Esplora i segreti nascosti delle città d’arte: da leggende misteriose a storie dimenticate, scopri un lato inedito di Venezia, Firenze, Roma e altre città italiane.
Le città d’arte che amiamo visitare nascondono molto più di ciò che appare in superficie.
Dietro le facciate delle cattedrali, nelle vie meno battute dai turisti o persino tra le mura dei monumenti più celebri, si celano storie dimenticate, leggende misteriose e segreti inaspettati. Scoprire queste vicende non significa solo esplorare il passato, ma entrare in contatto con l’anima più profonda delle città.
Hai voglia di scoprire cosa si nasconde oltre la bellezza?
I SEGRETI NASCOSTI DELLE CITTÀ D’ARTE
Quando passeggiamo in città come Venezia, Firenze o Siena, siamo affascinati dalla loro bellezza senza tempo. Se osserviamo meglio però potremmo rimanere sorpresi dal lato meno visibile, più oscuro e altrettanto intrigante: le storie nascoste che pochi conoscono.
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Venezia e il mistero di Ca’ Dario
Tra i palazzi di Venezia, Palazzo Dario è noto non solo per la sua elegante architettura, ma anche per una serie di eventi misteriosi. Si dice che chiunque possieda il palazzo, che si affaccia sul Canal Grande, sia destinato a perdere tutto oppure ad una fine tragica. Dal mercante che lo fece costruire fino ai suoi successivi proprietari, il “Palazzo Maledetto” ha visto una lunga scia di disgrazie.
La leggenda narra che la famiglia Dario, che costruì il palazzo, subì una serie di sventure e finì per perdere tutto il proprio patrimonio e che Marietta, la figlia di colui che ne aveva ordinato la costruzione, si suicidò a causa del tracollo finanziario e il morì accoltellato. Anche un loro discendente, Giacomo Barbaro, morì in agguato nell’isola di Creta.
Il successivo proprietario, un commerciante armeno, ebbe grave tracollo finanziario dopo l’acquisto del palazzo e fu costretto a rivenderlo all’inglese Rawdon Brown, che dovette a sua volta rivenderlo perché non poteva più permettersi la costosa ristrutturazione. anche il suo più recente proprietario, l’imprenditore Raul Gardini, subì un tracollo finanziario, un’inchiesta giudiziario e si suicidò.
Insomma, una storia travagliata, ai confini tra il mito e la realtà. L’alone di mistero che circonda questo luogo non fa che amplificarne il fascino.
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Firenze e il soffio del Diavolo
Passeggiando nei pressi di via dello Studio a Firenze, vicino al Duomo di Firenze, non sui può fare a meno di sentire una leggera brezza, che nei mesi più freddi è un vento gelido e che i fiorentini chiamano il «rifrullo del diavolo».
Questo fenomeno atmosferico nasconde una leggenda misteriosa che narra che in un giorno di un’epoca imprecisata, il diavolo si sia messo a inseguire un prete lungo le strade di Firenze, cercando in tutti i modi di rubargli l’anima. Arrivai davanti alla cattedrale di Santa Maria del Fiore, l’uomo disse al diavolo che, prima di subire l’eterna dannazione, avrebbe voluto pregare un’ultima volta. Il diavolo acconsentì e si appoggiò al Duomo nell’attesa che il prete uscisse.
Il sacerdote ovviamente approfittò di questo momento per scappare, servendosi di un’altra delle porte della Cattedrale. Nel frattempo il diavolo, iniziò a sbuffare dalla noia dell’attesa, sollevando così una leggera brezza.
Scoperto di essere stato beffato, il diavolo tramutò il suo soffio in un vero e proprio vento impetuoso. Da allora, il rifrullo del diavolo non ha mai smesso di soffiare e quando si attraversa quel luogo si può ancora sentire il respiro demoniaco di chi, ancora oggi, aspetta invano che esca dalla chiesa quel sacerdote a cui voleva rubare l’anima.
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Napoli e il mistero della Cappella Sansevero
La Cappella Sansevero è famosa per il Cristo Velato, ma l’intero luogo è avvolto da un’aura di mistero.
Raimondo di Sangro, l’alchimista che ne fu patrono, ha lasciato dietro di sé enigmi irrisolti, come i presunti esperimenti anatomici che avrebbero creato le celebri “macchine anatomiche”. Una visita qui è un viaggio tra arte, scienza e occulto.
Alla popolazione di Napoli di metà ‘700 il Principe di Sansevero appariva come uno stregone senza Dio. Un demoniaco alchimista senza pietà, che faceva rapire poveri sventurati per trasformarli in cavie per diabolici esperimenti realizzati in segreti laboratori celati nei sotterranei del suo palazzo, in largo San Domenico Maggiore.
Molti ritenevano, infatti, che il Cristo Velato e l’illusoria trasparenza del sudario fosse il risultato di un processo alchemico di “marmorizzazione” compiuto dal Principe in persona.
La storia, invece, ci narra di un uomo “illuminato”, anzi di un intellettuale che si dedicò ai più disparati campi delle scienze e delle arti, ottenendo esiti che già i suoi contemporanei definirono “prodigiosi”.
La vera ossessione di Raimondo di Sangro era meravigliare e ci è riuscito, dato che ancora oggi rimaniamo stupiti davanti alle sue opere. Oltre al Cristo Velato, nella cavea sotterranea della Cappella si possono ammirare le famose Macchine anatomiche, dei veri scheletri di un uomo e di una donna avvolti dall’apparato circolatorio in eccezionale stato di conservazione.
Inquietanti e misteriosi, hanno per secoli alimentato la “leggenda nera” del Principe. Secondo la credenza popolare, Raimondo di Sangro fece uccidere due suoi servi per imbalsamare i loro corpi in modo e mostrarne visceri, arterie e vene.
In questo luogo quindi c’è tutto quello che serve per visitare Napoli in modo diverso: mistero, leggenda e arte esoterica.
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Bologna e le Tre Frecce Sospese
Nel cuore di Bologna, sotto il Portico di Strada Maggiore, si trovano tre frecce conficcate nel soffitto di legno.
La leggenda vuole che tre arcieri, ingaggiati per assassinare una donna che avevo tradito il marito, furono distratti dalla donna che si mostrò in tutta la sua bellezza: completamente nuda.
Gli arceri distratti scoccarono i loro colpi a vuoto e le frecce sono ancora lì a dismostrarlo.
Il luogo che devi cercare è Casa Isolani, un edificio del XIII secolo collegato a Palazzo Isolani, che si affaccia su piazza Santo Stefano. Non è mica facile vederle le frecce, ma sono lì, nel portico in legno di quercia del XIII secolo, uno dei più alti che si incontrino nei quasi quaranta chilometri di portici a Bologna. Ancora oggi, molti si fermano per cercarle e scoprire il loro segreto.
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Siena e la Torre del Mangia maledetta
Siena è famosa per la sua Piazza del Campo, ma non tutti sanno che la Torre del Mangia porta con sé un segreto. Quando fu costruita, furono sepolte delle monete per proteggere la città da sventure. Si dice che chiunque cerchi di violare la torre subirà conseguenze nefaste. Realtà o suggestione?
La Torre del Mangia è la torre civica del Palazzo Pubblico e servirono circa dieci anni per completarla. La sua costruzione iniziò nel 1338 per opera dei fratelli Francesco e Mucci di Rinaldo, diretti da Agostino di Giovanni. Sembra proprio che furono loro a murare, ai quattro angoli della torre, delle monete portafortuna con lettere ebraiche e latine incise. Era un’usanza medievale e serviva per proteggere gli edifici molto alti dai fulmini e dalle sfortune.
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Roma e i segreti della Porta Alchemica
Nel quartiere Esquilino di Roma si trova un luogo che in pochi conoscono: la Porta Alchemica di Piazza Vittorio. Costruita nel XVII secolo, è l’unica testimonianza rimasta di una villa dedicata all’alchimia.
Gli strani simboli scolpiti sulla porta promettono di rivelare il segreto della trasformazione del piombo in oro… ma solo a chi possiede la chiave.
La porta è ciò che rimane di Villa Palombara, la residenza del marchese Massimiliano Savelli Palombara. Si trattava di un aristocratico romano e raffinato letterato, appassionato di alchimia ed esoterismo. Si narra infatti che, in una notte del 1680, un viaggiatore fosse ospite della Villa, forse il medico alchimista Francesco Borri. Egli si recò in giardino alla ricerca di un’erba necessaria per un esperimento che avrebbe consentito di produrre dell’oro, ma non fece mai rientro nella Villa. Il mattino successivo, l’uomo era scomparso, lasciando dietro di sé tracce di oro purissimo e dei manoscritti misteriosi pieni zeppi di simboli e di formule alchemiche.
Il marchese Massimiliano Savelli Palombara, Cconvinto che il manoscritto contenesse il segreto della pietra filosofale, fece incidere la “ricetta” magica sulla “Porta Alchemica”.
Chi oggi si reca davanti alla Porta la trova sorvegliata da due statue del dio egizio Bes, ritrovate negli scavi del Quirinale di fine Ottocento, in attesa che qualcuno decifri quello che ancora oggi è rivelato un enigma irrisolto.
Questi racconti dimostrano che le città d’arte sono molto più di ciò che vediamo a prima vista. Ogni pietra, ogni muro può nascondere una storia, un mistero, un segreto. La prossima volta che visiti una città, lasciati guidare dalla curiosità: potresti scoprire il suo lato più enigmatico e sorprendente.