La storia dell’arte è fatta di enigmi e misteri.
Ci sono opere d’arte di inestimabile valore e bellezza che, a causa delle vicissitudini della storia, sono scomparse senza lasciare traccia. Questi capolavori, un tempo ammirati e celebrati, sono diventate leggende e la loro assenza è un richiamo tanto potente quanto la presenza di opere rimaste a noi.
In questo post esploreremo il mistero della battaglia di Anghiari, il capolavoro perduto di Leonardo da Vinci e cercheremo di comprendere non solo il suo significato artistico, ma anche le circostanze che hanno portato alla sua scomparsa.
Il mistero della Battaglia di Anghiari di Leonardo
Considerata una delle opere perdute più famose e misteriose della storia, “La Battaglia di Anghiari” di Leonardo da Vinci rappresenta un capitolo affascinante nella storia dell’arte.
Commissionata per decorare la Sala del Gran Consiglio nel Palazzo Vecchio a Firenze, doveva essere un’esaltazione della vittoria fiorentina nella battaglia omonima del 1440.
Leonardo iniziò il lavoro nel 1505 ma le sue sperimentazioni tecniche, nel tentativo di ottenere effetti di vivacità e movimento mai visti prima, portarono a un precoce deterioramento dell’opera.
L’Importanza della Battaglia di Anghiari di Leonardo
Il genio di Leonardo Vinci si concentrò su un episodio particolare, noto come “La Lotta per lo Stendardo”. La descrizione che Leonardo diede di questo particolare momento della battaglia fu descritta dai contemporanei come un capolavoro di espressione e dinamismo, con i cavalli e i soldati ritratti in una lotta furiosa, piena di tensione e movimento.
Tuttavia, a causa di problemi legati alla tecnica pittorica usata da Leonardo e forse anche della partenza di Leonardo da Firenze, l’opera non fu mai completata.
Leonardo non è esente dall’aver commesso errori e se l’opera oggi è scomparsa forse è anche un po’ per colpa sua. Infatti Leonardo utilizzò la tecnica ad encausto, antica ma poco praticata sia dai contemporanei che da Leonardo stesso.
In corso d’opera il lavoro di Leonardo subì diversi danni e l’artista stesso abbandonò l’opera prima che fosse terminata. Non si sa con certezza se e quanti resti della Battaglia di Anghiari rimasero sulla parete di Palazzo Vecchio.
Questo ha sicuramente contribuito alla perdita dell’opera ma anche alla creazione di quell’alone di mistero che ancora avvolge la storia di questo capolavoro perduto.
Il successo e le copie della Battaglia di Anghiari
Nonostante la sua scomparsa, l’influenza di “La Battaglia di Anghiari” è sopravvissuta attraverso varie copie realizzate dagli artisti del tempo, che avevano avuto l’opportunità di ammirare l’opera di Leonardo prima che scomparisse.
La più nota tra queste è un disegno attribuito a Peter Paul Rubens, conservato al Louvre, che rappresenta la scena della lotta con una vivacità e una dettagliatezza tale da suggerire che Rubens abbia avuto accesso a fonti di prima mano, forse addirittura agli schizzi preparatori di Leonardo stesso oppure a descrizioni dettagliate dell’opera originale.
Un’altra copia importante è quella realizzata da un anonimo contemporaneo di Leonardo. La copia è nota come “Tavola Doria” e offre ulteriori indizi su come potesse apparire l’originale.
Il mistero della Battaglia di Anghiari
Tra le opere di Leonardo, la Battaglia di Anghiari è quella che ha scatenato le ipotesi più fantasiose e avvincenti.
La ricerca dell’originale de “La Battaglia di Anghiari” di Leonardo da Vinci ha, infatti, affascinato per secoli storici dell’arte e ricercatori. Le teorie che si sono succedute sono varie. C’è chi sostiene che l’opera sia stata distrutta durante alcuni lavori di ristrutturazione di Palazzo Vecchio, pertanto il capolavoro di Leonardo sarebbe perduto per sempre. Altri studiosi ipotizzano che l’opera di Leonardo sia stata nascosta da opere murali successive e basterebbe cercare per trovarla.
Nel corso degli anni, varie indagini hanno cercato senza successo di localizzare i resti dell’opera, rendendo “La Battaglia di Anghiari” una delle più enigmatiche “presenze assenti” della storia dell’arte.
La sua leggenda continua a ispirare e a stimolare la ricerca, nella speranza che un giorno possa essere rivelato il destino di questo capolavoro perduto.