VITA DI ESCHER, ARTISTA DEGLI UNIVERSI IMPOSSIBILI
La vita di Escher è stata affascinante tanto quanto le sue opere visionarie.
I suoi universi impossibili, fatti di illusioni ottiche e paesaggi reali ma che sembrano virtuali, hanno influenzato l’immaginario moderno e sono ancora una fonte di ispirazione per i creativi contemporanei.
Escher nasce e muore in Olanda ma per molti anni ha vissuto a Roma e sono molte le mostre dedicate al suo lavoro (l’ultima in ordine di tempo a Firenze).
Curioso di tutto, sperimentatore geniale e artista unico nel panorama artistico del Novecento, Escher è il creatore di mondi impossibili e fantastici, che hanno anticipato i racconti cinematografici dei nostri tempi.
Vita Escher
VITA DI ESCHER: GLI ESORDI
Le prime opere di Escher si ispirano all’Art Nouveau.
Questa influenza è dovuta alpi importante artista olandese dell’Art Nouveau e che fu insegnate di Escher presso la scuola di grafica ed arti decorativa di Harlem.
Questo insegnate, Samuel Jessurun de Mesquita, introduce Escher ad un interesse nei confronti di fiori, insetti e della natura in generale.
Sin da giovane Escher inizia a viaggiare e una delle sue prime mete è l’Italia, che lo accoglierà dal 1922 al 1935.
Visitò in particolare il Sud Italia, disegnando monumenti, paesaggi, flora e fauna, che al suo ritorno a Roma, dove si era stabilito, trasformava in opere grafiche: xilografie e litografie.
LA VITA DI ESCHER IN ITALIA
Tra le cose da sapere di Escher è che il suo legame con l’Italia è sempre stato profondo e importante.
Escher aveva visitato l’Italia con i suoi genitori nel 1921 e poi nel 1922.
Finiti gli studi decise di stabilirsi a Roma, nel 1923.
Grazie alla sua permanenza in Italia, Escher potè collaborare con altri artisti che vivevano a Roma come Joseph Haas Triverio, artista grafico di origine svizzere, che oltre ad introdurlo nel giro delle gallerie d’arte fu anche suo fedele compagno nei viaggi che ogni primavera intraprendevano per rappresentare i paesaggi e i villaggi italiani.
In Italia lo studio dei paesaggi e della natura porta Escher a concentrarsi sulle strutture geometriche alla base di panorami ed elementi della natura.
Solo la dittatura fascista portò Escher a rifugiarsi in Svizzera, poiché l’Italia era diventata a suo parere pericolosa.
LE TASSELLATURE
Nel 1936 il secondo viaggio di Escher nel sud della Spagna segna un momento importante nel suo sviluppo artistico.
Ha l’occasione, infatti, di visitare i celebri monumenti come l’Alhambra di Granada e la Mezquita di Cordoba, da cui trae ispirazione per uno studio metodico dei motivi utilizzati dagli artigiani del XIV secolo per decorare muri e archi delle architetture moresche.
Escher si appassiona alla tassellatura: decorazione geometrica basata su triangoli, quadrati o esagoni che si ripetono, come piastrelle, per coprire un piano senza lasciare spazi vuoti.
Lavorò a 137 acquerelli, raccolti in un libro di esercizi, che riproducono diversi motivi di tassellatura e che rappresentavano tutti i 17 diversi modi di riempire una superficie piana attraverso le operazioni di traslazione, rotazione e riflessione di un unico tassello, oltre a uno studio sulle varie possibilità di colorazione.
Escher modificò dunque le forme geometriche, alla base delle sue tassellazioni, con figure animate come animali o figure umane: caratteristica che divenne distintiva della sua arte, in cui fantasia, geometria e soggetti figurativi sono sapientemente combinati.
LE METAMORFOSI
I diversi tipi di tassellatura creati da Escher danno vita a vortici di trasformazioni e forme astratte, trasformandosi in forme animate.
L’artista olandese crea così un universo in cui gli uccelli possono tramutarsi gradiualmente in pesci e che vede una lucertola diventare la cella di un alveare.
Si tratta di vere e proprie metamorfosi e a volte portano a elementi antitetici ma complementari, come il giorno e la notte o il bene e il male, intrecciando gli opposti all’interno di una stessa composizione.
LA STRUTTURA DELLO SPAZIO NELLE OPERE DI ESCHER
Fin dalle sue prime stampe di paesaggi Escher dimostra un’attrazione per la struttura dello spazio.
Nel 1937, dopo aver lasciato l’Italia, smette di rappresentare lo spazio in modo lineare, così come lo aveva osservato, ma inizia a creare immagini in cui diverse entità spaziali confluiscono in un’unica stampa.
La logica regola queste “visioni”!
L’attenzione per le strutture matematiche raggiunge il suo apice qualche tempo dopo, come conseguenza della sua passione per le forme dei cristalli e le superfici topologiche come il nastro di Moebius, cioè oggetti che sono percepiti come superfici a due facce ma che, ad una più attenta osservazione, mostrano di avere una sola faccia.
I PARADOSSI GEOMETRICI
Le conoscenze matematiche di Escher erano visive e intuitive, mentre le sue architetture e composizioni geometriche si caratterizzano per visioni prospettiche che, a prima vista, si presentavano come plausibili ma che, dopo una più attenta ispezione, si rivelano impossibili.
In occasione del Congresso Internazionale dei Matematici ad Amsterdam (1954) vennero esposte alcune stampe dell’artista che da allora cominciò a essere molto apprezzato dalla comunità scientifica.
L’artista avvia così un dialogo con matematici e cristallografi che ispirarono ancor di più la sua ricerca sulle costruzioni impossibili, le illusioni ottiche e la rappresentazione dell’infinito.
IL SUCCESSO DI ESCHER
Escher conobbe la notorietà solo negli ultimi anni della sua vita per la maggior parte della sua esistenza si dedicò, per vivere, a lavori su commissione anche modesti.
Realizzava ad esempio le copertine per un programma concertistico, dei semplici biglietti di auguri ed ex-libris (etichette decorate che venivano applicate sui libri per indicarne il proprietario).
Eseguì anche commesse pubbliche come la progettazione di banconote e francobolli, mentre nel 1967 eseguì un’incisione di sette metri intitolata Metamorfosi III per l’ufficio postale dell’Aia, nei Paesi Bassi: un’opera che oggi è considerata uno dei suoi capolavori.
Oggi Escher è una fonte di ispirazione per molti artisti e i riferimenti alle sue opere si trovano negli ambiti più improbabili.
Molti pittori contemporanei e artisti digitali sono stati influenzati dal lavoro che Escher ha svolto nel campo della tassellatura.
Soprattutto è la rappresentazione del paradosso che ha avuto un influenza importante su molti musicisti e gruppi pop degli anni Sessanta, che usavano le immagini di Escher sulle copertine dei loro album.
Le geometrie dell’artista olandese hanno inoltre ispirato diversi personaggi dei fumetti e dei cartoni animati. Il mondo della pubblicità ha trovato terreno fertile nell’arte estrosa di Escher e case di moda e stilisti di fama internazionale, come Chanel o Alexander McQueen, hanno reso omaggio al suo universo immaginifico sulle loro passerelle.