Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze

img mostra Luca Giordano Firenze

Luca Giordano è stato uno degli artisti più virtuosi e prolifici del Barocco italiano.
A Firenze, all’interno di Palazzo Medici Riccardi, ci sono alcune splendide opere che testimoniano la sua grandezza. Si tratta delle due volte dipinte per la Galleria degli Specchi e per la Biblioteca Riccardiana.

Una delle mostre da vedere nel 2023 ne racconta la loro bellezza.

Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze

Luca Giordano | Enea curato da Venere

Luca Giordano, Enea curato da Venere, 1685 circa, Olio su tela, Collezione Banco BPM, Firenze ph. Archivio fotografico Banco BPM

“Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze” è una mostra centrata sul rapporto intercorso fra il pittore napoletano (1634-1705), che trascorse a Firenze un periodo della sua vita, tra il 1682 e il 1686, e le grandi famiglie fiorentine, pronte ad accogliere le novità della sua pittura e a investirlo di importanti esecuzioni.
Fra queste, oltre ai granduchi medicei, si ricordano le famiglie Del Rosso, Corsini, Sanminiati, Andreini, Martelli e Riccardi, a cui il pittore lascerà in consegna importanti capolavori su tela e a fresco destinati a segnare la storia del Barocco in città.

Le opere realizzate per Palazzo Medici Riccardi, la prima grande residenza dei Medici e acquisita alla metà del Seicento dalla famiglia Riccardi, arricchiscono un edificio prestigioso che è simbolo di potere.

Pittore maraviglioso, fatto da Dio per soddisfare a’ Principi”.
Granduca Cosimo III de’ Medici

La volta della Galleria degli Specchi, una vera e propria sfida all’illusionismo, si presenta come un racconto di miti, ritmato dalle virtù cardinali poste agli angoli e culminante con la celebrazione dei Medici nel centro, cui i Riccardi erano largamente riconoscenti. A questa decorazione fa da specchio la volta della Biblioteca, dove è raffigurata l’Allegoria della Divina Sapienza, che Luca Giordano avrebbe dipinto in soli cinque giorni fra il 1685 e il 1686.
Queste testimonianze artistiche, insieme alla decorazione della Cappella Corsini in Santa Maria del Carmine e a una serie di dipinti commissionati da altre grandi famiglie fiorentine, fra cui i Medici e i Del Rosso, compongono un interessante quadro della presenza a Firenze dell’artista.

LA MOSTRA SU LUCA GIORDANO A FIRENZE E LE OPERE

Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze
A cura di Riccardo Lattuada, Giuseppe Scavizzi e Valentina Zucchi
Palazzo Medici Riccardi – Firenze
30 marzo – 5 settembre 2023

In mostra una selezione di circa 50 opere alcune delle quali mai viste a Firenze prima d’ora, profondamente connesse agli affreschi. Fra queste spiccano una serie di dieci bozzetti della Galleria degli Specchi e della volta della Biblioteca Riccardiana, che fanno parted ella collezione di opere della National Gallery di Londra, che per l’occasione saranno messi in dialogo diretto con la volta.

Sono esperte anche le Virtù distribuite in varie collezioni private europee e poi quadri provenienti da prestigiosi musei italiani come le Gallerie degli Uffizi, il Museo dell’Opera del Duomo di Siena, il Museo Stibbert di Firenze e il Museo di Palazzo Mansi a Lucca oltre ad opere provenienti da collezioni private italiane e americane.

Esposti al pubblico anche i documenti riferiti alla committenza riccardiana, alla definizione dell’invenzione e all’esecuzione dei dipinti, custoditi presso le biblioteche e gli archivi cittadini. Il percorso espositivo indagherà ulteriori aspetti della committenza e dell’attività fiorentina di Luca Giordano, valorizzando in particolare le opere più vicine per soggetto, più originali per tecnica e più significative nell’excursus del pittore, tessendo un racconto fortemente suggestivo.

IL PERCORSO DELLA MOSTRA

L’esposizione si apre con l’Autoritratto proveniente dal Pio Monte della Misericordia di Napoli, databile intorno al 1680-92, per passare ad alcuni disegni giovanili tratti dagli affreschi di Pietro da Cortona in Palazzo Barberini, a Roma.
I dipinti che raffigurano San Sebastiano, gentilmente concesso dal Museo Nazionale di Palazzo Mansi e Apollo e Marsia (proveniente dal Museo Stefano Bardini di Firenze), presumibilmente eseguiti negli anni Sessanta del Seicento e ispirati al linguaggio tenebroso di Jusepe de Ribera e di Mattia Preti ci riconducono invece a Firenze, testimoniando già in questo periodo la stima per il pittore da parte di committenti del capoluogo toscano: il primo dipinto proviene originariamente dalla collezione del Cardinale Leopoldo de’ Medici, il secondo da quella dell’Abate Pier Andrea Andreini.

Tra gli altri dipinti in mostra, Il Trionfo di Galatea (concesso in prestito dalle Gallerie degli Uffizi) ben rappresenta il favore goduto dal pittore in città: esso risulta presente a fine Seicento nelle collezioni del Gran Principe Ferdinando de’ Medici, ma rimanda anche a ulteriori redazioni dello stesso soggetto presenti nelle collezioni fiorentine Sanminiati e Del Rosso.
La quadreria dei fratelli fiorentini Andrea, Ottaviano e Lorenzo Del Rosso annoverava in effetti nel 1689 oltre quaranta dipinti di Luca Giordano. La ricchezza e la varietà delle acquisizioni Del Rosso sono qui testimoniate dai dipinti con scene della Passione di Cristo: due quali oggi sono conservati a Siena e uno nelle Gallerie degli Uffizi. A essi si affianca il pregevole affresco su vimini raffigurante la Samaritana al pozzo (oggi di proprietà privata), esempio del virtuosismo tecnico del pittore.

La Gloria di Sant’Andrea Corsini nella cupola sviluppata in chiave ariosa e splendente, è ben ricordata grazie ai preziosi bozzetti preliminari all’esecuzione dell’affresco, delle Gallerie degli Uffizi, cui si accompagnano due spettacolari dipinti di soggetto eroico, anch’essi riferiti ai Corsini e per la prima volta ripresentati in coppia.
L’accostamento di questi due quadri, di dimensioni notevoli, e dei bozzetti per la Cappella Corsini, a loro volta riferiti a una decorazione murale, permette altresì di cogliere la versatilità di Giordano.
All’intensa produzione per chiese e conventi corrisponde una resa altrettanto virtuosa dei temi storici, ben esemplificata dai due quadri che hanno come protagonisti i leggendari Marco Curzio (collezione privata) e Lucio Giunio Bruto (proveniente dal Museo di Casa Martelli a Firenze).

A testimonianza dell’apprezzamento della corte medicea, Vittoria Della Rovere, moglie del Granduca Ferdinando II commissionò l’intima e devota Fuga in Egitto (di proprietà delle Gallerie degli Uffizi) e l’intensa allegoria della virtù teologale della Speranza (proveniente da una collezione privata).
Il Giudizio di Paride (che fa parte della collezione del Museo Civico di Palazzo Chiericati di Vicenza) ugualmente riferibile al primo periodo fiorentino, è un’ulteriore prova della sapiente rielaborazione della lezione di Pietro da Cortona in tono classico, mentre la scena di Atalanta e Ippomene (collezione privata) si pone come esito magistrale della sua abilità tecnica: dipinto su vimini con una tavolozza chiara e luminosa, è inventariato nel 1715 in questo palazzo, fra i dipinti della collezione Riccardi.

La Biblioteca Riccardiana, che ospita nella sua sala di studio uno dei due affreschi eseguiti da Luca Giordano per i Riccardi, apre in analogo periodo una mostra dal titolo Dai libri alla pittura. Viaggio tra le fonti iconografiche di Luca Giordano a palazzo Medici Riccardi a cura di Francesca Gallori con Rossella Giovannetti, Letizia Paolettoni e Giovanna Lazzi.
L’esposizione intende affiancare, completandola sul versante letterario e iconografico, la mostra promossa dalla Città Metropolitana di Firenze e MUS.E.

Il percorso espositivo di questo ulteriore evento è composto interamente da libri, manoscritti e disegni della Biblioteca Riccardiana, ed intende raccontare alcuni miti degli affreschi attraverso le immagini delle diverse fonti letterarie che possono essere servite da modello al pittore: la Tabula Cebetis, La Sfera del DatiLe Metamorfosi di Ovidio nelle sue tante versioni, le incisioni di Stefano della Bella, le rappresentazioni delle feste medicee, così come i celebri repertori di immagini del Ripa, del Cartari e dell’Alciati, la Flora di Giovan Battista Ferrari con le bellissime incisioni tratte da disegni di Piero da Cortona, Guido Reni e Andrea Sacchi.
Concludono il percorso i tre studi di Giovanni Battista Foggini per gli stucchi e il disegno per uno specchio del salone di Anton Domenico Gabbiani, tutti parte della raffinata collezione riccardiana di disegni.

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