Il Surrealismo come movimento artistico è fondamentalmente sogno e irrazionalità. Descriverne le caratteristiche significa addentrarsi in un territorio in cui la ragione si perde nei meandri di ciò che non è razionale, generando mondi inesplorati.
Ecco le caratteristiche del Surrealismo.
Surrealismo come movimento artistico: caratteristiche
Il Surrealismo è (…) «automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, aldi fuoridi ognipreoccupazioneesteticae morale.»
André Breton, Manifesto del Surrealismo, 1924
Il Surrealismo fu fortemente influenzato dalle idee della psichiatria e della psicoanalisi che si svilupparono tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento grazie agli studi di Sigmund Freud, Pierre Janet, Carl Gustav Jung.
Gli artisti, grazie a questi studi, hanno esplorato l’inconscio ed evocato mondi onirici, in una fusione perfetta tra psicologia e arte.
LA PSICANALISI
Interessante è la visione artistica di Salvador Dalí.
Dalí era interessato a Freud e dipingeva anche paesaggi onirici, ma si accorse nel tempo che la sua tecnica pittorica era troppo lenta e che le immagini diventavano coscienti. Di conseguenza sviluppò il suo “metodo paranoico-critico”, che di fatto lo portò a creare immagini multi-interpretabili e ‘stratificate’.
La sua Venere di Milo a cassetti, del 1936, è un’opera realizzata con questo metodo.
L’IRRAZIONALE E IL SOGNO
I metodi usati dagli artisti del Surrealismo per ottenere l’accesso all’inconscio in realtà furono diversi. Dai giochi d’azzardo al collage, al frottage, alla scrittura e al disegno dal flusso di coscienza. Alcuni artisti hanno cercato mezzi e modi per avere le allucinazioni o hanno usato esperienze psicotiche nel loro lavoro.
Uno dei capolavori più importanti per capire questo aspetto è quello di Eileen Agar, Figura seduta.
Nel 1928 Eileen Agar incontrò André Breton e Paul Éluard a Parigi. Allo stesso tempo, i fossili e le ossa di creature preistoriche nel Jardin des Plantes la stavano affascinando per il loro ingegnoso disegno astratto. Da questo momento in poi Agar combinerà nel suo lavoro strutture di antichi animali, piante e alghe marine con il mondo aereo della sua immaginazione, cercando di avvicinare nuovamente la cultura occidentale alla natura.
IL DESIDERIO
I surrealisti esplorarono la loro sessualità per accedere ad aree che la società borghese aveva represso da tempo.
Come molti altri surrealisti, Man Ray si immerge in un inebriante mondo di amore e desiderio, praticando l’amore libero e fotografando le donne nei modi più sensuali.
Man Ray era anche affascinato dal feticismo erotico e dai romanzi sadomasochisti del marchese de Sade, che vedeva come una vera espressione di desiderio represso.
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L’ARTE PRIMITIVA E IL SUD AMERICA
Per i surrealisti quello per le culture native non fu solamente un interesse di tipo estetico o collezionistico, ma costituì uno dei temi di riferimento del movimento .
I surrealisti ebbero in particolare una predilezione per gli oggetti etnografici oceanici e dell’America del Nord, che apparivano ai loro occhi più fantastici e poetici di quelli africani (già culturalmente connotati per il loro legame con il precedente Cubismo), nonché dotati di valenze magiche e ancestrali che ben si armonizzavano con la poetica del movimento, che oltre al sogno si era interessato agli stati di trance e ai poteri medianici.
Gli artefatti delle culture native venivano inoltre a integrarsi nel concetto di “meraviglioso”, una delle categorie fondanti del movimento che assicurava l’accesso alla dimensione surreale, essenziale per la liberazione dell’individuo e per il suo affrancamento dalle convenzioni della società.
Tali manufatti, nella loro totale impermeabilità alle convenzioni mimetiche occidentali, sembravano inoltre incarnare anche un altro concetto chiave del movimento, quello della “bellezza convulsiva”, non intesa quindi come equilibrio e armonia ma come tensione distopica tra due polarità contrastanti generanti energia.
Il Messico, paese che André Breton aveva già visitato nel 1938 rimanendone affascinato, a partire dagli anni della Seconda Guerra Mondiale divenne un centro di riferimento del Surrealismo insieme a New York.
Città del Messico ospitò nel 1940 un’importante “Esposizione Internazionale del Surrealismo” (dopo quelle di Santa Cruz, Londra e Parigi), in cui le opere esposte, tra le quali anche il celebre dipinto Le due Frida, una delle più importanti opere di Frida Kahlo, vennero affiancate dai manufatti precolombiani dell’artista messicano Diego Rivera.
Nella capitale messicana si insediò una colonia di artisti gravitanti intorno al surrealismo e all’arte fantastica e visionaria, tra i quali si possono ricordare Leonora Carrington, Wolfgang Paalen, Alice Rahon, Remedios Varo, Gordon Onslow Ford e César Moro.
La vicinanza con la cultura indigena svolse un ruolo molto importante per queste personalità.
In Messico, infine, avrebbe trovato approdo l’estro visionario di uno dei maggiori collezionisti di opere surrealiste, Edward James, di cui sarà presente in mostra il celebre “ritratto” dipinto da René Magritte, La reproduction interdite (1937).
CONCLUSIONI
Oltre alla liberazione dell’individuo, per la quale fecero riferimento soprattutto alle idee della psicoanalisi freudiana, i surrealisti perseguirono anche l’ideale di una liberazione della società in senso politico, schierandosi su posizioni progressiste e anticolonialiste.
Si capisce bene allora come il Surrealismo non fosse solo uno stile, un movimento artistico, quanto piuttosto un atteggiamento, un modo alternativo di essere e concepire il mondo, un modo di pensare radicalmente nuovo che trasformò le esistenze dei loro membri.