LE OPERE DELLA COLLEZIONE DI BPER BANCA
Dal 2017 le opere della Collezione BPER Banca sono raccolte ed esposte presso la sede direzionale della Banca a Modena.
L’idea di esporre la collezione nasce dalla consapevolezza dell’importanza di una raccolta d’arte che, attualmente, è il risultato dell’unione di altre collezioni che, attraverso le opere conservate, raccontano la storia della Banca e del territorio in cui è stata fondata nel 1867.
In questo post ti descrivo le opere più importanti.
Opere della Collezione BPER BANCA
La sede de “La Galleria” di BPER Banca è formata da un’area dedicata alla collezione permanente, di cui vengono esposte circa venti opere, e una sezione che ospita le mostre temporanee.
LE OPERE DELLA COLLEZIONE BPER BANCA
Apollo e Marsia di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino
L’opera proviene dalla collezione di una nobile famiglia romana ma, nel 1624, apparteneva al cardinale Alessandro d’Este.
Il dipinto si ispira al celebre racconto di Ovidio che, nelle “Metamorfosi”, racconta di un fauno di nome Marsia che, sicuro della sua bravura, sfidò Apollo nel suono di uno strumento musicale chiamato siringa. Marsia fu battuto dal dio che lo uccise.
Il dipinto molto intenso, nonostante le piccole dimensioni, coglie proprio l’attimo in cui il dio si volge infastidito al fauno.
L’amore dormiente di Guido Reni
Quest’opera appartiene alla migliore produzione di Guido Reni intorno al 1620.
Probabilmente si tratta del dipinto che nel 1627 il conte Rinaldo Ariosti, agente del duca a Bologna, propose in acquisto al duca di Modena Cesare I d’Este, che tuttavia non lo comprò. Guido Reni affronta il tema di Amore che dorme con uno stile idealizzato e allo stesso tempo naturalistico.
Il fondo scuro mette in risalto il velluto rosso e il candido incarnato del putto, che ci ricordano che proprio nello stesso periodo l’artista stava realizzando le “Quattro fatiche di Ercole” per il duca di Mantova. Opera che ora di trova al Louvre.
L’Adorazione del Bambino con San Bernardino di Cristoforo Canozi da Lendinara
L’opera è attribuita a Cristoforo Canozi, artista della metà del 1400, grazie al confronto con le tarsie e con il grande affresco con il Giudizio Universale nel Duomo di Modena.
La composizione risente molto dello stile di Piero della Francesca, e la luce definisce le figure mettendo in evidenza i volti e il paesaggio.
La cornice, inoltre, diventa una vera e propria architettura che sembra inquadrare la figura di Dio che si sporge dall’alto, quasi a proteggere la scena sottostante.
Madonna con bambino tra i santi Pietro, Gennaro e Francesco d’Assisi di Nicola Filotesio, Cola dell’Amatrice
L’opera è composta dall’unione di due tavole lignee separate e originariamente era collocato sull’altare maggiore della chiesa di San Gennaro a Folignano, in provincia di Ascoli Piceno, fino al momento in cui la chiesa fu distrutta nel 1798.
All’interno di un’elegante inquadratura architettonica di ordine classico sono rappresentati i Santi Pietro, Francesco, in ginocchio, e Gennaro, il cui nome è scritto sul basamento, ai lati della Madonna col Bambino, su un elegante trono marmoreo.
Il dipinto, datato al centro 1512, è firmato su un cartiglio ai piedi della figura di San Gennaro “DE PHILOCTISCHIS EXCELLENS COLA MAGISTER/ PICTOR AMATRICIUS PINXIT OPUS”.
Ritratto del comandante Gabriele Tadino di Tiziano Vecellio e bottega
La tela raffigura il celebre uomo d’armi Gabriele Tadino, vissuto tra la fine del ‘400 e la prima metà del ‘500.
Il dipinto è impostato sulla formula propria del ritratto ufficiale di Tiziano Vecellio, con la figura a tre quarti sullo sfondo scuro e la finestra aperta sul paesaggio.
Il comandante dell’artiglieria spagnola posa seduto con nobiltà in posizione quasi frontale e il volto lievemente ruotato.
La Madonna della rosa di Michele Desubleo
Il soggetto di questo dipinto contiene un’allusione alla Passione di Cristo ed è evidente dalla presenza della passiflora, fiore che la devozione popolare ricollega al martirio di Cristo, che sono appunto assimilabili agli strumenti della Passione.
In quest’opera la natura morta dei fiori, nel cestino in primo piano, eseguito con una pennellata pastosa, può essere messo sullo stesso livello dei fratelli Cittadini, celebri in Emilia alla metà del 1600.
Natura morta con spartito, violino, brocca di peltro, alzata con bicchieri, piatto con anguria e dolci, ciotola di porcellana cinese e uva di Cristoforo Munari
L’opera presenta tutti gli oggetti di repertorio dell’artista disposti su due piani in modo da realizzare una composizione verticale.
Sorprendente è il risultato luminoso che, unito alla resa prospettica, raccorda tutti i diversi elementi facendoli emergere.
In questa tela, di inizio ‘700, il pittore sembra già aver abbandonato il rigore compositivo che aveva caratterizzato alcune tele precedenti, per arrivare ad un risultato più sfarzoso.
La Collina di Posillipo vista da una terrazza a mare di Alceste Campriani
Formatosi all’Accademia napoletana dal 1862 al 1869, Alceste Campriani entrò a far parte del gruppo di artisti che lavoravano per la Maison Goupil grazie al legame con De Nittis. L’inquadratura del dipinto è audace e pone in primo piano un grande muro in sasso a ridosso della battigia, interrotto, in alto, da un terrazzino. AI di là del muro, che delimita certamente una villa sul mare, spuntano le cime rigogliose di alberi ad alto fusto.
Sullo sfondo si vedono il golfo e la città di Napoli sotto un cielo azzurro, luminosissimo, con piccole nuvole bianche, tipico di Campriani.
Autoritratto con cavalletto di Antonio Ligabue
Nella sua vita Ligabue ha dipinto numerosi autoritratti, quasi un diario autobiografico su tela, che ha trasformato in strumenti per confermare il proprio status di pittore, finalità evidente anche in questa straordinaria e famosa versione nella quale l’artista si ritrae al lavoro.
Sul cavalletto c’è una tela con uno dei soggetti preferiti dall’artista: un galletto. Tra la vegetazione fa capolino un cane.
Ligabue amava ritrarre gli animali, li sentiva affini al proprio sentire.
Davanti alla Cappella Sistina di Michelangelo, si racconta che egli manifestò un vivo dissenso poiché il grande maestro non aveva inserito animali nel proprio capolavoro.
Rosso – nero di Carla Accardi
L’artista, fra le più interessanti del secondo dopoguerra italiano, è la prima donna ad avere un riconoscimento a livello internazionale per l’arte astratta.
Nel 1947 forma il Gruppo Forma 1 di ispirazione formalista e marxista. Si impegna ad abbattere molti pregiudizi, primo fra tutti l’associazione donna-delicatezza, pittura-bellezza compositiva e lavora su forme poco decifrabili.
La sua pittura è caratterizzata da confronti linguistici dove il colore, insieme al segno, sono i punti essenziali del suo spirito sempre pronto a ricercare e a scoprire nuove frontiere del fare.
L’ARCHIVIO STORICO E MAGGIORI INFORMAZIONI SULLE OPERE
L’Archivio Storico di BPER Banca, nato con la Banca Popolare di Modena nel 1867 e dichiarato “di interesse storico particolarmente importante” nel 2005 dalla Soprintendenza Archivistica per l’Emilia Romagna, rappresenta e documenta la storia, non solo della banca, ma soprattutto dei territori di cui è stata ed è espressione, testimoniando il percorso sociale e culturale del Paese.
Oltre 500 metri lineari di documentazione raccolgono la memoria dell’Istituto, dalla sua fondazione, e testimoniano il cammino percorso dal gruppo bancario e dalle banche che, nel tempo, sono state incorporate.
Il progetto di conservazione, tutela e valorizzazione delle opere della Collezione di BPER Banca e dell’Archivio storico è caratterizzato dalla consapevolezza che la memoria è fondamentale per la nascita di una nuova responsabilità culturale d’impresa nelle classi dirigenti aziendali, ma anche di informazioni preziose per la storia economica e sociale di quello stesso territorio, che è così salvaguardata.
“La Galleria. Collezione e Archivio Storico” di BPER Banca
Via Scudari 9, 41121 Modena