Hai mai sentito parlare di Italico Brass, il pittore che attraversò epoche e confini, famosissimo in vita ma poi dimenticato per decenni?
La vita e le opere di Italico Brass raccontano una storia di successi ma il destino decise che per decenni non si parlasse più del suo grande talento, della sua vita avventurosa come reporter” di guerra e della sua Venezia che egli elesse come punto di arrivo e irrinunciabile orizzonte.
In questo post ti racconto la sua storia, anche attraverso alcune delle sue opere più belle.
Vita e opere di Italico Brass, un artista da riscoprire
Nato nel cuore dell’Europa il 14 dicembre 1870, a Gorizia, Italico Brass fu cresciuto in una famiglia fortemente patriottica. Suo padre, un mercante di vini, nutriva l’aspirazione che Gorizia potesse un giorno unirsi all’Italia, un desiderio che Italico portò nel cuore per tutta la sua vita. Nonostante avesse già eletto Venezia a sua seconda casa, Italico rinunciò al suo passaporto austriaco nel 1911 e ottenne la cittadinanza italiana nel 1916.
PARIGI, VENEZIA E LA MATURITÀ ARTISTICA
Fin da giovane, Italico Brass mostrò un innato talento per le arti visive. Questa passione lo portò a Monaco, nell’allora rinomata Accademia di Belle Arti, dove fu allievo del celebre Karl Raupp. Tuttavia, il suo soggiorno in Germania fu breve, e nel 1888 si trasferì nella capitale artistica dell’epoca, Parigi.
A Parigi, Brass venne a contatto con un ambiente culturale effervescente e cosmopolita. Durante il suo periodo nella Ville Lumière, intercalato da frequenti ritorni a casa e soggiorni nella città di Venezia che tanto amava, Brass ottenne riconoscimenti di rilievo.
Tra le sue opere notevoli, ‘La Chioggiotta’ e ‘La Briscola‘, si annovera anche un premio al Salon di Parigi del 1893. In questi anni conobbe anche Lina Rebecca Vidoff, una studentessa di medicina russa con cui si sposò nel 1895, poco prima di trasferirsi definitivamente a Venezia.
UNA CARRIERA IN ASCESA
Il successo seguì Italico Brass come un’ombra fedele. Partecipò a numerose edizioni della Biennale di Venezia, riscosse successo nelle esposizioni di Torino, Milano e anche oltreoceano. Nel 1900, ottenne una medaglia di bronzo all’Esposizione Universale di Parigi con il ritratto di sua moglie, mentre altri suoi dipinti vennero acquisiti da musei prestigiosi come Ca’ Pesaro a Venezia e il Musée de Luxembourg.
Partecipò a due Triennali delle Belle Arti di Brera, a Milano, e a numerose Esposizione di Belle Arti di Torino e Milano; sarà presente anche alle Internazionali di Belle Arti di Roma del 1908, 1910 e 1911.
Tantissime le esposizioni all’estero: alle mostre internazionali al Glaspalast di Monaco di Baviera del 1897, 1901 e 1913, ma anche a Londra nel 1902 presso la Galleria Lefevre di King’s Street; quindi all’Esposizione internazionale di Buenos Aires e a quella di Bruxelles. A Parigi nel 1914 riscuoterà un grande successo esponendo 139 opere alla Galerie Georges Petit. In quello stesso anno partecipa con artisti dalle comuni origini friulane alla I Biennale di Trieste, organizzata dal Circolo Artistico.
L’IMPEGNO NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE E ONORIFICENZE
Durante il conflitto mondiale, Brass non rimase inerte e lavorò su incarico del Comando Supremo e della Regia Marina, realizzando una serie di schizzi dal fronte. In seguito, la sua partecipazione a esposizioni nazionali e internazionali continuò senza sosta, ottenendo anche prestigiose onorificenze come la medaglia d’oro alla Jubileum Ausstellung des Kunstlerhaus nel 1936.
GLI ULTIMI ANNI E L’EREDITÀ
Nonostante una natura descritta come austera, Italico Brass rimase attivamente coinvolto nella vita culturale di Venezia. Si dedicò anche alla conservazione e allo studio dell’arte antica italiana, di cui era un grande appassionato.
A Venezia, inoltre, acquisterà e s’impegnerà nel lungo restauro della diroccata e semi abbandonata Abbazia Vecchia della Misericordia, che diventerà sede del suo atelier e della sua celebre collezione d’arte antica (a lui, che fu anche mercante d’arte, si devono tra l’altro la riscoperta di artisti come Magnasco in collaborazione con Benno Geiger e la valorizzazione di autori come Arcimboldo e Pordenone), oltre che il fascinoso e ascetico luogo d’incontro di artisti, giornalisti, intellettuali e maggiorenti. La città lagunare: luogo di vita dunque e d’ispirazione.
Italico Brass ccomparve improvvisamente nell’agosto del 1943 nella sua casa veneziana.
LE OPERE DI ITALICO BRASS
Dopo la sua morte è stato praticamente dimenticato per decenni.
Non c’è un vero motivo ma di fatto di Italico Brass nessuno ha più parlato e le sue opere non sono quasi più state esposte al pubblico.
Forse le sue opere non andavano più di moda, così ancorate a una pittura di inizio Novecento!
Le sue opere sono come i brani di una Venezia “minore”, certamente non monumentale, ma mai banale e stereotipata. Una Venezia che Brass coglie tra feste, riti ed eventi; città di popolo, senza distinzioni di classi, fatta di apparizioni della folla e situazioni còlte nell’attimo in cui si formano, sempre en plein air, proprio come facevano gli Impressionisti, con l’energia e la vitalità di mille variazioni atmosferiche.
Un’emozionante Venezia in cui compaiono ancora i suoi abitanti: i veneziani. Una Venezia tratteggiata con gioia e partecipazione, in un dialogo fatto di luci e colori vibranti che appare unico.
Italico Brass fu un personaggio che navigò attraverso le correnti culturali di un’Europa in rapida evoluzione, lasciando un’impronta indelebile in ogni porto artistico in cui si fermò. Dal fervore intellettuale di Parigi all’atmosfera magica di Venezia, passando per le aule dell’Accademia di Monaco, Brass si è fatto interprete e, al tempo stesso, innovatore del paesaggio artistico del suo tempo.
Se la sua storia ti era finora ignota, spero che questa panoramica abbia fatto nascere in te il desiderio di esplorare ulteriormente la sua vita e le sue opere. Nel contesto attuale, in cui le frontiere sembrano a volte chiudersi nuovamente, la vita e le opere di artisti come Italico Brass servono come un promemoria del potere unificante e rivoluzionario della creatività.
Nel tessuto variegato dell’arte italiana, Italico Brass rappresenta un filo d’oro, un collegamento tra passato e futuro, tra patriottismo e internazionalismo, e soprattutto tra l’individuo e l’universale. Con questo post, spero che Italico Brass non sia più solo un nome in un libro di storia dell’arte, ma un simbolo dell’incessante potere dell’arte di attraversare confini, secoli e cuori.