creatività.
Nell’intenzione dell’artista le criografie trovano la loro ragione d’essere su 3 livelli:
- Uno è riferito alla storia personale, a compensare le delusioni del bambino che vedeva svanire gli arabeschi sui vetri delle finestre gelate esposte al sole.
- Un secondo livello è calato nella storia dell’arte, giacché le criografie gli permettono di realizzare, a 2500 anni di distanza, il sogno del pittore Zeusi di dipingere annullando la mano umana, assenza tematizzata nel libretto L’artista non ha mai avuto mani (Editore Campanotto, Udine) che Nanni Menetti ha pubblicato nel 2012.
- Il terzo e ultimo livello risiede nella critica, in esse implicita, dell’uso distorto che la cultura contemporanea è arrivata a fare della rappresentazione. Menetti, infatti, non espone criografie fotografate, rappresentate, ma direttamente le costruzioni del gelo, alle quali è riuscito a dare durata e permanenza nel tempo.
DOVE NASCONO LE CRIOGRAFIE DI NANNI MENETTI
Le crittografie di Nanni Menetti nascono in inverno, a Bicorgnola di Monzuno (località di nascita dell’artista, situata a settecento metri di altitudine sul livello del mare sull’Appennino tosco-emiliano).
Quando la temperatura scende sotto zero e tutto accade in circa 30/40 minuti. In questo brevissimo periodo infatti il gelo increspa i pigmenti che l’artista stende su dei supporti lasciando segni di varia natura.
Dice l’artista: “Il termine “microviolenza”, con cui archivio tutte le mie opere, vuole in primis indicare la violenza tecnica che le porta a nascere (ora tempere microviolentate dal gelo, prima carte micro-violentate dalla scrittura, dagli inchiostri, dalla pieghe subite nei cassetti, dagli strappi suggeriti da queste stesse pieghe e dalle puntine e dalle colle necessarie a unirle in collage) anche se, in seconda battuta, ma non secondariamente, questa violenza può essere letta secondo significati antropologici più generali e morali. La violenza si rivela una struttura ineliminabile dell’esistenza e l’unico modo per ridurla è esserne coscienti.”
BREVE BIOGRAFIA DELL’ARTISTA NANNI MENETTI
Nanni Menetti (Luciano Nanni) vive e lavora a Bologna.
Nato a Monzuno (BO) il 21 aprile 1939, è stato docente di Estetica all’Università di Bologna. Attivo fin dagli anni ’60, sia in campo poetico che in campo visivo, dal 1982 in poi ha firmato tutte le sue opere non più con il nome di battesimo ma con quello, appunto, di Nanni Menetti (Menetti è il cognome materno).
I materiali delle sue opere sono quelli connessi alla pratica della scrittura: carte assorbenti, carta carbone, veline ecc. Materiali di per sé, oggi, già rari e preziosi, ma nel caso impreziositi ancora di più dalle tracce lasciate su di essi (dalle micro-violenze esercitate su di essi) dal tempo e dalla mano (dal lavoro pluridecennale) dell’artista scrittore. Scrittura che ultimamente si è fatta largamente olistica, arrivando a coinvolgere, da un lato, le forze degli strumenti (macchina fotografica) e, dall’altro, quelle della natura, il gelo in particolare nella serie delle “criografie”.
Ora una sua opera entra a far parte della collezione dei Musei di Bologna.