La Trinità di Masaccio: capolavoro del Rinascimento a Santa Maria Novella

Trinita Masaccio

Il maestoso affresco della Trinità di Masaccio, realizzato verso il 1426-27, che puoi ammirare all’interno della chiesa di Santa Maria Novella a Firenze, è l’opera pittorica che meglio sintetizza le importanti conquiste del primo Rinascimento.
Si tratta dell’ultima opera realizzata da Masaccio, morto a oli 27 anni nel 1428, in cui l’artista stabilisce la proporzione tra Dio e gli uomini non in base a criteri gerarchici ma sulla base della prospettiva. Pertanto l’obiettivo della rappresentazione non è più solo allegorico poiché in questo dipinto convivono la rappresentazione della realtà e la descrizione del mondo spirituale.

In questo posto ti porto alla scoperta del grande capolavoro di Masaccio.

TRINITÀ DI MASACCIO

Masaccio Trinita Santa Maria Novella

Nella Trinità di Masaccio si ammirano i principi fondamentali su cui si basa la rivoluzione del Rinascimento: la perfezione della costruzione prospettica, il principio proporzionale, il senso di realtà dello spazio, il naturalismo delle figure, la citazione dell’architettura classica e la parità di trattamento sul piano rappresentativo e formale dei committenti e delle figure sacre.

Masaccio descrive una scena dal grande valore spirituale, conferendo realismo ad ogni aspetto. I personaggi sono inseriti in un mondo fisico tridimensionale e occupano una precisa collocazione in profondità, ma hanno anche un preciso ruolo basato sui pilastri della fede cristiana, che pone Dio al vertice.

DESCRIZIONE DELLA TRINITÀ DI MASACCIO

La scena descritta da Masaccio si colloca all’interno di una immaginaria cappella a pianta rettangolare ricoperta da una volta a botte a cassettoni, delimitata da due archi a tutto sesto sostenuti da colonne ioniche.
La descrizione architettonica dell’ambiente è precisa e chi osserva all’illusione di trovarsi davanti a una cappella reale e non immaginaria..

All’interno dello spazio descritto da Masaccio è raffigurata la Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Dio Padre ha un corpo reale, è collocato in piedi sul piano più alto e sostiene la croce con le sue mani. Gesù crocifisso è avvolto in un perizoma bianco che dai fianchi arriva fino alle ginocchia. La colomba dello Spirito Santo vola da Dio verso l’aureola di Cristo.

Sotto la croce si trovano le figure della Madonna e di Giovanni. La prima volge lo sguardo verso i fedeli e indica con la mano destra il Cristo, il secondo è avvolto in un lungo mantello rosso, stringe le mani in preghiera e contempla Cristo.

Al di fuori dello spazio di questa cappella immaginaria si trovano i ritratti dei due committenti in preghiera, un uomo e una donna di cui non è certa l’identificazione. Nella parte più bassa si intravede l’immagine di uno scheletro sdraiato su un sarcofago e si può leggere l’iscrizione: “IO FUI GIÀ QUEL CHE VOI SIETE E QUEL CHI SON VOI ANCOR SARETE”, che è un ammonimento a vivere la vita secondo i valori cristiani nella prospettiva della vita che verrà dopo la morte.

ANALISI DELLA TRINITÀ DI MASACCIO

La Trinità di Masaccio è un’illusione realizzata grazie alle innovazioni tecniche introdotte dal Rinascimento ma resa ancora più efficace dalla perfetta prospettiva centrale, che fissa il suo fuoco sul piano dove poggiano le ginocchia ai due committenti. Di conseguenza il punto di vista coincide esattamente con quello di un osservatore di media statura che si trova davanti all’opera.

Il dipinto di Masaccio è dunque realizzato in modo da essere letto da un unico punto di vista. Tuttavia le figure di Dio e di Cristo non sono rappresentate in scorcio, come sarebbe dovuto avvenire per rispettare la visione da sotto in su, ma frontalmente, applicando cioè un secondo punto di vista, come se lo spettatore si dovesse sollevare in aria per guardare negli occhi entrambi.

Andando ad analizzare con attenzione il dipinto si nota che l’immagine di Cristo è simile a quella scolpita da Filippo Brunelleschi per la cappella Gondi che si trova nella stessa chiesa. Dunque Masaccio ripropone in pittura ciò che aveva già compiuto in scultura l’amico Brunelleschi, autore del simbolo di Firenze: la cupola di Santa Maria del Fiore.

Masaccio Trinita scheletro

SIGNIFICATO DELLA TRINITÀ DI MASACCIO

Il significato generale della Trinità di Masaccio è in definitiva un invito a prendere coscienza del percorso spirituale che bisogna compiere dalla mortalità terrena (lo scheletro) per giungere, attraverso la preghiera (i due committenti inginocchiati) e l’intermediazione dei santi e il sacrificio di Gesù, all’accoglienza finale di Dio.

Masaccio è il primo artista del Rinascimento che ha saputo cogliere e interpretare la realtà quotidiana degli uomini, inserendola nella vita reale e non più in un contesto simbolico. Il nuovo metodo prospettico ideato da Brunelleschi e le opere di Giotto sono fondamentali per la creazione delle opere di Masaccio e determinano una nuova direzione per l’arte, che inserisce finalmente la realtà nelle rappresentazioni artistiche.

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