La Rivoluzione del Ratto della Sabina di Giambologna

img Giambologna | Ratto della Sabina

Ti sei mai chiesto come un’opera d’arte può rappresentare un’intera epoca, anticipando addirittura i movimenti artistici futuri? Se la risposta è sì, allora lascia che ti guidi nel mondo di Giambologna, uno degli scultori più innovativi del tardo Manierismo.

Nato come Jean de Boulogne nelle Fiandre e formatosi ad Anversa, questo maestro dell’arte si trasferì a Firenze, dove avrebbe contribuito a ridefinire i canoni della scultura.
Da questo laboratorio culturale fiorentino, Giambologna gettò i semi per un’arte che sarebbe poi sfociata nel Barocco, creando opere che ancora oggi ci lasciano senza fiato per la loro raffinatezza e audacia. In questo post osserveremo nel dettaglio il Ratto della Sabina di Giambologna per scoprire come sia diventata un punto di riferimento dell’eleganza manieristica e un preludio all’esplosione barocca.

La Rivoluzione del Ratto della Sabina di Giambologna

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Giambologna, nome italianizzato di Jean de Boulogne, è un’icona dello stile manierista che divenne popolare durante il tardo Rinascimento. Le sue sculture esprimono un’eleganza e una grazia incomparabili, evidenti nelle morbide superfici di marmo bianco, nelle linee sinuose, e nell’uso sottile di chiaroscuro.
Uno degli elementi più distintivi delle sue opere è l’impiego della figura “serpentinata”, caratterizzata da una torsione artificiale del corpo che appare tuttavia assolutamente naturale. La figura sembra guardare in una direzione mentre il busto è rivolto altrove, creando una dinamica visiva avvolgente.

RATTO DELLA SABINA: UN TRIONFO NEL CUORE DI FIRENZE

La sua creazione più conosciuta, il Ratto della Sabina, occupa un posto d’onore nella celebre Piazza della Signoria a Firenze, collocata sotto la Loggia dei Lanzi accanto al Perseo di Benvenuto Cellini.
Questa Loggia, un’eredità dell’architettura medievale, fu trasformata per volontà del Granduca di Toscana, Cosimo I de’ Medici, in una sorta di museo a cielo aperto che celebrasse il suo mecenatismo e magnificasse il suo regno.

UN CAPOLAVORO DALL’ESECUZIONE COMPLESSA

Realizzato nel 1583, il Ratto della Sabina di Giambologna è un esempio altissimo di virtuosismo artistico.
Secondo il critico e scrittore fiorentino Raffaello Borghini, Giambologna non aveva in mente un tema specifico quando concepì l’opera. Piuttosto, il suo obiettivo era mostrare l’estensione delle sue abilità, creando un’opera complessa che destasse meraviglia. L’opera, successivamente associata all’episodio del rapimento delle donne sabine nella mitologia romana, è un’eccezionale realizzazione di un unico blocco di marmo.
Le tre figure sono disposte in modo asimmetrico, costringendo lo spettatore a muoversi intorno all’opera per apprezzarne la complessità da diversi angoli.

UNA NOVITÀ NEL PANORAMA SCULTOREO

Questo lavoro segna una svolta significativa nell’arte della scultura.
Fino ad allora le statute erano generalmente progettate per essere viste da un solo punto di vista, il Ratto della Sabina esige invece che lo spettatore ruoti attorno all’opera.
La composizione delle figure, intrecciate in una spirale ascendente, invita a scoprire nuovi angoli e curve esteticamente efficaci. Si tratta di una rivoluzione che avrebbe influenzato gli artisti dei secoli successivi e opere come l’Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini.

L’abilità di Giambologna nel rappresentare il corpo umano è straordinaria.
Le sue figure mostrano una slanciata eleganza: gambe allungate, tronco sottile, collo distinto e testa piccola. Questi elementi contribuiscono a creare l’illusione di un movimento fluido e naturale, come la fiamma tremolante di una candela, esaltando il dinamismo della composizione.

img Giambologna | Ratto della Sabina

Il Ratto della Sabina di Giambologna è molto più che una semplice scultura: è un manifesto artistico, un compendio di innovazioni stilistiche e tecniche che hanno anticipato l’avvento del Barocco. Con la sua audacia e la sua raffinatezza, Giambologna non solo ha segnato un’epoca, ma ha anche tracciato una strada per il futuro dell’arte scultorea.

L’opera può essere ammirata nella Loggia dei Lanzi a Firenze ma anche, nella versione del bozzetto ideato da Giambologna, alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Nella prima sala, infatti, si vede al centro l’enorme bozzetto in terra cruda del Ratto della Sabina di Giambologna, visibile da tutte le angolazioni.
Oltre al “Ratto della Sabina,” altre opere di Giambologna possono essere ammirate in altri musei di Firenze come il Museo Nazionale del Bargello.

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