JASMINE PIGNATELLI: INTERVISTA ALL’ARTISTA
Oggi Alice Traforti ci racconta la sua chiacchierata con Jasmine Pignatelli, che partecipa al progetto rivista Art Bag!
Pronti?
CHI E’ JASMINE PIGNATELLI
Jasmine Pignatelli nasce in Canada nel 1968.
Si forma al liceo artistico di Bari e si laurea in Architettura al Politecnico di Milano.
Collabora molti anni con gallerie e riviste di settore, maturando una visione storico-critica da insider, prima di muovere il grande salto nell’arte contemporanea.
Oggi vive e lavora tra Roma e Bari.
L’INTERVISTA A JASMINE PIGNATELLI
Alice Traforti: Vuoi raccontarci il fulcro della tua ricerca artistica?
Jasmine Pignatelli: Tutta la mia ultima ricerca, nello specifico quella che si attiva
dall’inizio del 2015, si sviluppa intorno al concetto di MODULO, di VETTORE (modulo
provvisto di direzione e verso) e di SEGNO PLASTICO, interpretabili come segnali che
MATERIALIZZANO un ambiente e che rappresentano gli oggetti reali di un concetto
astratto di paesaggio e di un possibile altrove.
Per MODULI intendo “dispositivi spaziali”, elementi essenziali e primari che attraverso le
possibili combinazioni lavorano sulle connessioni e disconnessioni dei segni, sulla
continuità e discontinuità nello spazio.
Tutto il mio lavoro esprime la difficoltà a individuare una direzione precisa e un luogo geografico ed esistenziale di appartenenza e tenta una soluzione verificando le diverse possibilità che si presentano attraverso il fare arte.
Ogni opera, in questo senso, cerca un suo posizionamento in un gioco di attrazione e
negazione, come tra magneti, fino a individuare nuove soluzioni dinamiche e spaziali.
Le sculture sono quasi sempre fuori asse e in equilibrio instabile, metafora delle
incertezze umane.
Nel mondo contemporaneo, dominato da sentimenti di precarietà e di indeterminatezza, in
un mondo in cui siamo parte infinitesimale dell’universo, l’uomo è alla costante ricerca
della definizione di un proprio luogo di azione.
Il mio lavoro è il tentativo di affermare la presenza del “qui e ora” in un gesto di speranza e di partecipazione creativa e sociale.
Alice Traforti: Che cosa troviamo nel bustone Art Bag?
Jasmine Pignatelli: Questo esperimento editoriale mi ha subito rapita per diversi motivi:
permette una diversa fruizione dell’arte e la rende più agile; affianca artisti di diversa
natura, età, carriera e linguaggio; richiama l’idea di gioco, per cui concede all’arte,
all’artista e al collezionista di non prendersi troppo sul serio.
Soprattutto a mio avviso rilancia il valore delle “opere su carta”, che di questi tempi hanno perso valore a vantaggio di una impazienza espositiva e di un horror vaqui che enfatizza grandi installazioni e modalità performative elaborate.
Mi piacerebbe vedere sempre più spesso mostre con “carte”, progetti e schizzi, al fine di
celebrare il guizzo creativo e progettuale, il valore anche programmatico dell’opera come
anche il processo intuitivo.
Art Bag restituisce questa possibilità e io spero di averla colta.
Ho realizzato 70 pezzi unici derivati dall’assemblaggio di un “multiplo” in cartoncino nero che è appunto un “vettore”.
In sostanza è un collage dal titolo DIRECTIONLESS che riproduce le varie combinazioni nello spazio di questo elemento/modulo.
Alice Traforti: C’è qualche progetto futuro di cui vuoi parlarci?
Jasmine Pignatelli: Non dovrei dirlo, ma ho progetti ambiziosi!
Ho da poco inaugurato una mia opera pubblica a Laterza, felice cittadina in provincia di Taranto a 20 km da Matera.
Si intitola Locating Laterza, segnali d’arte e i Laertini lo definiscono un monumento
all’identità e alla comunicazione.
Si tratta di una combinazione di moduli (cilindri e parallelepipedi, punti e linee) in ceramica
smaltata nera, che rappresentano una scrittura in codice morse.
Tradotto, si leggono dei numeri: sono le coordinate geografiche di Laterza.
L’opera segnala il luogo in cui è generata, racconta attraverso la longitudine e la latitudine
una identità, una posizione, un punto fisso nello spazio e immutabile nel sistema di
misurazione globale.
Ecco, ho in mente di allestire opere analoghe in altri luoghi e città per creare una rete di opere che connette i territori, che crea segnali d’arte e che, come una grande antenna, comunica al pubblico un invito alla consapevolezza dell’essere in un luogo, di farne parte e al tempo stesso di fare parte di un mondo ben più vasto e complesso votato alla conoscenza.
L’obiettivo è creare una rete di territori accomunati dallo stesso segnale d’arte, portatore di
un medesimo messaggio: la ricerca di un nuovo valore cosmico del luogo e di un nuovo
ordine che si riorganizza intorno al segno artistico.
Per approfondire ecco il link ufficiale dell’artista: https://jasminepignatelli.wordpress.com/
Intervista a cura di: Alice Traforti.